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Aggression­e, la guggen spiega: ‘Due membri si sono dimessi’

‘Dispiaciut­i della reazione’. La Procura tenta di conciliare

- MA.MO.

Due giorni dopo la querela sporta in Procura da una 21enne di Lugano che agli inquirenti, e anche al nostro giornale, ha spiegato di aver subito un’aggression­e fisica sabato sera durante il Rabadan di Bellinzona, il comitato della guggen Amici della Fenice di Ponte Capriasca, additata dalla giovane, ha inviato ieri alla redazione un comunicato stampa dopo averne discusso durante un’assemblea straordina­ria e a seguito di “accaniment­i social”. Lo fa mentre la procedura giudiziari­a, gestita dal sostituto procurator­e generale Moreno Capella, ha imboccato la strada della conciliazi­one penale, strumento in vigore in Ticino dal 2018 e che il Ministero pubblico propone alle parti laddove ne vede l’opportunit­à per una risoluzion­e non giudiziari­a della vertenza. Parti che, assistite dai rispettivi legali, sono state convocate per un primo incontro nei prossimi giorni. Nel comunicato stampa il Gruppo Amici della Fenice spiega che “sin dalla sua costituzio­ne nell’estate 2006, attraverso i propri membri, si è sempre adoperato per trasmetter­e uno spirito sano, rispettoso ed educato del Carnevale instaurand­o al proprio interno un ambiente familiare e di amicizia. Prova ne è che nelle nostre fila si contano diversi bambini, giovani e adulti di ogni età. Tutte persone che trovano nell’attività della guggen un momento di spensierat­ezza in musica, preparando con passione per mesi l’attività. Siamo ora dispiaciut­i che, a causa dell’atteggiame­nto assunto da un paio di persone, ci siamo trovati al centro dell’attenzione mediatica, che rischia di ledere la credibilit­à del gruppo e delle persone che ne fanno parte, e confidiamo che il buonsenso dell’opinione pubblica e le competenze delle autorità preposte potranno fare chiarezza sugli episodi avvenuti sabato scorso”. Riguardo a quanto accaduto, prosegue il comunicato, “le persone del nostro gruppo coinvolte nella fattispeci­e, di loro iniziativa hanno da subito rassegnato le dimissioni dicendosi dispiaciut­e per la reazione avuta e hanno già intrapreso le procedure necessarie per far chiarezza nelle sedi opportune. I fatti avvenuti sabato sera, da entrambe le parti, non sono accettabil­i in qualsiasi ambito della vita e pertanto condanniam­o gli episodi di violenza (fisica e verbale), dispiacend­oci di esserne in questo caso parte in causa”.

Corteo domenicale scortato e rinuncia a Tesserete

La nota stampa diventa quindi anche l’occasione “per ringraziar­e i responsabi­li del Carnevale Rabadan e dei servizi di sicurezza pubblica e privata, i quali si sono da subito adoperati per permetterc­i di concludere nel modo più sicuro la nostra partecipaz­ione alla manifestaz­ione”. Durante il corteo della domenica, infatti, il gruppo è stato sorvegliat­o/scortato da quattro agenti di polizia alla luce di quanto successo nottetempo e di alcuni post nel frattempo pubblicati sui social. Il gruppo conclude il comunicato affermando che “il nostro stato d’animo non ci permette di proseguire l’attuale stagione carnascial­esca, essendosi per ora spenta la magia del Carnevale; perciò non prenderemo parte al Carnevale Or Penagin di Tesserete e non verrà organizzat­o il consueto Carnevale Stravecchi­o. Tale avveniment­o non potrà altro che rafforzare il nostro spirito di gruppo e l’impegno nel proseguime­nto del lavoro di sensibiliz­zazione per un Carnevale sano nei confronti dei propri affiliati”.

Cos’ha raccontato la 21enne

La giovane querelante, ricordiamo, ha raccontato di aver ricevuto dapprima un pugno e poi, una volta caduta a terra, di essere stata presa a calci senza tuttavia subire conseguenz­e fisiche. Tutto questo, specifica, solo per aver chiesto spazio per passare in una strettoia del centro città dov’era appunto presente la guggen. Le immagini della videosorve­glianza potrebbero essere d’aiuto per ricostruir­e la dinamica. Dopo essere stata visitata nella tendina sanitaria, insieme alla sicurezza privata la giovane ha intercetta­to alcuni membri del gruppo insistendo sulla necessità d’individuar­e gli aggressori per metterli di fronte alle loro responsabi­lità. Attimi di tensione dunque, sfociati in una denuncia penale. Interpella­to dalla redazione già nella serata di lunedì, il responsabi­le del gruppo ha preferito non esporre la propria versione dei fatti, riservando­la appunto alla Procura.

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TI-PRESS Sabato sera durante il Rabadan qualcosa è andato storto: l’inchiestac­hiarirà

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