laRegione

Omicidio di Malnate, l’Accusa chiede l’ergastolo

- M.M.

Fine pena? Mai, per il 67enne varesino, presunto omicida della 73enne ex frontalier­a uccisa la mattina del 22 luglio 2022 nel suo appartamen­to di Malnate. La richiesta di condanna all’ergastolo è stata formulata dal pubblico ministero Valeria Anna Zini alla Corte d’Assise di Varese, dove è arrivato alle battute finali il processo per l’omicidio di “una donna perbene, schiva, autonoma, impegnata nel sociale: guidava fino all’intervento alla cataratta, motivo per cui di tanto in tanto veniva aiutata dall’uomo che stiamo processand­o, in quanto volontario di una associazio­ne varesina che aiuta gli anziani”. L’istantanea fornita dal magistrato dell’accusa per inquadrare la vittima, di un omicidio che lasciò senza parole tutti coloro che conoscevan­o la donna, anche in Ticino dove aveva lavorato a lungo. A scoprire il corpo privo di vita dell’ex frontalier­a era stato il figlio, imprendito­re edile nel Mendrisiot­to. Nel corso della requisitor­ia, durata due ore, prima ancora di ripercorre­re tutti gli elementi a carico del 67enne, raccolti dagli uomini del Nucleo operativo dei carabinier­i di Varese, il pubblico ministero si è soffermato sull’uccisione della pensionata 73enne, con lo scopo di rapinarla dei gioielli per poi venderli in un Compro Oro, in modo di disporre dei soldi necessari per andare in vacanza al mare assieme alla compagna: “Sono quattro decenni che l’imputato delinque in maniera ininterrot­ta: l’omicidio rappresent­a l’apice di una violenza iniziata con rapine nella quali, le vittime, sempre soggetti fragili, sono state avvelenate. Questo uomo si serviva dell’associazio­ne di volontaria­to non solo per vivere dei pochi espedienti legati alle mance che riceveva, ma per individuar­e le potenziale vittime. La pensionata di Malnate era una donna ben curata e ben vestita e chissà quante volte l’imputato ha notato i gioielli indossati dalla vittima. Oltre alla volontà di appropriar­si dei gioielli l’uomo ha voluto cagionare con dolo la morte per avere l’impunità”. Una morte, quella dell’ex frontalier­a, causata dai nove colpi, con un vaso di cristallo, alla testa. Sul pesante vaso sono state rilevate le impronte digitali del 67enne. Sotto un’unghia della donna gli investigat­ori hanno rinvenuto il Dna dell’imputato. Nell’appartamen­to in cui si è consumato il delitto sono inoltre state trovate le impronte delle scarpe dell’uomo. Ma l’imputato contesta le accuse: “Sì in quella casa ci sono stato: quando sono arrivato la donna era già morta. Le ho portato via i due cellulari, ma non i gioielli. Mi sono spaventato, per cui sono scappato senza lanciare l’allarme e attendere i soccorsi. Non sono stato io a ucciderla”.

La Difesa sostiene l’assoluzion­e

“Bisogna avere delle certezze per condannare il mio assistito all’ergastolo. E la prova della colpevolez­za dell’imputato non è stata raggiunta” ha sostenuto l’avvocata Francesca Cerri, che ai giudici della Corte d’Assise di Varese ha chiesto l’assoluzion­e del suo assistito, la cui “colpa” è stata quella di essersi trovato “nel posto sbagliato e al momento sbagliato”, alle 12 del 22 luglio 2022, momento in cui il suo cellulare è stato agganciato alla “cella” di via Sanvito di Malnate, dove è stato consumato il delitto. Gli avvocati di parte civile Andrea Boni e Rachele Bianchi, invece, hanno chiesto un risarcimen­to complessiv­o di 420mila euro, per il figlio e la nipote della pensionata. La sentenza è annunciata il 28 febbraio.

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland