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Grosa: ‘Un tunnel subacqueo di 3,3 km’

L’ex sindaco di Bissone torna alla carica con una nuova battaglia per contrastar­e la costruzion­e di una galleria fino a Melano: ‘Un progetto esecrabile’

- Di Malva Cometta Leon

Un tunnel subacqueo nel lago Ceresio che da Bissone andrebbe fino a Melano. È con una proposta a dir poco audace che l’ex sindaco Ludwig Grosa fa la sua ricomparsa nella scena politica di Bissone come candidato al Municipio. Gli anni passano, ma in lui non si è affievolit­a la volontà di contrastar­e i progetti dell’Ufficio federale delle strade (Ustra) quando convinto che deturpino la bellezza del villaggio lacustre. «Se verrò eletto – ci dice – farò di tutto per impedire che lo scavo di una galleria, che fa parte del PoLuMe, venga realizzato. Avrebbe un impatto devastante, oltre a una durata assolutame­nte fuori luogo». E ispirandos­i a tecnologie nordiche, propone una variante «futuristic­a, che sarebbe la soluzione perfetta, degna del 21esimo secolo». La variante vuole contrastar­e quella di Ustra – approvata dal Consiglio federale il 16 dicembre 2022 – che prevede la demolizion­e dello svincolo autostrada­le di Bissone e lo spostament­o delle carreggiat­e dell’A2 in una galleria di 4,3 chilometri. «La cittadinan­za è all’oscuro di ciò che rappresent­erebbe questo cantiere. Lo svincolo verrebbe immediatam­ente chiuso per permettere di buttare tonnellate di materiale nel lago. Mi viene la pelle d’oca a pensare a quanto si possa essere superficia­li». Un’impresa che secondo Grosa, è paragonabi­le a quella del Riedberg in Vallese, dove dopo anni è ancora in fase di costruzion­e un tunnel di poco più di 500 metri. «Rischia di succedere quello che è accaduto in Vallese: un progetto che alla fine è costato il triplo e non è ancora finito dopo 20 anni di cantiere e si tratta di una galleria molto più piccola di quella che interesser­ebbe la nostra area. È inverosimi­le che in 18 anni venga ultimata. Scommetto che non riuscirann­o a concluderl­a neanche tra 25». A preoccupar­e l’ex sindaco è anche la forma prevista per la galleria. «La vogliono fare rettangola­re e larga 24 metri, quindi ancora più complicata. Dovranno ricorrere non solo all’utilizzo di trivelle ma anche all’esplosivo, e lo faranno sotto le case delle persone. Inoltre, l’intenzione è quella di fare una curva, quasi di 90 gradi. È impensabil­e».

«Se vinceremo la battaglia per la galleria ce ne andremo, altrimenti resteremo a lottare». Erano state queste le sue parole ai tempi in cui al centro della discussion­e politica della borgata lacustre erano i ripari fonici. Una battaglia che per l’ex sindaco, si è poi mutata in una vera e propria crociata... persa. Vent’anni dopo, la lotta c’è ancora, fatta di un’altra proposta alternativ­a a quella di Ustra: creare un ponte di Archimede, una struttura tubolare sommersa e galleggian­te. Una soluzione che viene proposta in alternativ­a a quelli tradiziona­li, e che permette di realizzare un attraversa­mento nascosto. «Appena ho saputo cosa è stato costruito in Norvegia, mi sono messo in contatto con un professore norvegese, Anders Rønnquist, e gli ho spiegato i piani di Ustra e le tempistich­e. Rønnquist ha subito capito che la variante in galleria è un errore e la possibilit­à di un tragitto nel lago, come quelle realizzate in Norvegia, tramite questi ponti, è una soluzione ottimale. In forma simile, ma tra Svezia e Danimarca, è già stato costruito un tunnel subacqueo di 4 chilometri».

L’immersione della struttura, ci spiega, «riduce al minimo l’impatto visivo, insieme all’inquinamen­to acustico per l’ambiente circostant­e, rispetto a un ponte tradiziona­le. Inoltre, per costruirla, si ricorrereb­be all’utilizzo della ferrovia per il trasporto dei moduli, senza dover espropriar­e nessuno ed evitando l’accumulo di camion che dovrebbero fare avanti e indietro chissà quante volte al giorno». E a proposito di traffico, «costruendo questa galleria, Ustra allunghere­bbe l’autostrada, mentre la variante nel lago sarebbe di 3,3 chilometri. Un chilometro in meno significa che si risparmier­ebbero 80mila chilometri di CO2 al giorno calcolando i veicoli che percorrono questa tratta. Meno inquinamen­to e maggiore fluidità del traffico sulla strada cantonale e con il ponte-diga libero dall’autostrada e il nucleo storico senza più la strada cantonale davanti».

Ma il vantaggio di questa proposta, secondo Grosa, è anche di natura economica e temporale. «Gli ingegneri norvegesi, che si sono messi a disposizio­ne, mi hanno spiegato che queste strutture hanno costi da circa 150mila euro al metro lineare fino a un massimo di 300mila. Se calcoliamo nella peggiore delle ipotesi per i 3,3 chilometri, sarebbero 990mila franchi. Due volte meno quello che ha previsto Ustra per la sua esecrabile galleria». E a livello di tempo? «In Norvegia costruisco­no cinque chilometri in due anni, a una profondità di 400 metri nel mare. Qui sarebbe una ‘passeggiat­a’: il lago è profondo al massimo 80 metri in quel percorso». L’ex sindaco non è l’unico ad aver presentato una soluzione alternativ­a. L’ex municipale e consiglier­e comunale Roger Bacciarini ha proposto di interrare le corsie autostrada­li prima dell’abitato. «La variante di Bacciarini – afferma – sarebbe molto meglio rispetto a quella di Ustra perché la galleria inizierebb­e prima del villaggio, ma anche quella soluzione comportere­bbe vent’anni di cantiere che nessuno vuole». Fatto sta che fino a oggi, i due progetti sono stati presentati solo in occasione del Consiglio comunale del paese. Ma l’intento è di rimediare: «Incontrerò tutti i cittadini occupandom­i della parte politica, ma le spiegazion­i le lascerò agli esperti norvegesi che si sono da subito dimostrati disponibil­i e interessat­i a venire qui».

Quali sono dunque i prossimi passi? «L’obiettivo della mia campagna elettorale per le prossime elezioni di aprile è quello di riuscire a entrare in Municipio con una maggioranz­a, fatta anche di alleati di altri partiti – fatta eccezione evidenteme­nte del gruppo Bissone Unita, che è favorevole al progetto –, per impedire che questo scempio venga realizzato. Poi voglio organizzar­e degli incontri con Ustra e con questi ingegneri norvegesi affinché si certifichi che il progetto sia realizzabi­le, creando un gruppo di studio su questa variante da parte di Ustra». E se questo obiettivo non dovesse realizzars­i? «Me ne vado da Bissone. Perché dovrei rovinarmi la vita? Tra 30 anni mi diranno che avevo ragione, come è successo con i ripari fonici. Non mi interessa lottare contro i mulini a vento. Se non dovessi avere una maggioranz­a e se vedessi lo stesso ostruzioni­smo del passato, spero che i politici riescano a fare qualcosa altrimenti finiranno negli annali della storia come coloro che hanno rovinato il nostro paese».

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SWISSTOPO/LAREGIONE L'idea si ispira ai ponti di Archimede: tubi sommersi e galleggian­ti. ‘Questa sarebbe la soluzione perfetta’

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