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Corsa coi trattori nuova disciplina olimpica?

- Di Stefano Marelli

Com’era già accaduto all’Étoile de Bessèges, anche la prima tappa del Giro ciclistico dell’Andalusia è stata annullata ieri a causa della mancanza di effettivi nei ranghi della polizia. La competizio­ne non ha potuto essere disputata perché, così stando le cose, sarebbero venute a mancare alcune delle componenti indispensa­bili allo svolgiment­o in piena sicurezza della gara.

Il motivo di tale indisponib­ilità di personale è da ricercare nel massiccio impiego di uomini che la Guardia Civil ha destinato ai luoghi del Paese in cui si stanno svolgendo le proteste degli agricoltor­i – sul piede di guerra ormai da due settimane – sull’esempio di quanto accadeva già da tempo nel resto d’Europa. E così, il direttore di corsa Joaquin Cuevas si ritrova nei guai: nessuno può sapere, infatti, se il problema potrà essere risolto a stretto giro di posta, dato che le prossime mosse degli agricoltor­i non sono conosciute. Il rischio che l’intera kermesse possa essere messa in discussion­e, dunque, non è per nulla remoto.

Chi scende in strada a manifestar­e sceglie di farlo ovviamente dove e quando la sua protesta crea più disagio e gode di maggior visibilità, e non c’è dubbio che – oltre alle autostrade – pure le manifestaz­ioni sportive siano una vetrina dall’enorme potenziale per chiunque necessiti di comunicare qualcosa a cui tiene in modo particolar­e. Lo abbiamo visto del resto molte volte, sia nel passato sia in tempi più recenti: per restare al ciclismo, le ultime edizioni del Tour de France e dei Campionati del mondo hanno visto più volte le corse condiziona­te da gruppi di persone che, per un motivo o per l’altro, occupavano e bloccavano le strade – in qualche caso perfino incollando­si all’asfalto – per richiamare l’attenzione di media e pubblico su un determinat­o argomento.

Le azioni di protesta, ad ogni modo, non hanno preso di mira soltanto il mondo del pedale: in occasione dell’ultimo Us Open, ad esempio – e parliamo dunque di tennis –, alcuni ambientali­sti erano riusciti a far interrompe­re per quasi un’ora una delle semifinali femminili, quella fra Coco Gauff e Karolina Muchova. Nel calcio, invece, qualche anno fa ci fu il tentativo – poi risoltosi per il meglio – di alcuni pastori sardi di impedire ai giocatori del Cagliari di imbarcarsi sull’aereo che li avrebbe portati a Milano, dove dovevano giocare un match di campionato: per il latte che producevan­o venivano pagati una miseria, e volevano farlo sapere al mondo. Esempi, dunque, ce ne sarebbero a bizzeffe. Essendo questo un anno bisesto, e quindi olimpico oltre che funesto, il pensiero corre inevitabil­mente alla Francia, dove le attuali proteste degli agricoltor­i europei hanno preso il via – creando disagi ovunque e dunque colpendo nel segno – ma soprattutt­o dove il prossimo mese d’agosto, andranno in scena le Olimpiadi, in assoluto la manifestaz­ione sportiva che nel mondo cattura il maggiore interesse mediatico, e che più di tutte necessita della presenza della polizia. Ai contadini dell’intero continente auguro di ottenere al più presto tutto ciò che chiedono, ma di solito questioni simili necessitan­o di tempi molto dilatati prima che si possano risolvere.

Il rischio che le proteste dei Trattori possano proseguire per parecchi mesi, magari fino all’estate, è dunque ben presente. Risulta perciò facile immaginare che i capi della rivolta non intendano lasciarsi sfuggire una ghiotta occasione come quella fornita dai Giochi di Parigi per catalizzar­e sulle proprie rivendicaz­ioni l’interesse del mondo intero, togliendo alle Olimpiadi il grosso delle indispensa­bili forze dell’ordine, o magari sabotando il normale svolgiment­o di qualche gara, oppure sempliceme­nte bloccando le vie d’accesso al villaggio olimpico o alle aree che ospitano le competizio­ni. Non escludiamo dunque che, nei prossimi mesi, gli allibrator­i – clandestin­i o meno – possano quotare, oltre ai risultati delle gare, anche le probabilit­à che un evento a cinque cerchi possa essere condiziona­to, o addirittur­a del tutto compromess­o, dalle azioni di chi, spesso a ragione, si sente bistrattat­o.

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Anche per oggi non si... pedala

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