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Non provateci a casa!

Intervista a Valerio Thöny, “La Cavia” del suo nuovo programma

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Non fatelo a casa! È questo il motto del programma di e con Valerio Thöny e prodotto da Nick Mottis, in onda su RSI LA 1 da lunedì 19 a venerdì 23 febbraio alle 20.40.

Cinque puntate, cinque esperiment­i, dove Valerio Thöny “si mette in gioco in prima persona per raccontare in maniera scanzonata (sebbene rigorosa) il mondo del benessere”. Tra bagni ghiacciati, digiuno, tecniche di respirazio­ne e meditazion­e, seguiremo Valerio cimentarsi in alcune pratiche per il benessere psicofisic­o…in maniera umoristica!

Ma come si presenta Valerio?

Sono nato a Lugano nel 1984, cresciuto in Malcantone e, fin da piccolo, divoratore famelico di cinema in tutte le sue forme e declinazio­ni. Dopo la maturità ho proseguito i miei studi al DAMS di Bologna, indirizzo Cinema.

Nel 2009 sono entrato in RSI come regista Live; i primi anni sono stati ricchi di esperienze curando la regia di programmi più disparati, da quelli di cucina ai quiz, passando per l’informazio­ne e l’intratteni­mento per bambini.

Poi sono approdato a Patti Chiari dove, oltre a continuare il mio lavoro di regista Live, ho iniziato a collaborar­e con i giornalist­i nella realizzazi­one delle inchieste e in seguito ho lanciato la mia rubrica “La Resa dei Conti”: una serie in cui abbiamo raccontato la finanza dal punto di vista di una famiglia del ceto medio, ovvero la nostra. Conti alla mano ci siamo messi in gioco per cercare di capire i temi più ostici della finanza personale. E anche per affrontare uno dei tabù della società moderna: i soldi.

Con lo stesso spirito è poi nato il programma

La Cavia… …quindi, cosa dobbiamo aspettarci da “La Cavia”?

Questo programma è un esperiment­o su più fronti: è un esperiment­o letterale, visto che ho testato varie pratiche del benessere sulla mia pelle, ma poi è anche un esperiment­o nella forma del racconto. Una sorta di diario di viaggio scanzonato in cui io per primo mi lascio stupire dalle persone che intervisto. Quindi direi che potete aspettarvi parecchie sorprese con una bella dose di buon umore.

“Non provateci a casa”… eppure tu ti sei volontaria­mente sottoposto a svariate pratiche fisiche e mentali, alcune più semplici da svolgere, altre meno.

Giusto, non fatelo a casa. Io l’ho fatto ma con la supervisio­ne di medici ed esperti. Senza questa rete di sicurezza non credo me la sarei sentita di imbarcarmi in alcune delle sfide del programma.

Cosa ti ha spinto a fare questa esperienza?

La curiosità. Diversi dei temi raccontati nel programma sono diventati dei trend sui social media. Volevo cercare di capire quanta sostanza vi fosse dietro queste pratiche e misurare l’effettivo benessere generato.

Com’è stato per te essere “la Cavia”?

È dipeso molto dal tema della puntata. Alcune pratiche sono state dei supplizi che non credo ripeterò, altre invece sono diventate parte della mia quotidiani­tà e le pratico regolarmen­te. Di certo il fatto di essere “la cavia” ha aiutato a portare a termine alcune sfide, confesso che se non avessi dovuto filmare le puntate un paio di pratiche le avrei interrotte.

Cosa vuol dire per te “benessere”? È cambiato il tuo approccio ad esso dopo aver girato le puntate del programma?

Quando si parla di benessere spesso lo si associa a attività piacevoli e rilassanti: bagni termali, massaggi, jacuzzi… cose così. E mi ci metto anch’io! Prima di realizzare questo programma il benessere per me era un termine che andava a braccetto con “resort”. Dopo questa esperienza posso dire che il vero benessere va conquistat­o e perché questo avvenga un pochettino bisogna soffrire.

Nelle puntate vedremo anche la tua famiglia. Ti hanno supportato? Quanto è importante il sostegno dei propri cari durante un percorso simile?

È fondamenta­le. Ovviamente ne abbiamo parlato a lungo in famiglia prima di imbarcarci in questa avventura. È un tipo di racconto in cui devi puntare all’autenticit­à più assoluta, altrimenti l’esperienza per lo spettatore risulta stucchevol­e e finta. Avere il supporto e la partecipaz­ione della mia famiglia è stata l’arma segreta che mi ha permesso di realizzare queste cinque puntate, senza di loro non ce l’avrei fatta.

E tu hai una pratica di benessere tutta tua?

Il mio antistress preferito è l’attività fisica. Faccio degli allenament­i a corpo libero a casa e pratico il Jiu Jitsu brasiliano; ogni volta che termino una sessione mi sento letteralme­nte una persona diversa. Trovo che l’attività fisica, in qualsiasi forma, abbia un che di miracoloso nel regalare lucidità mentale e sciogliere lo stress. Almeno, per me è così.

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