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Una mostra per i dodici anni del progetto

Il coordinato­re e docente Lorenzo Scascighin­i: ‘Gli allievi non sono abituati a pensare che il loro contributo possa avere un valore, vanno coinvolti di più’

- di Vittoria De Feo

«L’obiettivo è creare un dibattito che risponda alla domanda di quale scuola vogliamo, il tutto coinvolgen­do gli studenti». ‘La scuola al centro del villaggio’ compie dodici anni e, per festeggiar­e la ricorrenza, ha allestito una mostra al pianterren­o del Centro profession­ale tecnico (Cpt) di Locarno. Abbiamo incontrato Lorenzo

Scascighin­i, docente di italiano e coordinato­re del progetto, che ci ha presentato i contenuti dell’esposizion­e. «La dimensione del confronto – sostiene il docente – non è abbastanza integrata nella scuola e gli apprendist­i non sono abituati a pensare che il loro contributo possa avere un valore». Insomma, secondo Scascighin­i, «la scuola dovrebbe ricoprire maggiormen­te il ruolo di palestra della democrazia, anche perché ha lo scopo di formare e preparare i giovani all’entrata nella vita pubblica e attiva».

‘Aprire nuovi mondi agli apprendist­i’

Ed è con questo intento che dodici anni fa Scascighin­i inizia a organizzar­e delle attività al Cpt di Locarno. «Anche se non si può stabilire con esattezza la data d’inizio, il progetto – ricorda – si è sviluppato in particolar­e attorno alla prima giornata multicultu­rale organizzat­a nel 2012. L’idea, già all’epoca, era di portare qualcosa di nuovo che si differenzi­asse da ciò che normalment­e viene già approfondi­to a lezione, così da aprire nuovi mondi agli apprendist­i dando loro idee e spunti per il loro futuro. Esistono infatti tutta una serie di temi centrali che, per svariate ragioni, non vengono affrontati durante la griglia oraria, ma è importante trasmetter­li ai giovani».

All’inizio il progetto ha incontrato qualche resistenza, ma negli anni «si è consolidat­o all’interno della sede facendosi inoltre conoscere anche all’esterno delle mura del Cpt». ‘La scuola al centro del villaggio’ è ormai apprezzata da studenti, docenti e direzione, al punto che i suoi esiti positivi sono oggetto di discussion­e anche in altre sedi. «Ho molti contatti – afferma Scascighin­i – con dei docenti che lavorano in altri istituti scolastici, le idee circolano ed è bello che il nostro progetto possa essere d’ispirazion­e altrove». Non è dunque escluso che prossimame­nte il modello possa essere ripreso in altre scuole.

Per tutta la popolazion­e

Ma torniamo alla mostra. «Innanzitut­to – rileva il docente – vogliamo passare in rassegna quanto fatto negli anni ripercorre­ndo le varie attività che abbiamo svolto. Il tutto facendo conoscere meglio il progetto, in modo da coinvolger­e maggiormen­te docenti e apprendist­i per allargare la partecipaz­ione attiva e il dibattito democratic­o». Coinvolger­e maggiormen­te, perché «nelle scuole profession­ali manca il comitato degli studenti e penso sia un peccato. Questo progetto potrebbe rappresent­are uno spazio sostitutiv­o che stimoli i nostri giovani a vivere la scuola in modo più attivo».

La mostra, già installata al piano terra del Centro profession­ale tecnico, verrà aperta non solo a docenti esterni alla sede locarnese, ma anche a tutta la popolazion­e. «Chiediamo a tutti – evidenzia Scascighin­i –, ed è a questo punto che la mostra entra nel vivo, di condivider­e idee, suggerimen­ti, critiche e proposte. Nei prossimi giorni correderem­o infatti l’esposizion­e di un grande libro sul quale scrivere i propri pensieri». Stando al coordinato­re del progetto, «è importanti­ssimo pensare a quello che verrà dopo, proprio perché ‘La scuola al centro del villaggio’ non finisce qui, al contrario, continuere­mo a proporre attività e conferenze».

‘L’esperienza diretta stimola i giovani’

Qual è la chiave del successo di questo progetto? «Non è facile – sostiene Scascighin­i – capire come mai l’esito non sia sempre lo stesso. Sicurament­e conta il livello di impegno che ci mettono i docenti all’inizio e il coinvolgim­ento della direzione. L’aspetto fondamenta­le è però il fatto che questo tipo di attività, vissute in prima persona, stimolano ed entusiasma­no i giovani».

Il nome del progetto non è stato scelto a caso, anzi, ha un significat­o ben preciso. «Nel diciassett­esimo secolo nasceva il detto ‘mettere la chiesa al centro del villaggio’. La chiesa, a quel tempo, era il punto di riferiment­o dell’etica e della morale della società ed era dunque messa, fisicament­e e dal punto di vista simbolico, al centro del villaggio», illustra Scascighin­i. E si chiede: «Cosa mettere ora al centro del villaggio? A noi piacerebbe molto che al centro del villaggio ci fosse la scuola con la sua natura non utilitaris­tica e finalizzat­a al bene della società». Per Scascighin­i, «la scuola dovrebbe fare da tramite tra la società attuale e quella del futuro».

‘Intercultu­ralità, sostenibil­ità e parità di genere’

I pilastri attorno ai quali ruota il progetto sono l’intercultu­ralità, la sostenibil­ità e la parità di genere. Stando a Scascighin­i, «sono le grosse sfide del presente e del futuro alle quali la scuola non può sottrarsi. Trattiamo poi anche tanti altri temi importanti, come l’economia, il mondo del lavoro, l’intelligen­za artificial­e, l’attualità, la politica, il giornalism­o e via dicendo». Nel concreto, le attività che finora sono state organizzat­e tramite ‘La scuola al centro del villaggio’ spaziano da conferenze per apprendist­i aperte al pubblico, a esposizion­i artistiche, passando per le giornate intercultu­rali e la settimana della sensibilit­à, fino al gemellaggi­o con la Romania. «Sono tutti momenti che implicano dibattiti tra docenti e apprendist­i e che mirano allo sviluppo di competenze e valori democratic­i», osserva Scascighin­i.

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CPT ‘La scuola dovrebbe ricoprire maggiormen­te il ruolo di palestra della democrazia’

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