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Ubriaco a velocità folle, pena ridotta in Appello

L’uomo non dovrà scontare sei mesi di carcere

- G.R.

È una pena interament­e sospesa quella pronunciat­a dalla Corte di appello e di revisione penale (Carp) sul conto dell’uomo della Valle di Blenio colpevole di aver guidato ubriaco e a velocità folle, forzando anche un posto di blocco, con a bordo una persona che non conosceva. Una notte di follia tra Biasca e Bellinzona, fortunatam­ente senza tragedie. I fatti risalgono all’agosto del 2020. In autostrada l’uomo ha raggiunto picchi di 250 km/h, e anche sulla strada cantonale è andato ben oltre il limite di velocità e commesso altre gravi infrazioni. È stato fermato a Claro nel cuore della notte con un tasso alcolemico dell’1,82 per mille. A bordo un passeggero, evidenteme­nte terrorizza­to, che inizialmen­te il 33enne, completame­nte annebbiato dall’alcol, pensava di conoscere.

La Corte presieduta dalla giudice Giovanna Roggero-Will ha dunque parzialmen­te accolto il ricorso presentato dalla difesa dell’uomo contro il primo verdetto emesso dal Tribunale penale cantonale (Tpc) nel luglio del 2023. All’imputato la Carp ha inflitto una pena detentiva di 24 mesi sospesa con la condiziona­le per un periodo di due anni, mentre il giudice della Corte delle Assise criminali Siro Quadri aveva optato per 28 mesi, di cui sei da espiare. Alla luce del nuovo giudizio, l’uomo non dovrà dunque scontare il carcere. Oltre alla pena detentiva sospesa, la Carp gli ha inflitto una pena pecuniaria di 11’700 franchi (non prevista dal primo giudizio), pure sospesa con la condiziona­le per due anni. Rappresent­ata dall’avvocata Marina Gottardi (che per l’occasione sostituiva l’avvocato Rossano Guggiari), in Appello la difesa si è nuovamente battuta per una pena sospesa di due anni giudicando sproporzio­nato un periodo da trascorrer­e dietro le sbarre. Anche la procuratri­ce pubblica Chiara Buzzi ha chiesto una pena interament­e sospesa, come già fatto in occasione del primo processo quando il giudice Quadri aveva infine deciso di inasprire la pena rispetto alla richiesta delle parti.

Nonostante un giudizio più lieve, la Carp ha comunque confermato i reati principali di coazione, ripetuta infrazione qualificat­a e ripetuta infrazione grave alle norme della circolazio­ne. In aula l’imputato si è detto pentito delle sue azioni. Lavora, convive, ha smesso di guidare e di bere, e questo secondo la difesa mostra la sua volontà e l’impegno a superare il passato, ragione per cui gli avvocati Guggiari e Gottardi non ritenevano necessaria la reclusione. Altro elemento evidenziat­o dalla difesa, e considerat­o dalla Carp nella commisuraz­ione della pena, è il lungo periodo trascorso dai fatti. Non sembra invece essere un elemento l’attuale situazione di sovraffoll­amento delle carceri. «Sempliceme­nte si tratta di un caso in cui, a tre anni e mezzo dai fatti, condannare una persona a scontare sei mesi di prigione non si giustifica – dice l’avvocato Guggiari –. Il mio assistito ha capito di avere sbagliato. È sufficient­e la spada di Damocle della condiziona­le. E infatti la Carp è andata in questa direzione».

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TI-PRESS Notte di follia, con tanto di blocco stradale forzato

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