laRegione

È morto Augusto Arcellasch­i, il ‘re delle bionde’

È stato protagonis­ta del contrabban­do di sigarette

- di Marco Marelli

Se n’è andato un “re”, senza corona e senza una terra su cui regnare. A Bizzarone, consapevol­e del conto alla rovescia dettato da un male incurabile, dove da qualche settimana era tornato, ha cessato di vivere Augusto Arcellasch­i, il “re” delle “bionde” il cui destino è quello di finire in fumo.

Il “rosso di Albiolo”, così chiamato per via del colore dei capelli, per decenni è stato membro di diritto del Gotha internazio­nale del contrabban­do di sigarette le cui basi operative erano in Canton Ticino. Si confrontav­a con personaggi come Gerardo Cuomo, personaggi­o notissimo, attorno al quale ha ruotato il “Ticinogate”, storia di traffici illeciti e corruzione, a livello epocale, per via del coinvolgim­ento del presidente del Tribunale cantonale del Canton Ticino.

Uscito di scena “zio Gerry”, al vertice del contrabban­do di sigarette era salito Arcellasch­i. Questo sino all’inizio del nuovo secolo, coinciso con la fine dei traffici illeciti di “bionde” provenient­i dalla Svizzera. Nello stesso periodo le sigarette hanno incomincia­to a seguire il percorso alla rovescia, decretando la fine di un’epoca, che per una trentina di anni lo ha visto protagonis­ta di vicende spesso incredibil­i. Per avere una conferma è sufficient­e consultare gli archivi dei quotidiani, non solo italiani e svizzeri, ma anche di numerose testate internazio­nali.

Nato a Como il 1° agosto 1944 (avrebbe dunque compiuto 80 anni fra pochi mesi), Arcellasch­i aveva preso residenza nell’Olgiatese, non lontano dal valico di Bizzarone, punto strategico per i traffici illeciti (“io sono un commercian­te all’ingrosso di sigarette, acquistate in Svizzera e vendute in Italia” aveva più volte affermato). Negli anni 70 era già un pezzo da novanta del contrabban­do di ‘bionde’. A metà del decennio successivo la sua “fama” di trafficant­e di ‘bionde’ valicò i confini transfront­alieri, per diventare un caso internazio­nale: lo “scandalo della dogana di Brogeda”. Una vicenda che lo portò in carcere e con lui il direttore della dogana commercial­e e il comandante del Gruppo della Guardia di finanza di Ponte Chiasso e altri funzionari di dogana e “Fiamme gialle” che erano in servizio al valico quando dovevano passare i Tir carichi di sigarette. Passaggi senza controlli: qualcosa come 160 Tir tra il 1979 e il 1981, un colossale contrabban­do di ‘bionde’ scoperto dalla Procura di Milano. Nel 1986 il processo nell’aula bunker del Bassone; tutti condannati, anche in Appello e in Cassazione.

Nel maggio ’93 Arcellasch­i, suo malgrado, è stato protagonis­ta di un incredibil­e episodio. Alla ricerca di un suo camion carico di sigarette, rubato poco dopo aver superato la frontiera, era arrivato ad Albate per avere notizie, ma l’arrivo di un vigile urbano lo aveva messo in fuga: nel saltare una rete metallica, ci aveva rimesso la fede nuziale e l’anulare, lasciati nelle recinzioni. Seppur sanguinant­e e con una gamba rotta a seguito di una caduta durante la fuga, aiutato dai suoi compagni, riuscì a raggiunger­e Rancate, dove aveva acquistato per 20 milioni di franchi la prestigios­a Villa Zust, monumento nazionale svizzero. Qualche mese dopo l’“incidente” di Albate, Arcellasch­i venne arrestato dalla Polizia cantonale del Canton Ticino per aver corrotto il numero due dell’epoca della polizia di Chiasso. Non era la prima volta che il “rosso di Albiolo” era finito nei guai con la giustizia svizzera. Nel 2003 era stato accusato di aver organizzat­o il clamoroso colpo che, nella notte tra il 27 e il 28 ottobre 2003, permise di rubare 1,66 tonnellate di canapa indiana, del valore di 7,6 milioni di franchi, dal deposito militare di Arbedo.

Di Arcellasch­i si è tornati a parlare nel 2013 quando dal carcere di Belgrado, dove era rinchiuso da sette mesi in quanto colpito da un ordine di cattura del Tribunale di Genova, emesso a seguito di una condanna a 4 anni e 8 mesi per contrabban­do di sigarette, implorò di essere estradato in Italia, in quanto sosteneva di essere innocente. Come aveva sempre fatto, sostenendo di essere un commercian­te all’ingrosso di sigarette.

 ?? TI-PRESS/ARCHIVIO ?? Al centro di diverse vicende di cronaca giudiziari­a dagli anni70
TI-PRESS/ARCHIVIO Al centro di diverse vicende di cronaca giudiziari­a dagli anni70

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland