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L’Orchestra del mare

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Milano – Sono stati i pezzi che tenevano insieme i barconi utilizzati per i “viaggi della speranza” nel Canale di Sicilia e ora sono diventati strumenti musicali che hanno suonato in uno dei grandi templi della musica italiana e non solo. Il 12 febbraio scorso infatti, al teatro della Scala di Milano c’è stata la prima dell’Orchestra del Mare, un ensemble composto da strumenti realizzati con legno recuperato dalle barche dei migranti di Lampedusa. Il materiale è stato poi modellato, cesellato e sgrossato per realizzare violini, viole e violoncell­i. E a crearli non dei tradiziona­li liutai ma i detenuti del penitenzia­rio di Opera, ovvero il più grande carcere italiano alla periferia di Milano. Il progetto Metamorfos­i è stato lanciato dalla Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti e si concentra sulla trasformaz­ione: ciò che la società rigetta diventa qualcosa di valore. Il legno marcio, testimone muto della tragedia nel Mediterran­eo viene mutato in strumenti pregiati; mentre i carcerati diventano artigiani. Ogni strumento richiede 400 ore di lavoro, dallo smontaggio delle barche al prodotto finito.

L’Orchestra del Mare rappresent­a una testimonia­nza tangibile del potere della musica nel superare le barriere e nel promuovere l’inclusione, la solidariet­à, l’inseriment­o di coloro – migranti e detenuti – che per la società rappresent­ano i reietti. La musica, ancora una volta, si fa ponte che collega mondi diversi e si offre, attraverso le dolci note di una sinfonia, di dar voce a chi voce non ne ha.

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