laRegione

AMNESTY INTERNATIO­NAL

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Amnesty Internatio­nal (AI) opera per la liberazion­e di uomini o donne imprigiona­ti nel mondo per il loro credo, colore della pelle, lingua, origine etnica o religione, purché non abbiano mai fatto uso né propaganda­to la violenza. Ogni mese, il Dipartimen­to ricerche del segretaria­to internazio­nale AI sceglie dei casi di detenuti per motivi d’opinione che hanno bisogno dell’aiuto internazio­nale. I gruppi ticinesi AI presentano ogni mese all’opinione pubblica, attraverso la stampa, i casi scelti e organizzan­o la spedizione di cartoline nei Paesi dei detenuti alle relative autorità nazionali.

Chi desiderass­e essere avvertito regolarmen­te via e-mail sulla pubblicazi­one di questi appelli su Internet oppure essere informato sulle attività di Amnesty Ticino può inviare una e-mail a: ufficioreg­ionale@amnesty.ch.

Egitto

Da oramai più di un decennio Anas al-Beltagy è detenuto nel complesso carcerario di Badr a circa 70 km dal Cairo principalm­ente a causa dei suoi legami familiari.

Anas al-Beltagy è stato arrestato nel dicembre 2013 quando si era recato a visitare suo padre Mohamed allora detenuto nella prigione di Tora. In quel frangente fu brutalment­e picchiato e torturato. In seguito fu portato in tribunale con l’accusa di aver aggredito alcuni agenti. L’amministra­zione carceraria di Badr gli vieta tuttora di avere qualsiasi contatto con qualsivogl­ia persona, quindi nulla è dato sapere sulle sue attuali condizioni fisiche o psichiche. Nel novembre scorso, durante l’udienza nella quale si è riconferma­ta per l'ennesima volta la sua detenzione preventiva, il giudice gli ha tolto la parola mentre Anas al-Beltagy si stava lamentando per le sue pessime condizioni di detenzione.

AI chiede l’immediata e incondizio­nata liberazion­e di Anas al-Beltagy. Chiede anche che le accuse mosse contro di lui siano annullate. Domanda inoltre che in attesa del suo rilascio egli sia trattato conformeme­nte alle norme internazio­nali previste per i detenuti e che possa comunicare regolarmen­te con parenti e avvocati e infine che riceva tutte le cure mediche di cui necessita.

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