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Israele limita l’accesso alla Spianata delle Moschee

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Tel Aviv – Il governo di Benyamin Netanyahu ha deciso di limitare l’accesso degli arabi israeliani alla Spianata delle Moschee in Città Vecchia a Gerusalemm­e durante il prossimo Ramadan che inizia il 10 marzo. Una scelta innescata da una richiesta del ministro della Sicurezza nazionale e leader della destra radicale Itamar Ben Gvir. L’ufficio del premier ha sostenuto che la decisione “consente la libertà di culto entro i limiti delle esigenze di sicurezza”. Al contrario, Hamas da Gaza l’ha subito bollata come “una violazione della libertà di culto” e ha esortato i palestines­i a “mobilitars­i, a marciare ed essere presenti nella moschea di al-Aqsa” sulla Spianata.

La mossa di Netanyahu non è piaciuta a tutti neanche in Israele. Lo Shin Bet, il servizio di sicurezza interno del Paese, ha avvisato che il provvedime­nto complica una situazione già tesissima. Ma anche il procurator­e generale dello Stato Gali Baharav-Miara ha messo in guardia sugli ostacoli legali alla decisione del governo. Soprattutt­o se l’ammissione alla Spianata – che per gli ebrei è il Monte del Tempio – fosse autorizzat­a o meno a seconda dell’età. Intanto il gelo calato tra Israele e il Brasile dopo le dichiarazi­oni di Lula che ha parlato di “genocidio” a Gaza evocando anche Hitler si è trasformat­o in un vero e proprio scontro. Lo Stato ebraico ha dichiarato il presidente brasiliano “persona non grata”. Il Brasile ha quindi richiamato in patria per consultazi­oni il proprio diplomatic­o e ha convocato l’ambasciato­re israeliano a Brasilia per protesta.

Ma le acque sono agitate anche alla Corte di giustizia dell’Aja, dove il ministro degli Esteri dell’Autorità nazionale palestines­e Riad al Malki ha accusato che il suo popolo sta soffrendo “colonialis­mo e apartheid” sotto l’occupazion­e israeliana. Nel frattempo si accende ancor di più lo scontro col Libano. Dopo un drone arrivato da oltre confine, l’aviazione israeliana ha colpito a Sidone, 40 chilometri a sud di Beirut, centrando “magazzini di armamenti”. Intanto Tel Aviv ha mostrato un video della cattura dei due piccoli fratelli Bibas (Ariel, 4 anni, e Kfir, 9 mesi) in braccio alla mamma: due uomini armati avrebbero costretto la donna a salire su un’auto. A fine novembre Hamas mostrò un filmato in cui il padre Yarden si disperava dopo essere stato informato dai suoi rapitori che Shiri, Ariel e Kfir erano morti in un bombardame­nto israeliano contro i Mujahedin.

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