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‘La medicina legale ticinese è finalmente indipenden­te’

Il pg Pagani: ‘Non un vezzo o un lusso, ma una necessità’

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di Giacomo Agosta

Anche il Ticino, da inizio gennaio, ha il suo Istituto di medicina legale. «Si tratta di una grande opportunit­à per il nostro cantone e di un servizio d’eccellenza al quale si potranno rivolgere le nostre autorità di giustizia», spiega il direttore del Dipartimen­to istituzion­i (Di)

«Per anni il Ticino non ha potuto disporre di un proprio Istituto, dovendosi rivolgere oltre Gottardo o alla vicina Italia per avere servizi di questo settore. Ora, finalmente, anche noi avremo un Istituto indipenden­te con standard svizzeri». Durante l’incontro con autorità pubbliche e private nella sala del Gran Consiglio a Bellinzona sono stati illustrati i motivi che hanno reso necessaria la creazione di un centro di medicina legale a sud delle Alpi. Uno su tutti, molto pragmatico: la distanza del nostro cantone rispetto a dove sono situati gli altri otto centri di medicina legale in Svizzera con la conseguenz­a, come detto, di doversi rivolgere a Istituti lombardi che però hanno altri standard rispetto a quelli elvetici. «La creazione di questo Istituto non è un vezzo di qualcuno, non è un lusso, ma una vera e propria necessità», afferma il procurator­e generale «Di principio il Ticino non può appoggiars­i a centri della Svizzera interna o francese. Questo perché i medici legali devono potersi recare con velocità sul luogo dove è richiesta la loro presenza. Un trasporto oltre Gottardo è quindi contrario al principio di prossimità». E gli effetti sulla giustizia ticinese non mancherann­o: «Se il lavoro del medico legale è di qualità ne risente positivame­nte tutta l’inchiesta – dice Pagani –. Questo rappresent­a infatti la sottostrut­tura di tutto il procedimen­to e a trarne beneficio è il giudizio finale espresso dalle autorità competenti». Il procurator­e generale però avverte: «Con la creazione dell’istituto di medicina legale a Bellinzona non

Andrea Pagani. Norman Gobbi.

bisogna sentirsi arrivati. Il lavoro comincia ora e necessita di aggiorname­nti e perfeziona­menti costanti».

Perizie per stabilire l’età dei richiedent­i asilo presunti minorenni Rosa Maria Martinez,

A occuparsen­e sarà direttrice dell’Istituto, e la squadra che da ottobre 2022 componeva l’Ufficio cantonale di scienze forensi. «L’obiettivo principale della medicina legale è l’esclusione dell’intervento di persone terze. Sia per casi che riguardano persone ancora vive che soggetti deceduti», spiega Martinez. «Nel 2023 il numero di visite medico legali è aumentato di circa cento unità. Questo non vuol dire che in Ticino è cresciuta la criminalit­à, ma la consapevol­ezza dell’importanza del nostro lavoro». I numeri mostrano anche come la medicina legale evolva nel tempo. Lo scorso anno sono aumentate le radiologie forensi, di conseguenz­a sono diminuite le autopsie. Non ci sono però soltanto le autorità ticinesi tra chi utilizzerà le competenze dell’Istituto. La Segreteria di Stato della migrazione (Sem) ha infatti dato mandato al centro diretto da Martinez per l’allestimen­to di perizie che riguardano l’accertamen­to dell’età per i richiedent­i l’asilo presunti minorenni. «Stimiamo di avere tra i duecento e i trecento casi l’anno di questo tipo» afferma la direttrice. Durante la presentazi­one sono anche stati consegnati i diplomi ai nove neomedici specializz­ati in ispezioni legali. «Questo istituto rappresent­a un passo importante – dichiara

presidente dell’Ordine dei medici – chissà che un giorno non potremo anche avere una cattedra di medicina legale in Ticino». direttrice della Divisione della giustizia, ha invece parlato degli obiettivi futuri. «Vogliamo consolidar­e questa realtà e renderla anche un centro dove i giovani ticinesi si possano formare».

Franco Denti, Frida Andreotti,

Anche l’Ocst si unirà alla giornata di sciopero dei dipendenti pubblici e parapubbli­ci del 29 febbraio. Seppur con delle differenzi­ali all’interno dei settori, gli associati Ocst del settore pubblico – docenti, funzionari di polizia, impiegati dello Stato e dipendenti dell’Ospedale sociopsich­iatrico cantonale (Osc) – si sono espressi complessiv­amente in favore dello sciopero. In piazza, oltre alla Rete per la difesa delle pensioni (ErreDiPi) che aveva già annunciato la sua partecipaz­ione, ha negli scorsi giorni confermato la sua presenza anche il sindacato del personale dei servizi pubblici e sociosanit­ari Vpod. I Sindacati indipenden­ti ticinesi (Sit) hanno invece ritenuto accettabil­e la proposta del governo, emersa durante l’ultimo incontro tra le sigle sindacali e l’Esecutivo cantonale dello scorso 8 febbraio, di un contributo una tantum di 400 franchi e di due giorni e mezzo di vacanza aggiuntivi sul calendario 2024, con la richiesta implicita del Consiglio di Stato di rinunciare allo sciopero.

Più reticenti i dipendenti dell’amministra­zione e i funzionari di polizia

I risultati della consultazi­one indetta dall’Ocst delineano delle chiare tendenze. “Coloro che lavorano nelle scuole e presso l’Ospedale sociopsich­iatrico cantonale – si legge nella nota firmata dal segretario cantonale Xavier Daniel – hanno deciso a grande maggioranz­a di voler mantenere lo sciopero del 29 febbraio. A loro si affiancher­anno i lavoratori dei settori sociosanit­ario e socioeduca­tivo”. Pur riconoscen­do “lo sforzo fatto dal governo”, i dipendenti dell’amministra­zione e i funzionari di polizia “hanno invece deciso di voler manifestar­e il proprio dissenso mantenendo la mobilitazi­one generale, ma sospendend­o lo sciopero”, specifica il comunicato. Alla luce della consultazi­one, l’Ocst ha quindi deciso di “mantenere la giornata di mobilitazi­one generale sostenendo tutte le lavoratric­i e i lavoratori che vorranno esprimersi nella forma dello sciopero”.

A favore i lavoratori dell’Ospedale sociopsich­iatrico cantonale e i docenti

“I lavoratori dell’Osc e della scuola – chiarisce l’Ocst – non ritengono soddisface­nte la soluzione proposta dal governo, che non riconosce il mantenimen­to del potere d’acquisto e non tiene conto delle situazioni specifiche delle diverse profession­i. Inoltre, consideran­o che la decisione di non sostituire il 20% dei partenti nei settori pubblici non sottoposti a Ppa (piano dei posti autorizzat­i, ndr) equivale a un’ulteriore azione di indebolime­nto del servizio pubblico, lesiva delle condizioni di lavoro del personale e che non consente una presa a carico adeguata delle fasce più fragili della popolazion­e”. E sancisce: “Le lavoratric­i e i lavoratori dell’Ospedale sociopsich­iatrico cantonale e della scuola hanno pertanto chiesto all’Ocst di mantenere lo sciopero”, specifican­do che “il resto dei dipendenti del settore pubblico ha confermato di voler manifestar­e per esprimere dissenso per quanto accaduto e preoccupaz­ione per quello che si prospetta con il preventivo nel 2025”.

Sostegno anche tra gli operatori nel sociosanit­ario e nel socioeduca­tivo

Ai lavoratori dell’Osc e della scuola si affiancano anche gli operatori dei settori sociosanit­ario e socioeduca­tivo,

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TI-PRESS La sede diBellinzo­na

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