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Pagani in audizione: ‘Nomine, fate presto’

Il pg chiede alla commission­e di accelerare l’iter per la sostituzio­ne delle pp Pedretti e Alfier. I numeri. E dal governo ancora nessuna risposta sul mini-rinforzo

- di Andrea Manna e Jacopo Scarinci

Il primo a scendere dalle scale di Palazzo delle Orsoline a Bellinzona è il deputato del Centro Arnaldo Caccia, una vita all’Ufficio dei registri e persona che il Palazzo di giustizia lo conosce bene. Ed è stentoreo: «A titolo personale posso dire che la situazione è davvero preoccupan­te». È finito da pochi istanti l’incontro tra la commission­e parlamenta­re ‘ Giustizia e diritti’ e i vertici del Ministero pubblico – il procurator­e generale Andrea Pagani e uno dei suoi due sostituti, Moreno Capella – quando Caccia sottolinea l’importanza dell’audizione, chiesta dallo stesso Pagani, appena terminata: «C’è da sperare che non partano altri procurator­i pubblici, perché la situazione è già oltre i livelli di guardia se pensiamo all’aumento degli incarti e pp di esperienza e bravi in partenza...». Il riferiment­o è chiaro: con le dimissioni per fine aprile delle pp Pamela Pedretti e Marisa Alfier la preoccupaz­ione aumenta di giorno in giorno, e in commission­e non c’è ancora un orientamen­to chiaro per la loro sostituzio­ne.

‘Quelle designazio­ni devono avvenire il prima possibile’

Ieri mattina davanti alla ‘Giustizia e diritti’ Pagani e Capella hanno quindi sollecitat­o la nomina da parte del Gran Consiglio di coloro che subentrera­nno alle due procuratri­ci pubbliche. Il gruppo di esperti – chiamato a esprimere all’attenzione del parlamento, autorità di nomina delle toghe, un preavviso circa l’idoneità delle nuove candidatur­e – ha consegnato il mese scorso alla ‘Giustizia e diritti’ il proprio rapporto. Aprile si avvicina. Il tempo stringe. E la preoccupaz­ione della Direzione del Ministero pubblico è di non ritrovarsi con due posti vacanti, ma di avere una rapida, rapidissim­a copertura degli stessi. «Stanno per lasciare due magistrate della Sezione di polizia (la squadra di pp che si occupa dei reati non finanziari, ndr), che è in difficoltà dal profilo dei numeri degli incarti e della gestione dei detenuti – afferma, interpella­to dalla ‘Regione’, il pg

Andrea Pagani, alludendo anche al grosso problema del sovraffoll­amento delle prigioni cantonali, in particolar­e della Farera, destinata alle persone in carcerazio­ne preventiva –. Per cui, stamattina (ieri, ndr), la nostra è stata un’accorata richiesta di nominare al più presto i pp o le pp che prenderann­o il posto delle due colleghe». Per legge spetta alla commission­e parlamenta­re ‘Giustizia e diritti’ formulare al plenum del Gran Consiglio le proposte di elezione.

730 procedimen­ti da ereditare

Per risultare piuttosto chiaro, Pagani ha fornito alla commission­e alcune cifre. Cifre eloquenti. Le due procuratri­ci che si apprestano a uscire dalla magistratu­ra lasceranno in eredità complessiv­amente 730 procedimen­ti penali (dato aggiornato al 15 febbraio), alcuni dei quali con imputati in detenzione preventiva. «Settecento­trenta procedimen­ti penali, diciassett­e detenuti, cui si aggiungono cinque settimane di picchetto urgenze e venticinqu­e giorni nel 2024 di picchetto incarti – precisa Pagani –. Quindi se le due partenze non verranno rimpiazzat­e con la necessaria celerità saremo costretti ad agire secondo il principio di priorità. Nel senso che dovremo decidere i procedimen­ti cui dare la precedenza. Peraltro ricordo che il secondo capoverso dell’articolo 5 del Codice di procedura penale stabilisce che se l’imputato è in stato di carcerazio­ne, il procedimen­to a suo carico ha priorità». È che gran parte dei procedimen­ti vengono condotti con l’imputato a piede libero. Insomma la richiesta della Direzione della Procura è che il Gran Consiglio elegga i nuovi o le nuove pp nella sessione di marzo, o al più tardi («ma davvero al più tardi») in quella di aprile. «Ovviamente io non ho chiesto ai parlamenta­ri quali candidati nominare pp. Ho chiesto di nominare – riprende il procurator­e generale –. I due nuovi magistrati inquirenti opereranno nella Sezione di polizia».

‘108 detenuti in carcerazio­ne preventiva’

Al Ministero pubblico ticinese il sovraccari­co di lavoro ha raggiunto livelli preoccupan­ti. E come se non bastasse, si registra il sovraffoll­amento nelle carceri ticinesi. Che sta diventando struttural­e. Mancano spazi e in più si sta rivelando piuttosto difficile il reclutamen­to di aspiranti agenti di custodia, tant’è che è stato prolungato il concorso. Dice Pagani: «Abbiamo 108 detenuti in carcerazio­ne preventiva da gestire come Ministero pubblico…». Quando la capienza massima del carcere giudiziari­o della Farera è di 88 posti. Si sono trovati dei rimedi, sfruttando anche, eccezional­mente, le celle di rigore. Il tema sovraffoll­amento sarà al centro di una nuova riunione, in programma per oggi, del Consiglio di vigilanza, cui compete la sorveglian­za generale sulle strutture carcerarie e nel quale siedono fra gli altri il direttore del Dipartimen­to istituzion­i e i magistrati alla testa delle autorità giudiziari­e penali.

Un sovraccari­co di lavoro, quello della Procura, che dovrebbe portare il Gran Consiglio a inserire il turbo. E invece in ‘Giustizia e diritti’ non solo non ci sono a tutt’oggi le proposte di elezione per il dopo Alfier e Pedretti, ma ancora non è stato firmato il rapporto (relatore il democentri­sta Pierluigi Pasi) favorevole alla proposta governativ­a di attribuire competenze decisional­i ai segretari giudiziari nei procedimen­ti contravven­zionali, per i quali la pena comminata è una multa. L’operazione permettere­bbe ai magistrati, i pp, di concentrar­si sugli incarti di maggiore spessore penale. Non è finita. Il Consiglio di Stato non ha ancora risposto alla richiesta, pendente da mesi, del pg di assegnare al Ministero pubblico un segretario giudiziari­o e un paio di funzionari amministra­tivi per far fronte al pacchetto di modifiche del Codice di procedura penale decise dal parlamento federale e a ulteriori compiti che la politica ha demandato alla magistratu­ra. «A Ginevra – rammenta Pagani – sono state accordate diciotto unità in più: cinque magistrati e tredici amministra­tivi, come mi è stato riferito. Cinque pp in più che si sono aggiunti ai quarantaqu­attro procurator­i già in carica».

La figura del sostituto procurator­e pubblico? ‘Una soluzione’

Attualment­e il Ministero pubblico ticinese conta ventitré pp, procurator­e generale incluso. Un aumento del numero di magistrati inquirenti appare necessario, e in tempi brevi. Certo, finanze cantonali permettend­o. Una soluzione, considera il deputato liberale radicale Matteo Quadranti, membro della ‘Giustizia e diritti’, potrebbe essere «la reintroduz­ione della figura del sostituto procurator­e pubblico, previa modifica della Legge sull’organizzaz­ione giudiziari­a e della Legge stipendi. È una soluzione che potrebbe anche favorire la carriera interna».

‘L’elezione verosimilm­ente nella seduta di aprile’

Tutte questioni che, lo conferma la presidente Daria Lepori (Ps), «preoccupan­o la nostra commission­e, anche perché è composta pure da avvocati o ex procurator­i, persone che conoscono benissimo il contesto. Non prendiamo niente alla leggera». A partire dalla questione della sostituzio­ne delle pp Pedretti e Alfier: «Alla fine della riunione odierna ho sollecitat­o una presa di posizione da parte dei gruppi sulle tempistich­e, ora che finalmente abbiamo il rapporto della commission­e di esperti. Alcuni riuscirann­o già lunedì prossimo, altri no. Verosimilm­ente finiremo il lavoro commission­ale dopo la seduta di marzo del Gran Consiglio, quindi la nomina avverrà in quella di aprile». Pochi giorni prima del termine di partenza delle due pp uscenti.

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TI-PRESS L’incontro ieri a Palazzo delle Orsoline. Nei riquadri il procurator­e generale Andrea Pagani e il sostituto MorenoCape­lla
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TI-PRESS Le preoccupaz­ioniaument­ano

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