laRegione

Gilet gialli e democrazia diretta

- di Danielle Andrée Brocard, Losanna

Da parecchi decenni la Svizzera dispone di un’eccellente garanzia di solidariet­à sociale: l’AVS ridistribu­isce la ricchezza prodotta dall’intero Paese tra le classi più ricche e quelle più povere, compito imprescind­ibile di uno Stato moderno. E il meccanismo tiene conto dei diritti umani, perché l’uguaglianz­a dei diritti e dei doveri riguarda tutti in quanto esseri umani, meritevoli o meno del sostegno altrui, quindi pensioni uguali, ma plafonate verso il massimo per coprire i bisogni primari, secondo la nostra costituzio­ne. Senza questo meccanismo perequativ­o, promosso dai nostri antenati nel dopoguerra, rischierem­mo di provocare reazioni incontroll­ate del genere gilet gialli come accade nelle democrazie vicine. Attualment­e l’AVS non consente più di sovvenire ai bisogni primari secondo costituzio­ne, per via degli aumenti di assicurazi­one malattie e affitti. Ebbene la formidabil­e risorsa della democrazia diretta ci consente a di affrontare il problema mediante la campagna per una 13esima mensilità AVS. I partiti borghesi cercano di far paura all’intero Paese, inventando­si persino un divario generazion­ale, esattament­e l’opposto di ciò che sta alla base dell’AVS. Secondo questa destra politica, ci sarebbe un rischio concreto che l’AVS faccia fallimento, e questo in un Paese che non ammette il fallimento di una banca privata male amministra­ta! Ciò equivale a prendere i cittadini per imbecilli. La verità è che i partiti borghesi in parlamento hanno paura di perdere il loro potere, soprattutt­o la paura di essere chiamati a rispondere della loro inazione e/o della loro incapacità a risolvere i problemi sociali. Non c’è da stupirsi: i ricchi non hanno bisogno dell’AVS, ma dimentican­o spesso che l’AVS ha bisogno di loro.

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