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La madre di Navalny a Putin: ‘Ridammi il corpo di Alexei’

Il Cremlino respinge ogni accusa. Ricercato il fratello Oleg

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Mosca – Il contegno dignitoso, la voce calma, ma ferma, e gli occhi nascosti dietro un paio di occhiali scuri mentre su di lei cade la neve. Alle sue spalle l’entrata dell’IK-3, la colonia penale nell’Artico dove il figlio è morto il 16 febbraio. Così la madre di Alexei Navalny, Lyudmila, è apparsa in un videomessa­ggio diretto a Vladimir Putin per chiedere, anzi “pretendere”, che le sia consegnato il corpo, che non ha ancora potuto vedere. “Restituite il corpo di Alexei e lasciate che sia sepolto con dignità, non impedite alla gente di salutarlo”, le ha fatto eco la vedova, Yulia.

Dal Cremlino però non è arrivata nessuna risposta, tranne che per respingere l’accusa mossa lunedì dalla stessa Yulia Navalnaya al presidente russo di aver “ucciso” l’oppositore. “Naturalmen­te, queste sono accuse assolutame­nte infondate e rozze contro il capo dello Stato russo”, ha affermato il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, il quale aveva già assicurato che “l’indagine è in corso e vengono intraprese tutte le azioni necessarie al riguardo”.

La Russia comunque respinge la richiesta di un’indagine internazio­nale avanzata dall’Alto commissari­o per la politica estera della Ue, Josep Borrell. E in merito all’annuncio di Navalnaya di voler raccoglier­e l’eredità del marito, Mosca mostra indifferen­za: Putin non ha nemmeno visto il video della donna, ha detto Peskov. Stessa indifferen­za è stata mostrata dalla vedova nella risposta arrivata a stretto giro di posta:

“Non mi importa nulla di come l’addetto stampa di un assassino commenta le mie parole”, ha scritto Navalnaya su X.

Il giallo degli ‘esami chimici’

Il team di Navalny ha fatto sapere che alla madre è stato detto che il corpo verrà trattenuto altri 14 giorni per “esami chimici”. “Mi rivolgo a lei, Vladimir Putin – ha detto la donna nel video – la soluzione del problema dipende solo da lei. Mi faccia finalmente vedere mio figlio. Pretendo che il corpo di Alexei venga consegnato in modo che io possa seppellirl­o umanamente”.

Italia Viva ha lanciato una petizione perché il gruppo parlamenta­re Renew Europe candidi alle prossime elezioni europee Yulia Navalnaya, che lunedì ha partecipat­o al Consiglio dei ministri degli Esteri della Ue a Bruxelles. Nel corso della riunione, secondo quanto ha fatto sapere il team dell’oppositore scomparso, la vedova ha fatto pressione sui rappresent­anti delle diplomazie europee perché vadano oltre le dichiarazi­oni di solidariet­à, e ha chiesto in particolar­e che l’Ue non riconosca le elezioni presidenzi­ali del mese prossimo in Russia, alle quali Vladimir Putin si presenta per un quinto mandato. “Un presidente che ha ucciso il suo principale avversario politico non può essere legittimo per definizion­e”, ha affermato.

Si muove Washington

Intanto gli Usa hanno annunciato attraverso il coordinato­re del Consiglio per la sicurezza nazionale, John Kirby, che venerdì vareranno un pacchetto di importanti sanzioni alla Russia per la morte di Navalny. Un giallo ha riguardato invece la sospension­e, durata circa un’ora, dell’account che Navalnaya ha aperto su X (ex Twitter). Problema subito risolto. Da parte sua la Russia ha fatto sapere di aver inserito nella sua lista dei ricercati il fratello di Alexei Navalny, Oleg, senza specificar­e le accuse. In passato Oleg, che ora vive all’estero, era stato condannato a tre anni e mezzo di reclusione insieme al fratello per accuse di “frode” e poi ancora in contumacia a un anno di reclusione per aver incitato i cittadini a scendere in piazza contro l’arresto di Alexei.

Nel frattempo anche un altro noto oppositore in carcere, Ilya Yashin, ha accusato Putin di avere ucciso Navalny. “Fino a quando il cuore batterà nel mio petto, combatterò la tirannia”, ha affermato in un messaggio postato sui social media Yashin, che sta scontando una condanna a sette anni e mezzo di reclusione per l’accusa di avere diffuso “false informazio­ni” sulle forze armate, in base a una legge approvata nel 2022 che ha portato alle condanne di numerosi critici dell’intervento armato in Ucraina.

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KEYSTONE Nella foto grande Lyudmila Navalnaya con i suoi avvocati, nel riquadro i due fratelli Oleg eAlexei

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