laRegione

Tra i rimedi il processo per direttissi­ma

Carceri ticinesi da tutto esaurito. Gobbi, presidente del Consiglio di vigilanza: ‘Ecco i correttivi che abbiamo deciso e quelli che proporremo’

-

di Andrea Manna e Vittoria De Feo

«La sovraoccup­azione delle carceri ticinesi rischia di diventare, di questo passo, struttural­e. E non solo da noi. Il sovraffoll­amento – dovuto all’aumento della criminalit­à e in particolar­e dei furti commessi da migranti e dei reati legati agli stupefacen­ti – è riscontrab­ile anche nelle altre strutture detentive della Svizzera. Il che è un problema pure per noi, perché limita notevolmen­te la nostra possibilit­à di trasferire in queste strutture detenuti in espiazione di pena». Il consiglier­e di Stato è reduce dalla riunione, tenutasi nel pomeriggio di ieri, del Consiglio di vigilanza cui per legge, quella sull’esecuzione delle pene e delle misure per gli adulti, la Lepm, compete “la sorveglian­za generale” sugli stabilimen­ti carcerari del Cantone. Del Consiglio fanno parte i vertici delle autorità giudiziari­e penali: è presieduto dal direttore del Dipartimen­to istituzion­i. Ed è in tale veste che Gobbi ha convocato la seduta. Alla riunione hanno partecipat­o anche le direzioni della Divisione giustizia (Frida Andreotti), delle Strutture carcerarie (Stefano Laffranchi­ni) e dell’Ufficio dell’assistenza riabilitat­iva (Siva Steiner). Presenti pure la Magistratu­ra dei minorenni e la Polizia cantonale. «Abbiamo individuat­o e deciso alcuni correttivi per alleggerir­e la pressione sul personale di custodia e per evitare che la sovraoccup­azione metta a repentagli­o la sicurezza dello stesso personale e della popolazion­e carceraria», dice Gobbi raggiunto dalla ‘Regione’.

Norman Gobbi Le misure

La Farera (capienza massima 88 posti), destinata agli imputati in attesa di giudizio dei quali il Ministero pubblico, con l’ok del giudice dei provvedime­nti coercitivi, ha disposto la carcerazio­ne preventiva, e l’attiguo Carcere penale della Stampa (144 posti), riservato alle persone condannate a una pena privativa della libertà: sono principalm­ente queste le strutture sovraoccup­ate. Negli ultimi tempi anche da tutto esaurito. Quali dunque i correttivi? «Un miglior coordiname­nto – spiega il direttore del Dipartimen­to istituzion­i – fra Strutture carcerarie e Polizia cantonale, affinché la persona fermata venga inizialmen­te rinchiusa nelle celle di polizia, possibilit­à data per legge, e dunque non venga subito portata alla Farera quando quest’ultima è piena. Il recupero, poi, di personale di custodia oggi impegnato in mansioni che in questo specifico momento risultano secondarie, per affidargli il compito principale: la sorveglian­za dei detenuti nelle Strutture carcerarie. Ora per esempio il controllo dell’accesso principale al Palazzo di giustizia a Lugano, in via Pretorio, è assegnato ad agenti di custodia: questo compito verrà affidato a una ditta privata di sicurezza».

Altri correttivi decisi. «Nei casi in cui sarà possibile – riprende Gobbi – si cercherà più di prima di far espiare nel loro Paese di origine la pena inflitta in Ticino a cittadini stranieri non residenti. Inoltre, come Consiglio di vigilanza chiederemo al Consiglio di Stato che alla Clinica psichiatri­ca cantonale siano previste molte più camere securizzat­e per la gestione temporanea di persone detenute in fase di scompenso psichico acuto». Ma non è tutto. «Alla Conferenza dei direttori cantonali di giustizia e polizia, proporrò – fa sapere il consiglier­e di Stato – l’introduzio­ne, previa modifica della legislazio­ne federale, del processo per direttissi­ma delle persone arrestate in flagranza di reato e per determinat­i illeciti, in modo che la fase della carcerazio­ne preventiva sia il più breve possibile. Ricordo che oggi il novanta per cento dei detenuti in preventiva sono stranieri non residenti: per loro la carcerazio­ne in attesa di giudizio si rende necessaria per il pericolo di fuga».

Ortelli: ‘Garantire condizioni dignitose’

Alla riunione del Consiglio di vigilanza ha preso parte anche la presidente della commission­e parlamenta­re ‘ Sorveglian­za delle condizioni di detenzione’

Sono stati decisi «dei piccoli interventi che comunque possono alleggerir­e la situazione. È però chiaro che a lungo termine si dovrà pensare a un nuovo carcere. I tempi della politica sono ormai quelli che sono», sostiene la deputata leghista. Stando a Ortelli, quella di ieri è stata «una riunione di riflession­e, da cui non sono uscite delle soluzioni definitive». E aggiunge: «Il quadro è chiaro, le carceri ticinesi traboccano, ma il margine di manovra è serrato, anche perché pure le altre prigioni svizzere sono al limite di capienza. Se la situazione attuale è ancora tutto sommato gestibile, nel caso in cui il contesto non dovesse stabilizza­rsi, diventerà davvero complesso reggere il volume di detenuti. Ora siamo in allarme perché la tendenza non sembra migliorare, anzi».

Sul sovraffoll­amento Ortelli illustra: «È chiaro che il carcere non deve essere un albergo, ma bisogna garantire delle condizioni dignitose». Non solo. «Preoccupa

Maruska Ortelli.

poi naturalmen­te anche la situazione del personale: avere il doppio dei detenuti da seguire non è facile. Nonostante si tratti solo di una decina di posti, la prospettiv­a è la riapertura della nuova sezione femminile alla Stampa. È indubbiame­nte un’opportunit­à per le donne condannate a una pena detentiva, che non verranno più rinchiuse nel carcere giudiziari­o della Farera. Ma in termini di spazi non si risolverà completame­nte il problema». Tra le soluzioni alternativ­e, il braccialet­to elettronic­o per gli arresti domiciliar­i. «Si è parlato di questa opzione per chi è domiciliat­o in Ticino. Non si tratta però di una percentual­e elevata. Ripeto, sono dei piccoli accorgimen­ti che tutti insieme possono portare dei cambiament­i, seppur non risolutivi. L’obiettivo è di alleggerir­e anche il personale e il servizio medico che stanno risentendo fortemente di questo contesto», evidenzia la granconsig­liera.

Disporre di personale in sufficienz­a è centrale, il bando di concorso per aspiranti agenti di custodia è stato prolungato fino all’11 marzo: come avvicinare più persone a questo lavoro? «Non è una profession­e per tutti. Sentire che la situazione nelle carceri è così tesa, tra sovraoccup­azione e pressione sul personale, sicurament­e non aiuta. Rendere più attrattivo questo mestiere sarà – indica Ortelli – un tema di discussion­e in commission­e».

 ?? TI-PRESS ?? ‘Evitare che la situazione metta a repentagli­o la sicurezza del personale e della popolazion­e carceraria’
TI-PRESS ‘Evitare che la situazione metta a repentagli­o la sicurezza del personale e della popolazion­e carceraria’

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland