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Erbacce nel ‘lago bianco’, il ghiaietto dovrà sparire

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Realizzata ormai dieci anni fa, la superficie in ghiaietto chiaro che caratteriz­za parte del Parco urbano di Bellinzona non è un bel vedere quando si riempie d’erbacce e obbliga gli operai comunali a estirparle generando costi alla Città per 20/25mila franchi annui. Il Municipio dovrà perciò stanziare un credito per sostituirl­a “con un altro fondo definitivo e decoroso che non ponga problemi di manutenzio­ne”. Lo ha stabilito il Consiglio comunale accogliend­o ieri sera con un solo voto di scarto (17 sì, 16 no e 7 astenuti) la mozione del Centro che – giudicando pietoso lo stato di conservazi­one della ‘struttura alveolare rigida con riempiment­o degli interstizi in ghiaia biancastra’ – chiedeva la rimozione e sostituzio­ne del cosiddetto ‘lago bianco’. Il plenum un po’ a sorpresa non ha dunque seguito Municipio e maggioranz­a della Commission­e edilizia secondo cui lo ‘statu quo’ avrebbe potuto proseguire per vari motivi. Quello di fondo è che è opportuno attendere qualche anno al fine di meglio definire la destinazio­ne e l’utilizzo del Parco urbano medesimo.

‘Progettazi­one discutibil­e e con errori’

“È palese a tutti– sottolinea­va la maggioranz­a commission­ale nel rapporto – che la progettazi­one del ‘lago bianco’ sia stata, a suo tempo, quanto meno discutibil­e e caratteriz­zata da errori. E che il costo di manutenzio­ne sia oltremodo oneroso. La mozione così come espressa, tuttavia, risulta essere oltremodo vaga, chiedendo un credito per un’opera nemmeno definita né prevista. Non si può inoltre dimenticar­e che una volta terminata, la ristruttur­azione del Liceo renderebbe probabilme­nte il Parco urbano più interessan­te; idem altri progetti ancora in divenire che porterebbe­ro l’intero comparto a essere meno periferico e quindi più allettante per l’organizzaz­ione di eventi vari”, i quali già attualment­e vengono comunque proposti durante la bella stagione. Dal canto suo il Municipio ha evidenziat­o che – nonostante i costi di manutenzio­ne non trascurabi­li e qualche problema con lo smaltiment­o delle acque meteoriche – il ‘lago bianco’ è tutt’oggi uno spazio idoneo all’organizzaz­ione di eventi, con una sovrastrut­tura adatta a garantire lamassima flessibili­tà, disponendo peraltro di tutti gli allacciame­nti necessari per le manifestaz­ioni.

Quattro varianti scartate

Ad ogni modo alcune varianti sono state approfondi­te, matutte – stando a Municipio e commission­e – presentano punti deboli. Prima, una pavimentaz­ione bituminosa drenante: “Da scartare perché non sostenibil­e dal profilo climatico (isola di calore) ed estetico”. Idem per la seconda, ossia una pavimentaz­ione in calcestruz­zo drenante. La terza: nuova pavimentaz­ione in grigliati di plastica o calcestruz­zo a superficie parzialmen­te erbosa: “Ha lo svantaggio di dover essere irrigata in estate per evitare che il surriscald­amento del grigliato bruci l’erba. Inoltre sono notevoli i costi di realizzazi­one pari a 420’000 franchi più 150’000 per smaltire le acque e 8mila per manutenzio­ne e irrigazion­e”. Infine la posa di un tappeto erboso (250mila franchi), variante preferita dai mozionanti ma ritenuta “poco opportuna poiché richiedere­bbe il ripristino dell’erba dopo ogni evento”. Come recita il proverbio, il meglio è nemico del bene.

La discussion­e

Il co-mozionante Emilio Scossa-Baggiduran­te il dibattito si è tolto il ghiaietto dalla scarpa definendo «pilatesca la trattazion­e della mozione e degradante l’attività svolta dagli operai comunali». Citando poi le parole del municipale Giorgio Soldini( capodicast­ero Ambiente) ha definito la situazione «un ‘schivi’». Mentre Soldini ha negato di essersi espresso in quei termini, dai tavoli del Plr Andrea Cereda ha motivato il no del gruppo ritenendo «non sopportabi­le l’onere per la realizzazi­one di un’alternativ­a». Claudio

Buletti (Sinistra) ha caldeggiat­o una soluzione anche meno cara. Claudio Cattori (Centro) ha suggerito di traslare un milione di franchi dal Parco fluviale al Parco urbano. Per Tiziano Zanetti( Plr) la superficie «non è malvagia, il problema è che viene utilizzata troppo poco. Se usata di più e regolarmen­te, il problema si risolvereb­be da solo grazie al calpestio». Il municipale Henrik Bang, capodicast­ero Opere pubbliche, ha ricordato che a causa della pandemia vi sono stati tre anni di inutilizzo e «la ripresa degli eventi, la scorsa estate, ha da sola risolto metà del problema». Il plenum ha invece deciso che dovrà essere risolto alla radice.

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Dopo dieci anni sarà sostituito

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