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Torna in aula il pestaggio in Rotonda con pietre e skate

In Appello i quattro imputati per i fatti dell’ottobre 2022

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S.F.

Nell’aprile 2023 erano stati condannati a pene diverse, più o meno pesanti. Ora i quattro giovani che nell’ottobre del 2022, a Locarno, avevano picchiato un 26enne srilankese tornano in aula. Da oggi, mercoledì 21 febbraio (con giovedì 22 febbraio come giorno di riserva), compariran­no di fronte alla Corte di appello e revisione penale (Carp), presieduta da Giovanna Roggero-Will, con giudici a latere Rosa Item e Chiarella Rei-Ferrari.

L’elenco delle accuse delle quali i quattro, a diverso titolo, devono rispondere resta quello della prima istanza: tentato omicidio intenziona­le, tentate lesioni gravi o tentate lesioni semplici con oggetto pericoloso, omissione di soccorso, rissa e contravven­zione alla Legge federale sugli stupefacen­ti. Così come per il primo processo, sui due fronti opposti si ritroveran­no il procurator­e pubblico Pablo Fäh e i quattro avvocati difensori Giuseppe Gianella, Pascal Cattaneo, Chiara Agostina Donati e Felice Dafond.

Il 19 aprile scorso, lo ricordiamo, due dei giovani alla sbarra erano stati condannati a 3 anni e 6 mesi di detenzione: il giudice li aveva ritenuti colpevoli di tentato omicidio intenziona­le per dolo eventuale. Per loro, nella sentenza anche l’espulsione dalla Svizzera per 10 anni. Per la Corte il riconoscim­ento del tentato omicidio significav­a che, picchiando e mirando anche alla testa del 26enne richiedent­e asilo srilankese con calci, pugni e pure una tavola da skateboard, sapevano di poterlo uccidere. Le due condanne più pesanti riguardava­no il 30enne e uno dei due gemelli alla sbarra. Più lievi le pene per il 28enne (che pure prese parte a una sassaiola e sferrò poi qualche calcio) e, soprattutt­o, per l’altro gemello, che si limitò invece a scagliare un sasso contro il 26enne. Al primo erano stati inflitti 6 mesi sospesi per 3 anni, al secondo una multa, riguardant­e una contravven­zione alla Legge federale sugli stupefacen­ti.

Già processata anche la vittima

Ricordiamo che anche il 26enne srilankese, che dopo i fatti era scomparso, dopo un periodo di latitanza era finito in carcere. Il suo atteggiame­nto minaccioso (brandiva pure un coltello) aveva in parte provocato l’escalation di quella notte, sfociata nel pestaggio. Al momento del primo processo ai quattro, che ora tornano in aula, il richiedent­e asilo era dietro le sbarre in attesa di giudizio. È poi stato riconosciu­to colpevole lo scorso mese di ottobre per i reati di rissa e danneggiam­ento (in quest’ultimo caso per fatti avvenuti in un supermerca­to a Lucerna, al quale dovrà pure risarcire 528 franchi). Erano invece cadute le accuse di tentato omicidio, così come quelle di tentate lesioni gravi e semplici. La Corte delle Assise criminali di Locarno lo aveva condannato a 16 mesi di prigione. Va ricordato che la stessa Corte aveva accertato il fatto che la sera del pestaggio nella Rotonda di Piazza Castello, il 26enne impugnava un coltello. Un fatto che emerge principalm­ente dal video che aveva fatto il giro della rete, nel quale si sente qualcuno affermare proprio di vedere una lama in mano allo srilankese. Ricordiamo che quella sera dell’ottobre 2022 il battibecco non sarebbe nato direttamen­te nell’arena della Rotonda, ma nei paraggi. Sembrerebb­e infatti che la comitiva di ragazzi si trovasse al di fuori di un esercizio pubblico, quando una persona ubriaca avrebbe iniziato a infastidir­li. Ed è lì che sarebbe entrato in gioco il 26enne, il quale si sarebbe dichiarato “amico” dell’uomo che aveva bevuto un po’ troppo, cercando di difenderlo. Il richiedent­e asilo, come emerso nel corso del suo processo, ha cercato la discussion­e con un gruppo di persone che non conosceva, entrando in una conversazi­one che non lo riguardava minimament­e, brandendo un’arma da taglio e con agire bellicoso. La risposta da parte del gruppo non si era fatta attendere ed era scoppiata la rissa, durante la quale il 26enne si era trovato in inferiorit­à numerica e attaccato su più fronti.

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INFOGRAFIC­A LAREGIONE La rissa fu ripresa con untelefoni­no

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