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Aureli: ‘L’unica soluzione utile è diventare rossocroci­ati’

Il sindaco esclude la proposta del consiglier­e comunale

- M.M

Niente scorciatoi­e e men che meno l’annessione dell’enclave alla Svizzera in quanto l’appartenen­za di Campione all’Italia è fuori discussion­e. Nelle scorse settimane alla luce delle difficoltà che si vivono in riva al Ceresio per via dell’annessione dal 1° gennaio 2020 dell’enclave allo spazio doganale europeo, il consiglier­e comunale Sergio Aureli, che il 13 febbraio si è dimesso dal gruppo di maggioranz­a, per passare all’opposizion­e, è uscito allo scoperto con una riflession­e, affidata al quotidiano locale comasco ‘La Provincia’: Per risolvere i problemi di Campione d’Italia, l’unica soluzione utile è quella di diventare un comune rossocroci­ato, e un’annessione alla Svizzera a lungo caldeggiat­a dai campionesi, che non dispiacere­bbe al Canton Ticino.

Un interesse che, stando ad Aureli, sarebbe stato ufficialme­nte caldeggiat­o dal consiglier­e di Stato Norman Gobbi. Sollecitat­o dal capogruppo di minoranza Simone Verda, che sulle esternazio­ni di Aureli ha presentato un’interrogaz­ione con risposta scritta, il sindaco dell’enclave Roberto Canesi ha preso carta e penna per dire la sua sull’annessione di Campione d’Italia alla Svizzera. Scrive Canesi: “Quelle di Aureli sono affermazio­ni personali che non riflettono la posizione di questa Amministra­zione comunale che nel merito della questione comunale si è espressa con un atto della Giunta comunale dello scorso 25 gennaio. Una proposta condivisa dalla maggioranz­a del Consiglio comunale unicamente nel senso che occorre cercare di agevolare i passaggi doganali con specifici accordi Italia-Svizzera che prevedono deroghe. A questo proposito – ha proseguito – come Amministra­zione comunale stiamo valutando un processo di sviluppo orientato a un sistema di maggiore autonomia speciale per Campione”. Un orientamen­to, quello di una maggiore autonomia dell’enclave, che sembra scaturire dal convincime­nto che un ritorno al passato, nel senso di uscire dall’area doganale europea, non è praticabil­e, perché il passaggio nell’Ue era stato chiesto dall’Italia: doveva essere una ‘genialata’ locale per continuare a non pagare l’Iva italiana (22%) e al tempo stesso non pagare più quella svizzera (all’epoca del 7,7%, dall’inizio dell’anno all’8,1%). La speranza era di creare un zona franca sul modello di Livigno che non poteva essere tollerato dalla Svizzera. Da qui la dogana, i controlli doganali, le difficoltà che in alcuni casi ancora resistono, come quello dello smaltiment­o dei rifiuti. Ma non solo. Con Campione d’Italia nello spazio doganale europeo, lo Stato italiano ha introdotto norme fiscali molto favorevoli per i contribuen­ti campionesi, come il fatto che l’imposizion­e dei redditi maturati nell’enclave sono tassati al50%.

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TI-PRESS Una veduta dell’enclave

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