‘Chi gioca all’estero migliora sempre’
Alla vigilia dei due impegni della Nazionale nelle pre-qualifiche mondiali, ne parliamo con coach Franco Facchinetti, che della Selezione è grande esperto
Torna la Nazionale per le prime partite delle pre-qualifiche alla Coppa del mondo in programma in Qatar del 2027.
In questa finestra, la prima di quattro che si chiuderanno ad agosto 2025 – le altre saranno a novembre 2024, a febbraio e come detto ad agosto 2025 – vedono la Svizzera in un gruppo insieme ad Azerbaigian (118° posto nel ranking mondiale, che affronteremo in casa giovedì), Irlanda del Nord (85° posto, avversaria di domenica in trasferta) e Kosovo (77°).
Come dire che, pur occupando soltanto al 63° rango, i rossocrociati si ritrovano nel ruolo di teste di serie. Ne parliamo col luganese Franco Facchinetti, ex giocatore, ex allenatore e opinionista nelle telecronache della Rsi: un autentico esperto di Nazionale, avendo seguito direttamente quasi tutti i percorsi negli ultimi anni.
Prima di occuparci della Svizzera, ti chiediamo un commento su Spinelli - Olympic giocata lo scorso sabato.
Finalmente si è vista una squadra, la Sam Massagno, che ha messo in campo tutte le sue qualità, che non sono poche, con la testa giusta e con quello spirito di squadra che fa sempre la differenza, sia in difesa che in attacco: nulla a che vedere insomma con la scialba prova di Losanna di mercoledì.
E dunque anche la Svizzera potrebbe risollevarsi, dopo le patetiche esibizioni dello scorso anno?
Direi proprio di sì, per lo meno è quello che tutti si aspettano da una Nazionale che ha comunque fatto anche qualche exploit importante nel passato.
Una compagine senza Cotture e Jurkovitz, (orientatisi verso il 3x3?), con giocatori provenienti da ben 10 squadre di 7 nazioni diverse, con uomini dai 33 anni di Kazadi fino al 2006 Mensah: un valore aggiunto?
Diciamo che avere giocatori abituati a giocare in campionati più performanti della nostra Serie A è un beneficio indubbio, perché una maggiore competitività corrisponde di solito a un maggior progresso tecnico, e noi ne abbiamo davvero bisogno.
Nelle sfide recenti abbiamo pagato cara l’assenza di giocatori di stazza, cioè di ‘pivottoni’ in grado di dominare l’area in difesa e in attacco: è ancora così?
È senz’altro vero che da noi mancano i lunghi veri, abbiamo solo Clint Capela, che però se ne sta in Nba. Va comunque considerato che gli avversari del nostro gruppo non hanno giocatori dirompenti sotto le plance, per cui, quando c’è una tecnica migliore, si riesce a sopperire a qualche centimetro in meno. L’abbiamo visto più volte anche in partite dove i nostri lunghi se la sono cavata bene.
Abbiamo un allenatore che tutti apprezzano e che ha portato aria nuova e qualità.
Ilias Papatheodorou è senza dubbio un ottimo allenatore, oltre che un attento stratega che sa sfruttare le qualità dei singoli di cui dispone a favore del gioco della squadra. L’abbiamo già visto in diversi frangenti, e i giocatori lo apprezzano molto. La Svizzera può dunque crescere bene, certamente.
Che cosa sarà dunque opportuno mettere in campo nelle prossime due sfide contro l’Azerbaigian e l’Irlanda?
La testa, la grinta, la volontà di lottare su ogni pallone sporco e non: se poi i play sapranno avere i tempi giusti da imporre ai compagni – e saranno al servizio della squadra – la Svizzera potrà senza dubbio fare bene. È pur vero che avere pochi giorni per preparare le sfide è un limite, ma anche le altre nazioni si trovano nella stessa situazione. Vedremo, fra una partita e l’altra quali saranno le scelte sia a livello individuale sia a livello tattico. Nel basket anche le sfumature contano, e quindi è necessario avere quella duttilità che fa cambiare le situazioni. Ma sono certo che faremo un buon torneo.
Ciò che tutti ci auguriamo è che certe brutte figure appartengano definitivamente al passato. Il basket elvetico ne ha bisogno.