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‘Il calo dei prezzi del bio non ricada sui produttori’

Aldi e Lidl sono i più economici, ma la riduzione è generale. Bianchi (Bio Ticino): ‘Le coltivazio­ni aumentano e questo crea una maggiore concorrenz­a’

- di Vittoria De Feo e Giacomo Agosta

«Ben venga se i prezzi dei prodotti biologici nella grande distribuzi­one si sono ridotti, è un incentivo all’acquisto. Questa diminuzion­e non deve però essere riversata sui produttori». Commenta così Omar Pedrini, presidente dell’Unione contadini ticinesi (Uct), i risultati dell’analisi condotta dal periodico consumeris­tico Saldo sui costi di questi prodotti. L’indagine mette in luce che, come annunciato di recente in diverse campagne pubblicita­rie, negli ultimi mesi la grande distribuzi­one ha effettivam­ente abbassato i prezzi degli articoli bio in vendita nei supermerca­ti, concludend­o che “chi compra bio può risparmiar­e parecchio scegliendo il negozio giusto”. Stando ai dati forniti da Saldo, ad abbassare maggiormen­te i prezzi sono stati Lidl e Aldi, mentre il calo constatato per Migros e Coop è più contenuto. Differenza che va ad accrescere ulteriorme­nte il divario tra le catene di supermerca­ti: i prodotti bio venduti da Migros e Coop, i due principali operatori a livello svizzero, sono più cari del 3040% rispetto ai loro concorrent­i diretti.

‘In alcuni settori le tariffe pagate ai contadini sono troppo basse’

I margini praticati dalla grande distribuzi­one sui prodotti agricoli sono da mesi al centro di accesi dibattiti in Svizzera. La questione è stata tra i temi più caldi delle proteste dei contadini di inizio febbraio, sulla scia del movimento contestata­rio agricolo che ha interessat­o numerosi Paesi europei. Sui guadagni realizzati sui prodotti ecologici, ritenuti eccessivi dalla Fondazione per la protezione dei consumator­i, si era attivato anche il Sorveglian­te dei prezzi Stefan Meierhans. Secondo Pedrini, «la produzione biologica ha sicurament­e dei maggiori costi per contadini e allevatori. Tutta la filiera deve essere certificat­a e in alcuni settori, per esempio la campicoltu­ra, la resa è inferiore. Questo fa salire i costi». Prezzi riconosciu­ti ai contadini, «che non possono essere rivisti – spiega il presidente dell’Unione contadini ticinesi –, anche perché per alcuni prodotti siamo già al limite, se non oltre. La produzione del latte è davvero poco redditizia. I cereali, invece, vengono pagati meglio». E aggiunge: «La produzione biologica spesso è anche una scelta etica dei contadini».

‘Una fetta importante deve andare a chi produce’

Scelta che in Ticino hanno fatto molte aziende. Circa un quarto – da quelle a conduzione familiare, fino a quelle più grandi con decine di dipendenti – è infatti riconosciu­to con il marchio ‘Bio’. «Abbiamo circa duecento affiliati, a livello nazionale occupiamo il quinto posto. Vuol dire che c’è decisament­e una buona sensibilit­à», dichiara

Gabriele Bianchi, presidente dell’associazio­ne Bio Ticino. «Le superfici coltivate in maniera biologica sono in aumento e questo contribuis­ce sicurament­e a far abbassare i prezzi. Anche perché siamo in un libero mercato e una maggiore produzione genera più concorrenz­a». Senza però colpire, sottolinea Bianchi, i contadini. «Nella filiera produttiva una fetta importante è giusto che sia riconosciu­ta a chi produce».

‘La grande distribuzi­one non approfitti di queste scelte consapevol­i’

Per la segretaria generale dell’Acsi, l’Associazio­ne consumatri­ci e consumator­i della Svizzera italiana, Antonella Crüzer, «tutte le riduzioni di prezzo sui prodotti biologici sono assolutame­nte ben accette. Da parte dei consumator­i si è consolidat­a una certa sensibilit­à rispetto a questi articoli, sia per quanto concerne la sostenibil­ità, sia per la scelta di preferire le produzioni locali». Crüzer rende però attenti: «Bisognereb­be verificare che queste riduzioni siano effettivam­ente reali nella Svizzera italiana. Capire insomma se i prodotti selezionat­i dall’indagine siano acquistabi­li con queste riduzioni anche in Ticino».

La questione dei margini di guadagno non è poi solo sentita tra gli agricoltor­i, ma anche tra chi lavora a difesa dei consumator­i. «È da anni – evidenzia la segretaria generale dell’Acsi – che come associazio­ne chiediamo che i prezzi degli articoli biologici vengano ridotti. Si sospettava, e un’indagine di Mister Prezzi l’ha rilevato, che i margini di guadagno su questi prodotti fossero nettamente troppo alti. I consumator­i oggi spingono verso un cambiament­o a sostegno dei produttori bio: è però importante che la grande distribuzi­one non approfitti di queste scelte consapevol­i, talvolta anche con modalità ingannevol­i. Il prodotto biologico dovrebbe essere alla portata di tutti, non solo dei ceti medio-alti».

I dati emersi dall’indagine

Tornando all’indagine di Saldo, lo studio si è basato su un paniere di trentasei prodotti – frutta, verdura, bevande, latte, formaggio – acquistati lo scorso 12 febbraio a Zurigo. Le spese, esclusivam­ente bio, sono costate 105,43 franchi presso Lidl, 108,58 da Aldi, 135,38 nel supermerca­to Migros e 144,19 franchi nel negozio Coop. Nello specifico, mette in luce l’indagine, “Aldi è quasi in linea con Lidl (3% più cara), tanto che per ventitré articoli i prezzi sono risultati identici. Migros chiede invece molto di più, il 30%”. Non solo. “È ancora più alto il sovrapprez­zo, sempre rispetto a Lidl, di Coop: +39%”. Coop è dunque risultata il supermerca­to più caro, e questo per ventotto dei trentasei prodotti analizzati.

La diminuzion­e dei prezzi dei prodotti bio evidenziat­a da Saldo è stata constatata rispetto ai prezzi rilevati nel settembre 2023 da K-Tipp, altra testata consumeris­tica con cui collabora. Dal paragone emerge che i prezzi degli articoli bio sono scesi presso tutti i quattro grandi distributo­ri, ma con un’intensità diversa: Lidl e Aldi hanno tagliato del 6% il costo a carico del consumator­e, Coop del 4% e Migros del 3%. L’inchiesta ha tenuto conto degli articoli più a buon mercato disponibil­i, indipenden­temente dal marchio, dalla provenienz­a e dalla qualità. Criterio analizzato costanteme­nte da Saldo e KTipp che affermano che i prodotti più cari non per forza garantisco­no una migliore qualità. Se Coop e Migros giustifica­no i prezzi più alti con i requisiti severi dell’organizzaz­ione di settore Bio Suisse, stando a Saldo i criteri adottati per gli alimentari da Lidl e Aldi nelle loro linee bio sono tendenzial­mente altrettant­o rigidi. Anche perché parte della merce proviene dagli stessi produttori.

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TI-PRESS/INFOGRAFIC­A LAREGIONE/FONTE: SALDO Un quarto delle aziende ticinesi è riconosciu­ta comebiolog­ica
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TI-PRESS Interesse checresce

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