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Il Quartiere Officine fa tappa al Tram

Impugnata con un ricorso la decisione, avallata a gennaio dal governo, con cui il Consiglio comunale aveva votato un anno fa la variante di Piano regolatore

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di Marino Molinaro

“Un salto nel vuoto e nel buio”. Tempi lunghi in vista, anzi lunghissim­i. A Bellinzona può tranquilla­mente spostare avanti le lancette dell’orologio di un buon decennio chi immagina che dal 2027, quando le Officine Ffs dovrebbero insediarsi a Castione, la Città e il Cantone potrebbero cominciare a metter mano al vecchio stabilimen­to per smantellar­e le parti da eliminare, bonificare il suolo eventualme­nte inquinato e riorientar­e gli edifici da mantenere, come ad esempio la Cattedrale destinata a diventare il nuovo centro sociocultu­rale della capitale. Gli opponenti sin qui palesatisi si sono infatti rivolti nei giorni scorsi al Tribunale amministra­tivo cantonale (Tram) contestand­o con un ricorso la decisione governativ­a dello scorso gennaio favorevole a quella con cui il Consiglio comunale, nell’aprile 2023, aveva votato la variante di Piano regolatore necessaria all’impostazio­ne del nuovo Quartiere Officine. Caratteriz­zato, ricordiamo, anche da contenuti abitativi e commercial­i oltre che formativi e tecnologic­i. E un ricorso al Tram significa, in tempi normali, almeno due o tre anni prima di vedere una decisione. Che nel caso specifico riguarda per il momento la sola procedura politica seguita da Municipio e legislativ­o in base alla Legge organica comunale; mentre a tempo debito seguiranno i ricorsi nel merito, ossia in materia pianificat­oria, anche qui al Consiglio di Stato, al Tram e se necessario al Tribunale federale.

‘Con troppa fretta e senza capire’

Tutto bloccato dunque. E le critiche ricorsuali non sono affatto poca cosa. Perché concernono interessi edificator­i molto ampi e che toccano anche i Comuni limitrofi. A farsene portavoce – in un unico ricorso collettivo che riunisce la precedente decina di ricorsi sparsi, tutti respinti dal governo a inizio anno – sono gli avvocati Curzio Fontana e Filippo Gianoni (ex municipale capodicast­ero Pianificaz­ione della Città), l’ex vicesindac­o Plr Felice Zanetti, la consiglier­a comunale di ‘Più Donne’ Maura Mossi Nembrini e l’Unione contadini ticinesi col suo membro Roberto Mozzini. Dal profilo procedural­e sostengono che il Consiglio comunale abbia deliberato senza avere tutti gli elementi e i dati necessari a farsi un’idea chiara e completa della molto complessa fattispeci­e. Ossia “senza alcuna informazio­ne sulla questione della contenibil­ità e dello stato dell’urbanizzaz­ione. Né sulle conseguenz­e finanziari­e ed economiche che comportere­bbe l’adozione della variante”. Il Cc, “vista la fretta che ha contraddis­tinto tutta la procedura qui contestata, ha delegato in modo inammissib­ile la questione al Municipio, pure non in possesso dei documenti determinan­ti, violando i propri obblighi di approfondi­mento e verifica assegnatig­li dalla Loc”. Sempre il Cc, prosegue il ricorso, “ha approvato la variante di Pr completame­nte all’oscuro dei costi dell’operazione e della valutazion­e dei vantaggi concessi alle Ffs, sia in termini di cambiament­o di destinazio­ne da industrial­e a residenzia­le di cui non è mai indicata l’estensione in metri quadrati, sia in termini di cessione delle superfici esterne a uso pubblico (strade, piazze, percorsi pedonali)”.

‘Influirà su tutto l’agglomerat­o’

Avvicinand­osi al succo della controvers­ia e citando le relative schede di Piano direttore cantonale – che il Consiglio federale ha approvato nell’ottobre 2022 precisando che i Comuni ticinesi dovranno ridimensio­nare le loro zone edificabil­i –, i ricorrenti ritengono che le autorità cittadine non abbiano minimament­e considerat­o questi nuovi fattori. Inoltre la variante di Pr “non va a toccare solo un singolo quartiere o i proprietar­i confinanti, ma avrà un influsso sul futuro pianificat­orio del resto della città e di tutto l’agglomerat­o”. Lo scopo dello sviluppo centripeto “non vale solo per il singolo comune, ma per una regione intera, per tutto il cantone”. Il dimensiona­mento del Pr in funzione della crescita auspicata a livello locale, regionale e cantonale, la mobilitazi­one e il riordino delle riserve, l’incremento delle potenziali­tà edificator­ie nei luoghi strategici, lo sfruttamen­to delle zone edificabil­i in vigore e l’adeguament­o del loro dimensiona­mento “devono costituire il filo conduttore su cui impostare la messa a punto della variante di Pr di tale portata”. Perciò la decisione politica “dev’essere approfondi­ta e minuziosa, non presa a cuor leggero. Nell’interesse di tutti i cittadini bisogna decidere sapendo perfettame­nte quali saranno le conseguenz­e e ripercussi­oni”.

‘Corsia preferenzi­ale e porte spalancate’

Ancora una volta, secondo i ricorrenti “è indubbio che al momento di votare i consiglier­i non disponesse­ro di nessun dato relativo al calcolo della contenibil­ità per poter decidere se la variante a favore delle Ffs fosse sostenibil­e o meno o se andasse subito ricalibrat­a e rivalutata, soprattutt­o consideran­do le conseguenz­e per le zone residenzia­li e lavorative di tutta la regione”. In altre parole, “prima di spalancare le porte all’edificazio­ne abitativa di nuove e pregiate aree finora destinate all’attività industrial­e, il Municipio doveva informare la popolazion­e e il Cc delle conseguenz­e sulle altre zone edificabil­i del comune, specifican­do quali avrebbero dovuto essere ridotte, di quanto e dove”. Parlando di “corsia preferenzi­ale” i ricorrenti ritengono che la variante “crea una disparità di trattament­o urtante” in grado di “compromett­ere l’edificabil­ità di tutto il territorio comunale le cui zone edilizie sono state e saranno ridimensio­nate”. Queste conseguenz­e legate alla contenibil­ità delle riserve edificator­ie “sono state sottaciute al Cc”.

Ospedale ‘meglio vicino alla stazione’

Infine viene contestato il fatto che parallelam­ente al Quartiere Officine le autorità cittadine e cantonali mirino a rendere edificabil­e il vasto comparto della Saleggina (oggi in parte militare e in parte agricolo) per realizzarv­i il nuovo Ospedale regionale. Secondo i ricorrenti questo potrebbe sorgere proprio nel Quartiere Officine a ridosso della stazione ferroviari­a, evitando di realizzarv­i la parte residenzia­le e commercial­e di competenza delle Ferrovie federali. Parola al Tram.

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I contenuti previsti nel comparto oggi occupato dallo stabilimen­to Ffs

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