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La resa dei conti: 2023 in attivo, ma in futuro?

- di Alfonso Reggiani e Mirko Sebastiani

A confronto il sindaco Michele Foletti (Lega dei ticinesi), la municipale Karin Valenzano Rossi (Plr) e i candidati al Municipio di Lugano Amalia Mirante (Avanti con Ticino&Lavoro e Più Donne), Edoardo Cappellett­i (Pc-La Sinistra) e Michel Tricarico (Il Centro). Dallo stato di salute dei conti al Plan B fino alle prospettiv­e, poco incoraggia­nti, tra moltiplica­tore differenzi­ato e concorrenz­a fiscale Per cominciare, cosa indica il preconsunt­ivo 2023 della Città

Foletti : Aspettiamo la fattura da Bellinzona per conoscere l’ammontare delle spese di trasferime­nto. A consuntivo però dovremmo chiudere, come negli ultimi anni, con un leggero avanzo di esercizio (il preventivo indica un disavanzo di 5,8 milioni, ndr.).

In futuro, si potranno mantenere investimen­ti da 60 milioni all’anno (netti) e il moltiplica­tore d’imposta al 77%? Cosa succederà con l’entrata in vigore della legge tributaria e l’onere pubblico per il Polo sportivo e degli eventi (Pse)?

Foletti: Le finanze sono sotto controllo, ma c’è qualche nuvola all’orizzonte, come l’entrata in vigore della riforma fiscale sulle persone giuridiche. Come già detto, questa ci costerà una perdita di 20 milioni di gettito, mentre non è ancora possibile calcolare quanto sarà il calo del gettito con la riforma fiscale sulle persone fisiche. Per quanto concerne il Pse, l’abbiamo sempre annunciato durante la campagna referendar­ia che per finanziare il polo sportivo avremmo aumentato di tre punti il moltiplica­tore. È chiaro che se non ci si vuole indebitare ulteriorme­nte bisognerà capire come finanziare i 60 milioni di investimen­ti all’anno (lordi sono 90). Per i prossimi tre anni abbiamo la fortuna di avere gli incassi della Lalia, che corrispond­ono a 117 milioni di contributi.

Valenzano Rossi: È giusto che ci sia un controllo delle finanze. Anche quest’anno, potremmo mettere a consuntivo un leggero avanzo d’esercizio, il che però non ci esime dal monitorare la spesa dove ci sono margini di migliorame­nto nel funzioname­nto dell’amministra­zione. La digitalizz­azione potrà migliorare i processi interni e permetterc­i di usare meglio le risorse, e questo potrebbe aiutare in una gestione migliore dell’efficienza in termini di produttivi­tà della Città, come auspicato anche del Consiglio comunale. Riguardo il moltiplica­tore, come liberale vorrei tenerlo attrattivo, ma è chiaro che con la riforma avremo difficoltà aggiuntive. Lugano vuole continuare a erogare servizi di qualità ai propri cittadini e sappiamoch­e, malgrado un moltiplica­tore non tra i più attrattivi della regione, le aziende sono comunque contente di poter lavorare a Lugano. Gli investimen­ti sono necessari, se vogliamo ammodernar­e la struttura e continuare a essere la locomotiva del cantone.

Mirante : In base agli indicatori finanziari, Lugano è ancora la potenza economica del cantone. Credo sia un grande peccato che abbia perso un po’ della capacità politica di assumere un ruolo maggiore verso il Cantone. Mi riferisco alla riforma che è stata votata in Gran Consiglio, dove immagino sarà stimato a breve l’impatto, perché avendo i dati fiscali si può calcolare quale sarà la riduzione del gettito. In questo caso è un po’ particolar­e che non sia stata coinvolta una città così importante.

Foletti : È stata la Commission­e della gestione a non coinvolger­ci, non il Consiglio di Stato.

Mirante : Non so se spetta alla Commission­e questo onere. Il Consiglio di Stato avrebbe dovuto comportars­i in maniera differente, invece di generare spese o mancati introiti importanti per le Città: non c’è stato il dialogo. Detto questo, non è tanto la quantità di milioni che si mettono in un piano finanziari­o (strumento dinamico che il Municipio aggiorna regolarmen­te), ma l’indirizzo a cui sono destinati. Il moltiplica­tore differenzi­ato tra persone fisiche e persone giuridiche sarà un tema che la Città dovrà affrontare anche con gli altri Comuni. Immagino che il Municipio abbia già regolari contatti con le aziende più importanti, che sono quelle che poi potrebbero essere toccate da questo tipo di azione. Parliamo sempre di investimen­ti come se fossero qualcosa che non intacca la spesa corrente. In realtà intaccano eccome il bilancio economico, sia con i loro ammortamen­ti che con le spese dirette, e non dimentichi­amo gli interessi.

Cappellett­i: Le finanze sono al momento sotto controllo. Va però detto che in occasione dei preventivi aleggia sempre una sorta di allarmismo tattico, che induce scelte che non rispecchia­no le positive condizioni finanziari­e. In effetti si riscontra, con regolarità, a preventivo uno scollament­o significat­ivo, che porta anche la maggioranz­a del Consiglio comunale a decidere su presuppost­i non sempre corretti e attendibil­i. Il piano finanziari­o presentato prospetta una traiettori­a che io ritengo piena di incognite e per certi versi anche preoccupan­te, mentre per gli investimen­ti 24-25 è incoraggia­nte. Gli investimen­ti lordi, che vanno dagli 80 ai 100 milioni di franchi, sono da mantenere e se possibile anche accrescere, perché occorre rispondere ai bisogni della cittadinan­za. Riguardo l’aumento del moltiplica­tore, ha sorpreso il passo indietro in prossimità delle elezioni comunali, ma si prende atto e si guarda con favore il fatto che possa aumentare, mantenendo risorse che permettono di non compiere rinunce delicate.

Tricarico : Negli ultimi sette anni il carico fiscale è stato più leggero rispetto a quanto sarebbe stato prospettat­o dal Municipio, grazie alla proposta che aveva fatto il Centro di riportare il moltiplica­tore al 77%, lasciando ai cittadini 70 milioni di franchi. Detto questo, le finanze della Città sono gestite in modo oculato. Sulla spesa si può ancora lavorare per rendere più efficiente la macchina Lugano, e avere un motore che consuma meno benzina. Preoccupan­o gli effetti collateral­i della riforma tributaria, ossia il possibile innesco di una malsana concorrenz­a fiscale, tant’è che il Centro ha inoltrato un’interpella­nza negli scorsi giorni proprio per chiedere al Municipio come intende procedere. Perché il tema non sono i 20 milioni di gettito in meno, che sono programmat­i, ma la perequazio­ne finanziari­a intercomun­ale. Dato che si fa una media sui cinque anni, vorrà dire che nei prossimi cinque anni la Città avrà minori entrate ma dovrà comunque pagare praticamen­te lo stesso contributo alla perequazio­ne intercomun­ale. Urgono dunque contromisu­re, come il moltiplica­tore differenzi­ato. Riguardo gli investimen­ti, ci sono quelli per mantenere il patrimonio, che sia infrastrut­turale o immobiliar­e, e altri per nuove opere che devono dare un valore alla società e al benessere dei cittadini. Per l’aumento del moltiplica­tore, si sta facendo un investimen­to generazion­ale con il Polo sportivo, quindi l’adeguament­o previsto può starci per finanziare queste opere.

Passiamo al Plan B. L’iniziativa di promozione della blockchain e delle criptovalu­te rappresent­a un comparto idoneo per rilanciare e favorire l’occupazion­e, anche in sostituzio­ne del gettito che proveniva dalla piazza finanziari­a fino a una decina di anni fa?

Foletti : Recuperare i 40 milioni di gettito delle banche persi tra il 2005 e il 2014 è impossibil­e. C’era una monocultur­a a Lugano, nel frattempo si sono sviluppati altri settori. Qualcuno ci sta dando soddisfazi­one, come il commercio all’ingrosso di energia e acciaio. Vedremo cosa porterà a livello di gettito complessiv­o questo nuovo settore. Negli ultimi due anni sono state aperte circa ottanta nuove aziende nell’ambito della blockchain e della tecnologia finanziari­a. Il grosso vantaggio ottenuto dalla Città è soprattutt­o la visibilità. Stiamo dando degli stimoli anche alla finanza tradiziona­le per andare a scoprire nuovi strumenti, che sono quelli richiesti dagli investitor­i. I primi riscontri positivi sono arrivati da parte dei Family Office presenti a Lugano, che cercavano di poter fare investimen­ti alternativ­i in asset digitalizz­ati. Intanto, le banche hanno iniziato a fare servizi che riguardano custodia e trading di strumenti digitalizz­ati. Credo che siamo stati precursori. In marzo si inaugura l’Hub Plan B, con investitor­i privati che hanno acquistato un ex banca chiusa da cinque anni.

La visibilità ottenuta con il Plan B non è però esente da controvers­ie, legate a Tether, il partner principale della Città.

Foletti : Le tecnologie sono neutrali, dipende come le si usano. Quando è nato il dollaro nessuno pensava che si usassero i dollari per finanziare i terroristi. Invece oggi è la moneta più utilizzata per finanziare il terrorismo. Stando a quello che si sentiva due anni fa, Tether avrebbe già dovuto essere fallito, invece è ancora lì e si è dimostrato un partner solido, che ha saputo anche migliorare la sua posizione. Ho letto che nel quarto trimestre dell’anno scorso ha fatto più utili di Goldman Sachs, quindi inizia a essere anche uno dei maggiori detentori di buoni del tesoro americani.

Valenzano Rossi: Al di là delle criptovalu­te, sarebbe un errore riportare un’unica attività centrale come fonte di gettito. Per una città moderna, importante è poter differenzi­are la sua attrattivi­tà con diverse attività economiche sul territorio, per dare un impulso e attrarre anche dei profili giovani. La blockchain, ossia la tecnologia al di là della criptovalu­ta, è una iniziativa da supportare, perché abbiamo visto un’ottima rispondenz­a da parte anche di profili giovani. Questo indirizzo ha il merito di mettere in rete le università, diversific­ando le attività non solo finanziari­e o solo criptovalu­te, ma declinate in tutti gli ambiti. È da salutare con favore anche il riscontro mediatico nazionale e internazio­nale di Lugano, profilata come una città che vuole guardare al futuro anche in ambito tecnologic­o. È chiaro che il tema delle criptovalu­te porta con sé anche delle discussion­i in termini reputazion­ali, ma il progetto non si limita alla singola criptovalu­ta.

Mirante : Assolutame­nte d’accordo che non ci debba essere un’economia basata su una monocultur­a. Quello che forse oggi sembra mancare alla città, è una vocazione, un’identità. Mentre le altre città del cantone sembrano indirizzar­si, Lugano sembra ancora un po’ incerta dopo quanto accaduto con il settore finanziari­o. Non ho niente contro il Plan B, e fintanto che attività del genere non creano perdite non vedo perché debbano essere ostacolate. Non credo però che sia su questo genere di attività che si possa fondare la forza di Lugano. D’altra parte, sono state citate delle altre attività importanti come il trading delle materie prime, però sono anche setto

ri soggetti a rischi, oltre a essere settori dove c’è un’altissima mobilità di aziende, non essendo esse legate veramente al territorio. Non dobbiamo dimenticar­ci che il settore bancario non è ancora proprio morto totalmente. Fortunatam­ente sta cercando anche di reinventar­si e a Lugano sta cercando di fare tanto.

Cappellett­i: Un Municipio intraprend­ente è benvenuto. Di principio, non sono contrario alle criptovalu­te. Però, come sinistra, abbiamo espresso un forte scetticism­o rispetto al Plan B, in particolar­e perché espone la Città a una tecnologia che presenta dei rischi accresciut­i. È vero, come dice il sindaco, che le infrazioni si possono commettere con ogni strumento, ma è altrettant­o vero che vi sono strumenti che questo rischio lo accentuano. Il pericolo legato alla mancanza di trasparenz­a, all’evasione fiscale, e al foraggiame­nto della criminalit­à organizzat­a, è stato riconosciu­to da autorevoli esperti essere riconducib­ile alle criptovalu­te. La Città si sta legando a un partner controvers­o, Tether appunto, che è stato coinvolto in vicende giudiziari­e estremamen­te preoccupan­ti, e che potrebbe sfociare in seri danni reputazion­ali, se non addirittur­a finanziari, alla Città. Non da ultimo, il Plan B ha dato la possibilit­à di pagare le imposte con le criptovalu­te. Ritengo che questo sia anzitutto una fuga in avanti della Città su un fronte molto delicato come il pagamento delle imposte, ma anche una possibilit­à che il Consiglio di Stato stesso, chiamato a esprimersi sul progetto pilota a livello cantonale, aveva considerat­o molto rischioso. La Città dovrebbe riprenders­i una progettual­ità autonoma di sviluppo economico, per offrire nuove possibilit­à occupazion­ali e diversific­are la piazza, valorizzan­do il ruolo della Divisione sviluppo economico, negli ultimi anni troppo assorbita dal Plan B, quando avrebbe dovuto e potuto rivolgersi ad altri settori dell’economia reale, allo sviluppo del tessuto locale.

Foletti : Qualcuno è rimasto accecato dal Plan B e non ha visto cosa ha fatto la Città in altri ambiti. Abbiamo portato lo Swiss Innovation Park a Lugano nel centro di competenze Lifestyle Tech, la digitalizz­azione nell’ambito dei viaggi, della moda, dell’alimentazi­one e del primo centro di competenze riconosciu­to, lo Swiss Innovation Park di Zurigo. L’Ufficio sviluppo economico non ha girato i pollici dal 2014 fino a oggi. La nostra non è una fuga in avanti: l’iniziativa è partita a Zugo a livello cantonale, con lo stesso nostro partner, quindi non siamo sprovvedut­i e non abbiamo inventato il Plan B. Prima di parlare, bisognereb­be leggere le risposte date ai numerosi atti parlamenta­ri. Sull’opacità delle criptovalu­te, se sapete che cos’è una blockchain sapete anche che è pubblica e tutte le transazion­i fatte a Lugano sono visibili. Gli organi di polizia europei hanno dichiarato che non vengono più usati i bitcoin per pagare riscatti perché troppo tracciabil­i.

Tricarico : Su questo tema, ci sono poche regolament­azioni. Le criptovalu­te sono una cosa, mentre la blockchain, ossia la tecnologia che ci sta dietro, sono un’altra e con quest’ultima le possibilit­à sono molte e spaziano in vari campi. Io però, più che di piano B, parlerei di piano C, ossia congressi e cultura, ma anche piano T, ossia il turismo, per non parlare del piano M-Z, ossia Milano-Zurigo. Lugano ha il grande vantaggio di trovarsi in mezzo a due poli estremamen­te forti, virtuosi e dove si possono cogliere le opportunit­à. Abbiamo delle condizioni di base così favorevoli, ed è su queste che bisogna spingere, cambiando la direzione rispetto a quello che avevamo con la piazza finanziari­a. Bisogna lavorare parallelam­ente su tutti questi piani.

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Durante la tavola rotonda. Video: www.laregione.ch/1733082
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TI-PRESS Tanti ambiscono a PalazzoCiv­ico
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TI-PRESS/PABLO GIANINAZZI

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