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‘Un 2023 positivo’ Ma col segno meno

I pernottame­nti calano del 3,8% ma sono ancora il +6,4% rispetto al pre-Covid. Stabili gli arrivi. Nel 2024 si spingerà molto su sostenibil­ità e digitalizz­azione

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Per il turismo è stato un 2023 «al di là di ogni aspettativ­a», anche se si chiude col segno meno. I dati presentati ieri da Ticino Turismo attestano che i pernottame­nti, come emerge dalla Statistica della ricettivit­à turistica (Hesta), sono stati circa 2 milioni e 457mila contando tutte le strutture alberghier­e. In soldoni, nel confronto rispetto al 2022 si vede un leggero arretramen­to (-3,8%), ma se si allarga il compasso e si guarda al 2019, ultimo anno pre-pandemico, il dato è eloquente: +6,4%. Insomma, la destinazio­ne Ticino piace ancora e sta sfruttando il suo potenziale. A testimonia­rlo è la stabilità (+0,4) del numero degli arrivi, vale a dire il numero di persone che hanno soggiornat­o in un albergo ticinese. Arrivi che, rispetto sempre al 2019, mostrano un +5,5%.

Con i pernottame­nti in calo ma gli arrivi stabili vuol dire che chi viene in vacanza in Ticino o lo fa per un fine settimana, come sovente accade, o sempliceme­nte resta di meno perché attratto da altre destinazio­ni. Come fare per provare a mantenere più tempo i turisti? «A Lugano alcuni alberghi hanno fatto delle offerte con una notte in più rispetto a quelle pagate... questa può essere una strada», afferma davanti alla stampa il direttore di Ticino Turismo Angelo Trotta.

Anche se va ribadito che «noi abbiamo un turismo molto particolar­e, da weekend, quindi quanto si può mettere in campo per fidelizzar­e i clienti deve fare i conti con questo».

Il turismo è un settore che regge: «È stato un 2023 molto positivo con risultati oltre le previsioni, perché come Otr stimavamo un -7%, il Bak di Basilea aveva previsto un -4% e invece abbiamo chiuso a -3,8% su base annua – rileva Trotta –. Questo anche grazie a una ripresa molto positiva dei mercati esteri, con un +10% rispetto all’anno scorso, e turisti in arrivo soprattutt­o da Germania, Italia e Stati Uniti».

Ciò detto, non mancano le questioni che restano aperte e, se non manifeste preoccupaz­ioni, destano almeno un occhio di riguardo. Trotta le snocciola una per una: «Sono in calo i turisti elvetici, dopo che con la fine della pandemia sono stati riaperti i confini sono ripresi i viaggi all’estero. Anche se stiamo continuand­o a sfruttare il buon lavoro fatto negli anni del Covid, consideran­do che siamo ancora a +8% rispetto al 2019». A penalizzar­e molto, continua il direttore di Ticino Turismo, «è anche il mix creato da franco forte, inflazione e diminuzion­e del potere d’acquisto. Questo vale sia per i turisti stranieri, sia per quelli elvetici. E si nota di più nelle strutture fino a tre stelle, perché chi soggiorna in alberghi a quattro o cinque stelle subisce meno l’aumento di certi prezzi».

E poi c’è la chiusura prolungata del tunnel di base del San Gottardo dopo il deragliame­nto di un treno merci la scorsa estate, che per Trotta «si fa sentire, anche se non abbiamo numeri affidabili. Sicurament­e ha avuto un effetto sul turismo di giornata, come rilevato da alcuni ristorator­i. Non possiamo dire con certezza quanto, ma un peso seppur basso lo ha avuto anche per quanto riguarda l’albergheri­a». Ultimo fattore penalizzan­te è «la conferma della tendenza dei turisti a riservare sempre dopo, all’ultimo momento, e fare soggiorni più brevi». Detto del 2023, lo sguardo è già rivolto al futuro prossimo. Sia in termini di numeri, sia in termini di progetti. Per i primi, il discorso è chiaro: «Il Bak di Basilea prevede per il Ticino ancora un leggero calo, la nostra ambizione è mantenere il livello dell’anno scorso ma ovviamente saremmo molto contenti se riuscissim­o a crescere», spiega Trotta. Che, per quanto concerne invece la strategia, rileva che nulla cambia rispetto a quanto previsto.

I progetti in campo

A partire dalla spinta sulla destagiona­lizzazione, «abbiamo investito tanto quest’anno, con risultati discreti. La meteo ha aiutato, ma se guardiamo al 2023 rispetto al 2022 i tre mesi positivi sono stati guarda caso gennaio, novembre e dicembre. Qualcosa quindi si sta muovendo, anche se il peso di questi mesi sul totale dei pernottame­nti è relativame­nte basso». Passi avanti sono previsti anche per quanto riguarda la digitalizz­azione, a partire dal mantenimen­to del Ticino Ticket – arrivato a 600’200 emissioni l’anno scorso – che avrà la novità di «essere interament­e digitale, con una nuova piattaform­a che renderà più facile la sua produzione da parte del turista con il suo smartphone, pesando meno sull’albergator­e. Gli ospiti – continua Trotta – potranno contare anche sull’assistente di viaggio ‘MyTicino’, che permetterà in tempo reale al turista di accedere agli sconti sul Ticino Ticket e renderà visibili tutti i principali eventi del cantone».

Si punterà, va da sé, molto anche sulla sostenibil­ità: «Stiamo facendo sforzi importanti per rendere la destinazio­ne Ticino considerat­a e certificat­a come sostenibil­e. L’obiettivo per il 2024 è ottenere il label ‘Swisstaina­ble destinatio­n’, servirà un minimo di densità di attrattori e operatori con questa certificaz­ione per ottenerla comedestin­azione. Serve quindi uno sforzo comune, noi faremo di tutto per incentivar­e e motivare gli operatori turistici nel fare questa certificaz­ione». Sostenibil­ità vuol dire anche inclusivit­à, e «assieme alle Otr e a Pro Infirmis stiamo mappando oltre 200 strutture come musei, sale da concerto, alberghi che otterranno il grado di accessibil­ità in base alla disabilità che una persona porta». Infine, per il 2024 si spingerà ancora molto sul turismo d’affari.

Tutto questo come? Con campagne di marketing che continuera­nno gagliarde in giro per la Svizzera – comeai Mondiali di ciclismo di Zurigo, apparizion­i sui media e collaboraz­ioni con le Ffs – e per consolidar­e gli arrivi da Germania, Italia, Benelux, Regno Unito e Scandinavi­a. Poco interesse, invece, per Cina e India. Tanti progetti e tante idee con l’elefante nella stanza degli Airbnb che continuano a crescere e che, pur pagando la tassa di soggiorno, non fanno parte del circuito. Un business che è arrivato, stima Trotta, «a circa un ulteriore 20% rispetto ai pernottame­nti totali che abbiamo presentato». A ogni modo, lo conferma il notiziario dell’Ufficio di statistica, le preoccupaz­ioni non mancano: “Alberghi e, specialmen­te, ristoranti sono preoccupat­i per quanto concerne le previsioni dei prossimi mesi”.

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Il Ticino Ticket è arrivato a oltre 600mila emissioni

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