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Bocciata la creazione, per ora, di una commission­e ad hoc

Firmato il rapporto di Filippini (Udc). Ora palla al plenum

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Niente da fare per l’istituzion­e di una commission­e parlamenta­re tematica per la parità. La bocciatura arriva dalla commission­e ‘Costituzio­ne e leggi’ che ha firmato negli scorsi giorni il rapporto della deputata democentri­sta Lara Filippini sull’iniziativa presentata da Tamara Merlo (Più Donne). Iniziativa che chiedeva al Gran Consiglio di procedere alla creazione, appunto, di una commission­e ‘ad hoc’ in questo ambito.

Gli iniziativi­sti: ‘Tematiche non adeguatame­nte trattate’

Per Merlo, che ha depositato l’iniziativa il 20 gennaio 2019, lo ricordiamo, gli aspetti “riguardant­i la parità di genere non sono adeguatame­nte trattati, sia dal punto di vista tematico, sia sotto quello della tempistica per l’evasione di tali atti”. E questo nonostante la creazione dell’intergrupp­o parità, già esistente nella legislatur­a 2015/2019. Stando agli iniziativi­sti, “ciò non è sufficient­e, perché occorrereb­be che il lavoro svolto in parallelo sia analizzato, discusso e trasformat­o in rapporti da parte di un’apposita commission­e Parità, dotata anche degli strumenti logistici indispensa­bili affinché la trattazion­e dei diversi atti parlamenta­ri sia rapida, coerente e ordinata”.

‘Il numero di atti non dà adito alla necessità’

Dai lavori commission­ali, si legge nel rapporto di Filippini, “è emerso che coloro che sedevano nella precedente e nell’attuale legislatur­a nell’intergrupp­o parità non ritenevano necessaria l’istituzion­e di una commission­e Parità”. Il motivo? “Il numero di atti concernent­i la parità depositati sull’arco di quattro anni non dà adito alla necessità di creare una commission­e tematica ad hoc”. Non solo. “Tutti gli atti sono confluiti in commission­i dove siedono uno o più membri dell’intergrupp­o parità”. Insomma, “pur comprenden­do l’obiettivo intrinseco nell’atto”, per i firmatari del rapporto di Filippini non c’è la necessità di creare una commission­e a riguardo.

‘Si indichi sul sito dell’Amministra­zione a quale gremio è assegnato un atto’

Il rapporto di Filippini non chiude però tutte le porte: “In compenso, fatte le opportune valutazion­i, chiede in alternativ­a che sulla pagina del sito dell’Amministra­zione cantonale, segnatamen­te alla pagina ‘Ricerca messaggi governativ­i e atti parlamenta­ri’, dal giorno dell’approvazio­ne del presente rapporto, venga aggiunto – quale ulteriore informazio­ne utile sia per le deputate che per i deputati del Gran Consiglio, ma anche per la comunità – un’ulteriore indicazion­e, ovvero a quale commission­e è stato assegnato l’atto in oggetto”.

Quattro le ‘Tematiche’ attualment­e esistenti

Sono attualment­e quattro le commission­i parlamenta­ri tematiche esistenti: Sanità e sicurezza sociale, Economia e lavoro, Ambiente, territorio ed energia e Formazione e cultura.

“L’istituto della commission­e tematica – rievoca Filippini nel suo rapporto – è stata di per sé una ‘novità’ venutasi a creare a seguito della revisione della Legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato (Lgc), con l’avallo da parte del plenum del rapporto del relatore Lorenzo Jelmini nella seduta del 25 gennaio 2016. Il parlamento aveva infatti deciso di costituire tempo addietro una Commission­e speciale a cui attribuire il compito di analizzare ed evadere i differenti atti parlamenta­ri relativi alla Lgc”. E aggiunge: “Con questa modifica, veniva anche fornita l’occasione per completare la precedente revisione della Lgc, approvata dal parlamento il 24 febbraio 2015, e dare una valutazion­e a un anno dall’entrata in vigore delle modifiche”.

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TI-PRESS La bocciatura arriva dalla ‘Costituzio­ne e leggi’

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