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Eurovision contesta il brano di Israele

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Gli organizzat­ori di Eurovision Song Contest sarebbero intenziona­ti a rifiutare la canzone che la rappresent­ante di Israele, Eden Golan, intende presentare in maggio a Malmö, Svezia, in quanto “troppo politica”. Il brano ‘October Rain’, come riporta il quotidiano Israel Hayom, farebbe esplicito riferiment­o al massacro perpetrato da Hamas lo scorso 7 ottobre nel Sud dello Stato ebraico, in contrasto con il regolament­o del festival che vieta qualsiasi dichiarazi­one a sfondo politico durante la competizio­ne.

‘Fiori’

Al centro della disputa fra l’emittente di Stato israeliana Kan e l’Unione europea di radiodiffu­sione (Ebu), che organizza l’Eurovision Song Contest, ci sarebbero gli ultimi versi della canzone:

“Non c’è più aria da respirare / Nessun posto, nessun me di giorno in giorno...[...] Sera/Tutto è bianco e nero/Chi è lo sciocco/Che ti ha detto che i ragazzi non piangono/Ore e ore/E fiori/La vita non è un gioco per i codardi.../Mentre il tempo passa/Ogni giorno/Sto perdendo la mente/Tenendo duro [...] erano tutti buoni bambini, ognuno di loro”. Riguardo alla parola “fiori”, in particolar­e, il quotidiano israeliano chiarisce che nello Stato ebraico tale termine è noto a tutti come metafora per indicare i soldati di Tel Aviv caduti durante il conflitto, ma che il pubblico europeo potrebbe non coglierne la sfumatura politica.

‘La presenza dello Stato ebraico non è in discussion­e’

I media israeliani precisano che la canzone andrebbe presentata ufficialme­nte ai primi di marzo e che attualment­e è in corso un dialogo fra le due parti, ma se l’emittente Kan rifiutasse di modificare il testo, esiste la possibilit­à che Israele rinunci a partecipar­e a Eurovision. Fermo restando che, come precisato da Ebu, la presenza dello Stato ebraico al festival non è in discussion­e, nonostante le richieste di molti attivisti che ne chiedono l’esclusione a causa del protrarsi della guerra in corso a Gaza.

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