Nove morti e un disperso nel grattacielo incenerito
Sono nove in tutto i corpi recuperati dai due palazzi bruciati a Valencia. Tra loro una giovane coppia con i figlioletti di tre anni e appena due settimane. Li hanno ritrovati nel bagno della loro casa, dove avevano disperatamente cercato un riparo dalle fiamme. All’appello manca una persona. Altre 14 sono rimaste ferite, fra i quali diversi pompieri e un bambino. Numerosi residenti, rimaste a lungo intrappolate sui balconi, sono stati portati in salvo dai vigili del fuoco.
L’incendio ha ridotto a uno scheletro incandescente un edificio di 14 piani nel quartiere Campanar. Le fiamme si sono sviluppate giovedì alle 17.30 dall’ottavo piano per motivi non ancora noti. Il forte vento e temperature di 25 gradi le hanno rapidamente spinte lungo la verticale del grattacielo ed estese anche alla torre 2, nello stesso blocco del complesso residenziale, dove vivevano circa 350 persone in 140 appartamenti. La vicepresidente dell’Ordine degli Ingegneri tecnici industriali di Valencia, che effettuò una perizia sulla struttura, ha attribuito la voracità delle fiamme al rivestimento di uno strato di poliuretano fra le placche di alluminio che ricoprivano la facciata, un prodotto “altamente infiammabile”.
Dopo l’incendio del grattacielo Grenfell di Londra (2017), che provocò decine di vittime, alcuni Paesi, fra i quali la Gran Bretagna, hanno vietato il poliuretano nelle costruzioni delle facciate. Non la Spagna dove, soprattutto durante il boom immobiliare del decennio 2000-2009, data a cui risale l’edificazione delle due torri di Valencia, è stato largamente impiegato. E “lo è tuttora, sebbene isolato con barriere tagliafuoco”, per impedire che si propaghi il fuoco in caso di incendio.