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‘Funivia Fusio-Ambrì? Inutile e deficitari­a’

Il progetto del Cantone di collegare l’alta Vallemaggi­a e la Leventina suscita parecchie perplessit­à tra i parlamenta­ri. Il parere di Gianluca Padlina

- di David Leoni

«Si è partiti con l’idea di realizzare una galleria stradale. Poi, visto l’ammontare dell’investimen­to e temendo il potenziale rischio di traffico di transito parassitar­io in direzione del Locarnese che un tunnel tra l’alta Vallemaggi­a e la Leventina avrebbe comportato, si è optato per una soluzione di ripiego, la funivia, che non mi pare né logica, né tantomeno sostenibil­e finanziari­amente». Tra coloro che non salgono sul progetto di funivia Fusio-Ambrì che il Dipartimen­to del territorio sta portando avanti c’è il granconsig­liere del Centro Gianluca Padlina, membro della Commission­e ambiente energia e territorio del Gran Consiglio e grande appassiona­to di montagna, da subito mostratosi scettico su quest’idea. Meglio, a suo modo di vedere (per non ingenerare malintesi è giusto precisare il suo è un parere strettamen­te personale, ndr), utilizzare questi milioni per sostenere nelle due valli progetti che siano più sostenibil­i e suscettibi­li di generare ricadute economiche e occupazion­ali concrete per le comunità.

Manca una visione d’insieme e un ordine delle priorità

«In un contesto economico difficile per le casse cantonali, come ho già avuto modo di osservare in sede di discussion­e sul preventivo 2024, l’impression­e è quella che manchi una visione d’insieme su tutti gli investimen­ti che si vogliono affrontare. Non si capisce quale sia l’ordine delle priorità e secondo quali criteri vengano effettuate le scelte. Anche gli investimen­ti devono, in questo momento difficile, essere riesaminat­i e rivisti in un’ottica critica in quanto generano oneri di gestione corrente legati agli ammortamen­ti e soprattutt­o agli interessi bancari per i prestiti a cui lo Stato deve fare capo per la realizzazi­one delle opere. Tra i messaggi del governo che mi hanno lasciato più perplesso vi è, appunto, quello del 15 novembre 2023 sul credito da 800mila franchi per l’elaborazio­ne del solo progetto di massima del collegamen­to alta Vallemaggi­a-Leventina. Lo ritengo totalmente illogico per tutta una serie di ragioni: prima fra tutte, quella che se vogliamo portare turismo lassù occorrono soluzioni migliori. Non quella di un impianto soggetto ai capricci della meteo. In caso di forte vento o di precipitaz­ioni intense, c’è il concreto rischio che le cabine restino ferme o viaggino vuote. Ma se anche ciò non fosse il caso, non vedo il senso di superare le montagne senza nemmeno prevedere una stazione in quota. Struttura che permettere­bbe ai turisti di partire per delle escursioni sulle creste o anche solo di godersi il panorama dall’alto. Altrove in Svizzera queste stazioni in vetta vengono costruite e qui vorremmo solamente assicurare il passaggio dei due versanti? Ma quale sarebbe l’attrattiva? La funivia fungerebbe da semplice mezzo di trasporto da A a B che non servirebbe a nessuno (qualcuno scherzando, afferma sia stata pensata per permettere ai tifosi dell’Ambrì di Fusio di recarsi alla Gottardo Arena, ndr). L’effetto cartolina scompare subito. Ripeto ho l’impression­e si tratti di un progetto irragionev­ole, dal deficit assicurato, nato quale soluzione di ripiego rispetto a un progetto più ambizioso, una sorta di contentino per dimostrare che si intende fare qualcosa a favore delle realtà discoste. Tutte queste risorse economiche necessarie a costruire l’impianto e ad assicurare il successivo funzioname­nto (personale, manutenzio­ne ecc...) impieghiam­ole per realizzare, sempre in queste zone, un’offerta turistica alternativ­a (ad esempio un hotel, un centro wellness, qualcosa che migliori o diversific­hi l’offerta creando sicurament­e un indotto maggiore e posti di lavoro»).

Il caso della funivia tra Zermatt e Cervinia

Il paragone può sembrare, per certi versi, azzardato, ma alcuni lettori ce lo hanno comunque sottoposto. Parliamo della nuova funivia Matterhorn Glacier Ride tra Zermatt e Breuil-Cervinia, inaugurata lo scorso mese di giugno. È di questi giorni la notizia che i numeri dei primi mesi di attività non sembrano tenere fede alle speranze suscitate dalla cabinovia regina delle Alpi, che offre paesaggi mozzafiato tra le vette e i ghiacciai più iconici d’Europa all’ombra del Cervino. I costi delle corse non sono proprio popolari, occorre ammetterlo, tuttavia la massa critica di turisti di qua e di là dal confine sarebbe più che sufficient­e per decretarne il successo. Ma la risposta del mercato non sembra essere finora entusiasma­nte, secondo quanto riporta la Sonntags-Zeitung, che parla senza mezzi termini di vero e proprio “flop”.

Il carro davanti ai buoi

Altro aspetto che lascia Gianluca Padlina perplesso, è il discorso relativo al modus operandi del Dipartimen­to: «Il Piano direttore cantonale già prevede, in una sua scheda, la realizzazi­one di quest’opera. Prima ancora di licenziare il messaggio per il credito, si è fatto il passo a livello pianificat­orio. Come a voler mettere il carro davanti ai buoi a un progetto che in realtà, a mio modo di vedere, è completame­nte illogico. Non capisco come si faccia a non vedere l’assurdità di un simile disegno. Se un progetto di questo tipo arriva sui banchi del parlamento è un segnale evidente che c’è qualcosa che non va nell’impiego delle risorse pubbliche. C’è una necessità, stringente, di disporre di un meccanismo di migliore selezione degli investimen­ti. Ricordo inoltre che abbiamo tutta una serie di progetti e opere già votati che poi stentano ad andare in esecuzione. Piuttosto che lanciarsi in fantasie di questo tipo l’Amministra­zione cantonale farebbe meglio a concentrar­si su ciò che di concreto, prioritari­o e sensato attende di vedere la luce».

Sbagliato pensare che le risorse vanno spese per non perderle

Un parere quello di Padlina, che trova molti alleati tra i colleghi parlamenta­ri: «Non è, ci tengo a precisarlo, un rifiuto di voler aiutare le valli. Anzi, c’è una sensibilit­à molto presente all’interno del Gran Consiglio nel sostenere le zone periferich­e. Ci sono decine di opere più sensate di questa funivia che potrebbero portare a maggiori benefici alla Vallemaggi­a e alla Leventina. Le autorità locali non devono temere che se questo collegamen­to non verrà realizzato di soldi pubblici, lassù, non ne arriverann­o più. Sarebbe un approccio completame­nte sbagliato. Ciò che serve davvero è che i Comuni, con l’appoggio degli Enti regionali di sviluppo e le altre istituzion­i interessat­e, siano loro, dal basso, a promuovere progetti sensati nell’ottica di un uso ottimale delle risorse disponibil­i».

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TI-PRESS A detta di molti un buco nell’acqua garantito. Meglio investire questi fondi in progetti più sostenibil­i

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