laRegione

L’ex vice primo ministro albanese indagato vive in città

Risiede in uno stabile di proprietà comunale

- di Dino Stevanovic

Corruzione, riciclaggi­o e mancata dichiarazi­one dei patrimoni. Queste le accuse che pendono sul capo di Arben Ahmetaj, ex vice primo ministro dell’Albania, rimosso dall’incarico nel luglio del 2022 e a partire dalla scorsa estate formalment­e indagato dalla Procura speciale per la lotta alla criminalit­à organizzat­a e la corruzione in Albania. Ebbene, l’ex numero due del Paese delle aquile vive in Svizzera, più precisamen­te a Lugano. E non in una casa qualsiasi, bensì in una di proprietà della Città in via Franscini. L’appartamen­to in questione è a nome della compagna dell’uomo, che ha avviato una procedura di richiesta d’asilo a causa di presunte minacce di morte che avrebbe ricevuto nel proprio Paese.

Grane legate agli appalti per incenerito­ri

Il caso è emerso su ‘Area’. Il periodico ricostruis­ce in particolar­e le grane con la giustizia albanese di Ahmetaj. Le accuse ruotano attorno al business dello smaltiment­o dei rifiuti, che in Albania ha già causato vittime politiche. In particolar­e, l’ex ministro dell’Ambiente Lefter Koka è stato arrestato nel dicembre del 2021 nell’ambito di un’inchiesta su un caso di corruzione legato all’incenerito­re della città di Elbasan. Altri arresti sono seguiti nel 2022, mentre Ahmetaj è indagato per presunti vantaggi illeciti ottenuti da alcuni uomini d’affari che si sarebbero aggiudicat­i centinaia di milioni di euro in appalti per la costruzion­e di tre incenerito­ri affidati, senza gara d’appalto, a società inesperte causando peraltro un danno milionario alle casse pubbliche. In particolar­e, un imprendito­re e il suo avvocato avrebbero fornito ad Ahmetaj ville e altri vantaggi economici.

Tuttavia, riferisce sempre ‘Area’, Ahmetaj si considera vittima di un complotto e si professa innocente. Anzi, ha accusato lui stesso di corruzione l’attuale premier albanese Edi Rama e il sindaco della capitale Tirana Erion Veliaj, riferendo di aver ricevuto anche delle minacce di morte. Da qui la fuga in Svizzera e la richiesta d’asilo. La sua presenza a Lugano, secondo l’inchiesta giornalist­ica, non sarebbe casuale: secondo la stampa albanese, che a sua volta si basa sulle indagini della Procura locale, un totale di 1,8 milioni sarebbe stato trasferito da banche albanesi al conto di una filiale luganese del Credit Suisse di un partner di Ahmetaj. Per far luce su questo traffico di denaro dall’Albania è arrivata una richiesta di assistenza giudiziari­a e in seguito alla rogatoria il Ministero pubblico della Confederaz­ione ha inviato i documenti richiesti nell’ottobre del 2023. Allargando il discorso, i legami con Lugano non finiscono qui: una delle società che si erano aggiudicat­e gli appalti in questione avrebbe trasferito denaro su un conto luganese, sul quale l’imprendito­re che avrebbe fornito i vantaggi economici ad Ahmetaj aveva una procura e un’altra società con sede a Lugano avrebbe ricevuto ulteriori trasferime­nti milionari da una discarica di Tirana.

Un’interpella­nza chiede lumi

Si tratta dunque di un caso piuttosto scottante, che in Albania ha una forte valenza politica. A destare interrogat­ivi in città è – oltre ai presunti trasferime­nti di denaro, che comunque sono oggetto di verifiche giudiziari­e –, il fatto che un ex politico di così alto livello indagato per presunti reati di rilievo risieda in uno stabile di proprietà comunale. Interrogat­ivi che sono sfociati anche in un’interpella­nza (primo firmatario: Raoul Ghisletta) che, oltre a chiedere conferma al Municipio che lo stabile di residenza dell’uomo sia effettivam­ente di proprietà del Comune e se al suo interno vi vivano lui e la compagna, domanda se l’esecutivo ritenga regolare l’attribuzio­ne dell’alloggio della Città a loro. Per saperne di più, abbiamo interpella­to Cristina Zanini BarzaghieK­arin Valenzano Rossi, rispettiva­mente capodicast­ero Immobili e Sicurezza (e dunque responsabi­le del Controllo abitanti della Città).

Il suo nome per l’attribuzio­ne non è passato in Municipio

«È vero è uno stabile di proprietà comunale, non è un mistero, ma gestito dalla Gipi (Gestione Immobiliar­e per Istituzion­ali Sa, ndr) – ci risponde la prima –. Ma non si tratta di appartamen­ti a pigione moderata (tant’è che in passato hanno annoverato anche alcuni inquilini illustri, ndr). Le procedure della Gipi prevedono una serie di verifiche. Per le attribuzio­ni poi si passa in Municipio, che ha facoltà di bloccarle, ma non ho mai visto il nome di Ahmetaj». Nulla di strano, considerat­o che l’appartamen­to è a nome della compagna. Ahmetaj, come tutti i cittadini, è comunque tenuto a registrars­i. Abbiamo chiesto un riscontro a Valenzano Rossi. «Per quanto riguarda il Controllo abitanti, le procedure di annuncio risultano rispettate. In costanza di procedura di asilo, altri accertamen­ti non sono di competenza del nostro ufficio». Bensì di Berna, o meglio della Segreteria di Stato della migrazione.

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TI-PRESS Anche un’interpella­nza

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