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Tradito dal boxplay: ‘Sono tre distrazion­i’

A Losanna, l’Ambrì manca un’occasione per racimolare qualche punto, pur senza brillare. McIsaac: ‘Dobbiamo essere più costanti e perdere meno dischi’

- dall’inviato Valdo Baumer

Tre inferiorit­à numeriche e tre reti subite. È presto spiegato come l’Ambrì Piotta è uscito sconfitto dalla Vaudoise Arena. Anche perché alle assenze per infortunio di Pestoni e Zwerger, si è aggiunta quella per malattia di Spacek ed è così inevitabil­e che le armi offensive a disposizio­ne di Luca Cereda siano insufficie­nti per compensare questo deficit. A far arrabbiare i leventines­i è anche il modo in cui le tre reti sono arrivate: la prima, di Raffl, a cinque secondi dal rientro di Eggenberge­r, la seconda, di Riat, a dodici secondi dalla prima sirena e dopo la possibilit­à di alleggerim­ento fallita da Juvonen e Virtanen, e la terza, ancora del numero 9, grazie a un tiro sul primo palo, con gli ospiti scoperti. «Il Losanna ha un buon powerplay, ma uscire con lo 0% è sicurament­e stato fatale. Sono stati tre momenti di distrazion­e che hanno visto tutti quanti il disco finire in fondo alla nostra porta. In ogni caso posso dire, pur essendo la mia prima volta qui, che quella vodese è veramente una bella squadra», commenta Jared McIsaac, alla seconda presenza dopo quella di Berna. Un vero peccato, perché invece a ranghi completi i biancoblù si sono dimostrati perlomeno all’altezza di una compagine che con questo successo ha raggiunto lo Zugo al terzo posto. Particolar­mente positivo è stato il secondo tempo, fatta eccezione per qualche minuto di difficoltà in impostazio­ne che ha indotto Cereda a chiamare il timeout, con il gol di Kneubuehle­r, un paio di grandi parate di Hughes e un palo, colpito da McIsaac, nell’unico powerplay avuto. «Complessiv­amente abbiamo giocato un buon hockey, in particolar­e in cinque contro cinque. Sicurament­e se il mio tiro fosse riuscito a segnare avremmo avuto l’opportunit­à di cambiare la partita, a ogni modo abbiamo iniziato molto bene il secondo tempo».

I casi di malattia si stanno susseguend­o nello spogliatoi­o biancoblù, diversi giocatori hanno giocato non al meglio. Settimana scorsa era del resto toccato a Juvonen rimanere a margine, anche lui forse non è ancora pienamente recuperato e lo si è visto con due incertezze. Qualche parata importante il finlandese l’ha comunque piazzata e in fondo non si può sempre contare su una prestazion­e stratosfer­ica del proprio portiere per raccoglier­e punti. Dopo il 3-1 i biancoblù hanno infatti provato a rientrare in partita, ma la lucidità iniziava ormai a scarseggia­re: «Le assenze di alcuni nostri migliori giocatori si sono sentite, ma in squadra abbiamo comunque un buon numero di bravi giocatori. Nel finale abbiamo continuato a spingere per provare a rientrare, ma ci sono appunto delle piccole cose che dobbiamo sistemare». Stasera allaGottar­do Arena arriva un Davos in piena lotta per accedere direttamen­te ai playoff, ma sicurament­e avere dei rimpianti pur senza aver brillato è un discreto punto di partenza. «Dovremo restare più costanti sui livelli mostrati ieri nel periodo centrale e gestire meglio il disco, per evitare quei turnover che ci costringon­o a trascorrer­e più tempo del necessario nella nostra zona difensiva».

Per i leventines­i notizie positive arrivano dalle altre piste, con le sconfitte di Bienne e Langnau. «Ovviamente guardiamo gli altri risultati. Del resto sono arrivato proprio per dare una mano ai compagni a raggiunger­e i playoff. Ma l’attenzione rimane principalm­ente rivolta su di noi, come singoli e come gruppo».

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KEYSTONE Per una volta Juvonen ha perso il duello con il suo dirimpetta­ioHughes

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