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‘Contro lo Zurigo conterà il fisico’

Bianconeri attesi da una settimana inglese intensa. Croci-Torti: ‘Il peso specifico di ogni sfida continua ad aumentare, dobbiamo farci trovare pronti’

- di Daniele Neri

Lo Zurigo, prossimo avversario del Lugano, domenica pomeriggio (inizio ore 14.15) si presenta a Cornaredo dopo due vittorie consecutiv­e. I tigurini non avevano iniziato molto bene il 2024, con due pareggi nelle prime quattro partite. Poi è arrivato il cambio di consegne sulla panchina zurighese, con la partenza del 49enne danese Bo Henriksen, accasatosi subito nella Bundesliga tedesca con il Mainz. A sostituirl­o sono stati chiamati i due assistenti Murat Ural e Umberto Romano, con la supervisio­ne del diesse Milos Malenovic. E i risultati sono migliorati.

I bianconeri lamentano ancora le assenze di Babic, Marques, Steffen, Aliseda e Doumbia (tutti infortunat­i) e dello squalifica­to Grgic. Nuovamente a pieno servizio l’ammalato Valenzuela e Bottani, che potrebbe esserci dal primo minuto. I bianconeri saranno confrontat­i con una settimana di fuoco, dapprima lo Zurigo, poi mercoledì sera a Basilea nei quarti di Coppa Svizzera e infine domenica a Lucerna, contro un diretto antagonist­a nella lotta per una posto tra le prime sei in classifica.

Che Zurigo si aspetta Mister Croci-Torti? «Bisognerà essere molto forti nei duelli. Lo Zurigo viene ad aggredirti molto alto. È una squadra molto fisica, che con la nuova guida in panchina qualche cambiament­o lo ha proposto, anche se gli uomini sono rimasti gli stessi. Cercano i duelli, che sono il loro punto di forza. Da parte nostra dovremo essere bravi a mettere in campo le qualità che possediamo. Non dovremo nasconderc­i, ma essere pronti a rispondere colpo su colpo. Contro una squadra così tosta, le seconde palle sono determinan­ti. Sarà una partita molto maschia, chi vuole fare punti contro di loro, deve vincerla sotto questo aspetto. Non dimentichi­amo che loro nelle ultime due partite hanno ottenuto sei punti, senza peraltro segnare molte reti, mentre noi all’attivo abbiamo un solo punto contro Young Boys e Servette. Dobbiamo subito invertire questo trend. Nelle loro fila hanno giocatori imprevedib­ili, vedi Marchesano, Krasniqi, Okita, e poi hanno recuperato Rohner, in precedenza assente per infortunio. Non hanno più giocatori eccelsi in attacco come lo erano i vari Ceesay, Gnonto, Kramer e Tosin, ma sono una squadra forte soprattutt­o sugli esterni. Dovremo giocare con molta attenzione, ma non dimentichi­amo che lo scopo di un allenatore non è di arrivare alla domenica e sperare negli errori altrui, bensì di trovare i moduli e i principi di gioco in grado di mettere in difficoltà la squadra avversaria».

Lo si diceva all’inizio, il Lugano si appresta ad affrontare un trittico in sette giorni, che potrebbe anche essere uno spartiacqu­e... «Quest’anno le partite pesano tutte in modo diverso – spiega il tecnico luganese – rispetto agli anni passati, quando ci si poteva permettere qualche passo falso: ma adesso non si può più sbagliare. Ci spiace che domenica da Ginevra non siamo riusciti a portare a casa punti, in una sfida cambiata per via di un episodio che ci ha fatto perdere una compattezz­a che per tre quarti di partita avevamo avuto. Il peso di ogni sfida, adesso, è tanto. Quella di mercoledì a Basilea lo sarà a maggior ragione, in quanto match da dentro o fuori. Noi tutti ci teniamo alla Coppa, come pure la società e i tifosi. Dovremo farci trovare pronti per queste tre partite, non sono facili». Ancora una volta, in Coppa il Lugano si vede “trattato male”. Il Basilea, giocando sabato alle ore 18, avrà un giorno in più per riposarsi... «Queste sono le follie che preferisco non più commentare. In lizza sono rimaste poche squadre, soprattutt­o di Super League, per cui penso che non sarebbe stato difficile programmar­e le sfide delle squadre ancora impegnate in Coppa tutte lo stesso giorno. Non voglio più perdere tempo a commentare simili decisioni».

Nelle ultime settimane, in Super League si sono visti moltissimi cartellini rossi. Fino a poco tempo fa le espulsioni erano poche, adesso sono diventate la regola. Giocatori e allenatori sono impauriti di questo trend? «Il calcio è cambiato, il Var è stato l’innovazion­e che ha portato ai maggiori cambiament­i. Il modo di interpreta­re una partita è mutato, basti vedere cosa succede in occasione dei calci d’angolo. Quando giocavo io, ogni difensore, compreso il sottoscrit­to, non vedeva l’ora di tenere la maglia o di calpestare un piede dell’avversario. Al giorno d’oggi non ci si può più permettere di toccare la maglia dell’avversario, perché la presenza della moviola trasforma ogni contatto in un possibile rigore. I difensori devono essere più bravi a difendere, devono essere più concentrat­i, non ci si può più permettere entrate scomposte. È cambiato il modo di difendere. Martedì sera alla television­e ho visto una partita nella quale una squadra non ha commesso nemmeno un fallo negli ultimi 30 metri ed è questo il modo nel quale bisogna giocare oggigiorno. Una nuova filosofia, il primo che riuscirà ad adattarsi potrà trarne grossi benefici. Bisogna accettarla ed essere bravi a interpreta­rla nel migliore nei modi, spero nel buonsenso del Var e degli arbitri affinché si riesca a capire che un contatto visto dal campo è una cosa, quando lo si rivede in slow motion può apparire molto diverso».

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TI-PRESS/BIANCHI Yanis Cimignani salta NikolaBora­nijasevic
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TI-PRESS Milton Valenzuela torna a disposizio­ne di Croci-Torti

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