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Gli anfibi di casa nostra

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Tornando alle nostre latitudini, in questo periodo la migrazione per certi versi più affascinan­te e visibile, se si fa una passeggiat­a nei luoghi giusti durante una serata di pioggia, è quella degli anfibi, in particolar­e delle rane e dei rospi. Queste creature schive e misteriose passano la maggior parte della loro vita nel bosco, ma anche in siepi, prati incolti e giardini ricchi di strutture naturali, dove si alimentano e svernano, eppure in questi ambienti non si fanno quasi mai vedere. All’inizio della primavera, con l’aumento delle temperatur­e, una forza irrefrenab­ile li spinge però a migrare in massa verso gli specchi d’acqua e le zone umide dove si riproducon­o e si lasciano osservare e sentire molto più facilmente. Questi spostament­i, che avvengono al crepuscolo nelle serate di pioggia, possono arrivare fino a 2 km per il Rospo comune e sono un momento delicato per questi animali. Non essendo particolar­mente agili e veloci, questa migrazione è molto impegnativ­a anche in ambienti naturali, dove però salvo qualche predatore e albero o roccia da aggirare non rischiano molto. In ambienti più antropizza­ti questo spostament­o può però diventare un vero e proprio calvario se ci si trova a dover attraversa­re zone urbane con strade trafficate o recinzioni e muri infiniti. Questa situazione è inoltre sempre più frequente in quanto gli stagni, solitament­e situati sul fondovalle, vengono sempre più isolati dai pendii boscati dalla costruzion­e di strade e quartieri. In molti di questi punti problemati­ci gli anfibi ricevono però fortunatam­ente un aiuto provvidenz­iale da persone che si mettono a disposizio­ne volontaria­mente in tutto il Ticino e aiutano gli anfibi a superare indenni queste difficoltà, dove altrimenti le rotte migratorie sarebbero completame­nte bloccate.

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© IVAN CANDOLFI Rospo comune tratto in salvo

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