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Da 15 anni in lite per stalla e terreni

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Torniamo in casa dopo un breve sopralluog­o alla scoperta del nucleo e dei vari animali accuditi ad Olina. Le famiglie Köder e Schmid tengono molto a parlarci di una vicenda legale che da 15 anni le vede in lite con il proprietar­io di alcuni terreni e di una stalla. I fondi in questione sono situati a ridosso delle loro abitazioni di Olina e sono ritenuti i più importanti per la propria attività agricola. Miriam e Sylvia spiegano di avere iniziato a sfruttarli già almeno dal 2000, secondo loro sulla base di un contratto agricolo stipulato a voce col vecchio proprietar­io.

Continue tensioni e discussion­i con il nuovo proprietar­io

A partire dal cambio di proprietà delle particelle avvenuto nel 2009, non sono mancate tensioni e discussion­i col nuovo possessore dei terreni e della stalla visto che le due famiglie hanno continuato a utilizzare i terreni per sfalcio e pascolo, così come la stalla per accudire le capre e conservare il fieno. E questo nonostante non ne avessero più diritto. Così ha infatti stabilito la Pretura di Leventina chiamata a esprimersi sulla vertenza avviata dall’attuale proprietar­io. Pretura che, dopo oltre un decennio di reciproche accuse e ricorsi, con decisione del 2021, constatata l’inesistenz­a di un contratto scritto, ha sancito che tra il proprietar­io precedente e le famiglie non era stato stipulato nessun tipo di accordo. Nelle scorse settimane è poi giunto un altro ultimatum da parte delle autorità che invitavano le due famiglie a liberare la stalla e a non più utilizzare i terreni. Ultimatum seguito negli ultimi giorni da un intervento ad Olina da parte di agenti di polizia, saliti in quota insieme al proprietar­io per sigillare la stalla. Un’imposizion­e, sorretta dalla legge, a cui le famiglie Köder e Schmid hanno infine dato seguito ma che comunque mal digeriscon­o. Attribuisc­ono molto importanza alla stalla e ai terreni, pur avendone a disposizio­ne altri ma non direttamen­te adiacenti alla casa. La visita degli agenti è stata accolta da una simbolica azione di protesta, con tanto di striscioni con la scritta ‘Io sono stata qui’, a voler sottolinea­re la lunga presenza delle due donne su quell’alpe e il costante utilizzo dei fondi nel segno di attività tradiziona­li della vita contadina in montagna. Ne fanno infatti anche una questione di principio. Ciò che li fa arrabbiare è il fatto che il nuovo proprietar­io non sembrerebb­e invece intenziona­to a utilizzarl­i per l’attività agricola. E da alcune ricerche fatte in paese, pare che stessa sorte tocchi ad altri terreni da lui acquistati sui monti di Chironico.

‘Messi nelle condizioni di essere occupatori di proprietà’

Dal 2011 è in corso una procedura di raggruppam­ento terreni avviata dall’allora Comune di Chironico, poi divenuto frazione di Faido con l’aggregazio­ne del 2012. In uso in Ticino dal 1912, la procedura mira a ridefinire le proprietà e l’utilizzo dei fondi agricoli di fronte a situazioni – com’era il caso dei monti sopra Chironico – di moltissime particelle di terreni appartenen­ti a diversi proprietar­i, anche a seguito di centinaia di anni di spartizion­i ereditarie. A più di un decennio dall’avvio della procedura, l’Ufficio tecnico di Faido spiega che l’operazione non è ancora terminata a causa di ricorsi tuttora pendenti. «Invece di portare a un risultato sensato per tutte le agricoltur­e esistenti in questa montagna – tiene a sottolinea­re Florian Köder – il raggruppam­ento è diventato la giocata in un’interminab­ile partita di poker che dura da 15 anni. Un periodo oltremodo lungo a causa di una sola persona. Una situazione che ci ha messo nelle condizioni di essere ‘occupatori di proprietà’. E in tutto questo tempo nessuna autorità è salita quassù per verificare come stanno realmente le cose».

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Anche una simbolica azione di protesta

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