Le ricette del Ps per azzerare la povertà entro il 2030
Come il pagamento automatico delle prestazioni sociali
Il Partito socialista (Ps) vuole porre fine alla povertà in Svizzera entro il 2030. Ha adottato sabato un documento che definisce tre priorità: le pari opportunità fin dalla prima infanzia, la lotta al mancato ricorso alle prestazioni sociali e una nuova imposta federale sulle successioni. Intitolato “Affrontare la povertà piuttosto che le persone da essa colpite”, il testo è stato adottato quasi all’unanimità dagli oltre 400 delegati del Ps al congresso a Grand-Saconnex (Ginevra).
Stesse opportunità per tutti i bambini
Il Ps auspica lo sviluppo di strutture pubbliche per la custodia dei bambini a partire dalla prima infanzia, offerte formative per i giovani e prestazioni complementari destinate alle famiglie, in modo che tutti i bambini abbiano le stesse opportunità fin dall’inizio della loro vita. Queste misure dovrebbero anche consentire alle donne di conciliare meglio la vita familiare e quella professionale, migliorando così il loro reddito.
Tetto massimo agli affitti
Per porre fine al mancato ricorso alle prestazioni sociali da parte del 30% delle persone che ne hanno diritto, il Ps chiede innanzitutto un’informazione obbligatoria a livello nazionale e, in secondo luogo, il pagamento automatico di tali agevolazioni. Anche
il tetto massimo agli affitti, la promozione dell’edilizia abitativa di utilità pubblica e la riduzione dei premi per l’assicurazione sanitaria mirano a evitare che il reddito venga inghiottito dai costi fissi della famiglia. Per migliorare la distribuzione della ricchezza, il documento chiede una nuova imposta federale sulle successioni, come richiesto dalla Gioventù socialista (Giso) nella sua “Iniziativa per il futuro”, che vuole destinare le entrate al finanziamento “socialmente equo” della protezione del clima. Il Ps ritiene inoltre che i debiti non debbano essere ereditati.
Pfister continuerà a guidare il Centro
Gerhard Pfister continuerà a presiedere l’Alleanza del Centro per un terzo mandato di quattro anni. Riuniti sabato a Svitto, i delegati del partito lo hanno confermato all’unanimità. Nel suo intervento, Pfister ha chiesto che l’economia torni ad assumersi maggiori responsabilità. Il presidente del Centro si è detto preoccupato per l’alienazione tra l’élite economica e la popolazione, menzionando gli stipendi dei dirigenti. La “débâcle” del Credit Suisse ha contribuito a questo fenomeno. La Svizzera è attraente per le imprese proprio perché è più di una semplice piazza economica, ha sottolineato il consigliere nazionale. Offre certezza del diritto, stabilità, pace sociale e considerazione per i deboli e le minoranze.
Pace sociale, un successo per la Svizzera
Se il contratto sociale si sgretola, la pace e la coesione sociale saranno messe a repentaglio e la solidarietà tra le generazioni diminuirà, ha affermato Pfister. La Confederazione ha bisogno di un’economia sociale di mercato che non lasci indietro nessuno, ha ribadito. Tuttavia, si è espresso contro gli aiuti ad annaffiatoio. Per lui: “Politica sociale non significa politica socialista”.
Sistema sanitario malato
La base del partito ha sostenuto l’iniziativa lanciata dal Centro che ha l’obiettivo di controllare l’aumento dei costi sanitari, compresi i premi. Il testo prevede che Confederazione e Cantoni prendano provvedimenti, in collaborazione con gli attori del settore sanitario, quando i costi aumentano di oltre il 20% rispetto agli stipendi nel corso di un anno. Il Parlamento ha invece adottato un controprogetto indiretto che prevede essenzialmente l’introduzione di obiettivi di costo e qualità per il sistema sanitario. Tuttavia, l’Alleanza del Centro rimane fedele alla sua iniziativa, ritenendo che il controprogetto non sia sufficientemente efficace.