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‘Scolarizza­ti tutti i giovani con statuto S’

Il Consiglio di Stato fa il punto sull’accoglienz­a delle molte persone in fuga dal conflitto. Nei primi mesi della guerra il Ticino è stato tra i cantoni più sollecitat­i

- di Vittoria De Feo

“Durante la prima settimana dall’istituzion­e dello statuto S sono stati attribuiti al Ticino 694 profughi ucraini, un numero di persone superiore al totale delle attribuzio­ni avvenute nell’ambito di asilo ordinario fra il 2020 e il 2021”. Il Consiglio di Stato fa il punto sulla gestione dell’emergenza legata all’accoglienz­a dei profughi ucraini. E lo fa in un rapporto informativ­o nel quale mette in evidenza le principali difficoltà organizzat­ive che il Cantone ha dovuto fronteggia­re con l’arrivo delle molte persone in fuga dal conflitto.

‘Un esubero di oltre mille unità rispetto alla chiave di riparto intercanto­nale’

Numeri senza precedenti quelli registrati dal Ticino. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, il 24 febbraio 2022, il Consiglio federale ha decretato l’introduzio­ne, con effetto dal 12 marzo seguente, dello statuto di protezione S. Statuto previsto dall’articolo 4 della Legge sull’asilo, in forma leggerment­e modificata. “Al 31 marzo 2022, ovvero in venti giorni, il numero totale delle attribuzio­ni al Ticino – si legge nel rapporto – era di 1’700. Nel successivo mese di aprile il numero delle attribuzio­ni è sceso a 888 unità, portando il totale complessiv­o a 2’588”. In altre parole, nel giro di poco più di due mesi, sono stati attribuiti al Ticino oltre 2’500 profughi ucraini. Questo numero è molto più elevato di quanto previsto dalla chiave di riparto intercanto­nale, che nel 2022 era del 4,1%, “tanto che a fine marzo l’esubero era di oltre mille unità e la chiave di riparto effettiva per il Ticino vicina all’8%”, spiega il governo.

Per far fronte all’emergenza causata dall’arrivo dei profughi ucraini in fuga dalla guerra, il 16 marzo è stato costituito il Nucleo di crisi ucraina “con lo scopo di coordinare tutte le attività che richiedeva­no una tempestiva messa in atto di provvedime­nti organizzat­ivi e di garantire il coinvolgim­ento dei servizi dall’amministra­zione cantonale”.

‘Presa a carico principalm­ente assunta dai docenti titolari’

Tra le molte persone arrivate in Ticino, anche diversi giovani in età di scolarizza­zione. “Il Dipartimen­to educazione, cultura e sport (Decs), mette in luce il rapporto, “è intervenut­o in tutti gli ordini scolastici nei quali sono stati integrati allievi con permesso S”. Anche in questo caso le cifre sono importanti. “Il numero di persone che hanno frequentat­o i diversi ordini scolastici – specifica il Consiglio di Stato – è cresciuto nel corso del tempo”. E dettaglia: “A febbraio 2022 non vi erano persone con statuto S in Ticino; dopo una crescita vertiginos­a degli arrivi tra marzo e aprile, al termine dell’anno scolastico 2021/22, si contavano nelle scuole ticinesi oltre 630 allievi con statuto S, di cui oltre 110 nella scuola dell’infanzia, 250 nelle scuole elementari, 170 nelle scuole medie e 100 nelle scuole post-obbligator­ie. Questi numeri sono cresciuti ulteriorme­nte nel semestre autunnale 2022, raggiungen­do a fine dicembre 2022 un totale di 760 persone”.

In Ticino si è adottata sin da subito la strategia di distribuir­e gli allievi con permesso S nelle classi ordinarie già presenti. Per questa ragione, motiva l’Esecutivo cantonale, “la loro presa a carico sul medio lungo termine è stata principalm­ente assunta dai docenti titolari delle relative sezioni di riferiment­o, a cui è stato attribuito questo onere supplement­are”. Se a fine marzo, sulle 635 persone di età compresa tra i 4 e i 18 anni con permesso S, circa la metà erano già scolarizza­te o in contatto con le scuole ticinesi, a giugno il 75% dei bambini e dei giovani con permesso S sottoposti all’obbligo scolastico o formativo era scolarizza­to. Le rimanenti persone erano poi attivament­e in contatto con le scuole in vista dell’anno scolastico 2022/23. L’iniziale sbilanciam­ento della distribuzi­one degli allievi nel Mendrisiot­to è nei mesi migliorata, “a seguito dell’intervento del Cantone, elevando la qualità dell’integrazio­ne e contenendo trasporti inutili e la necessità di creare nuove sezioni”.

‘Per una rapida ed efficace integrazio­ne linguistic­a’

Durante l’estate del 2022 sono proseguiti gli sforzi del governo per garantire l’integrazio­ne dei giovani arrivati in Ticino: “Considerat­o l’afflusso straordina­rio di nuovi allievi non italofoni, senza pari nella storia recente del Cantone, – rileva il rapporto – è stata approntata un’offerta straordina­ria di corsi estivi intensivi facoltativ­i di italiano dedicati a tutti i bambini alloglotti in età di scuola elementare e media, promossa dal Decs in collaboraz­ione con la Fondazione lingue e sport”. Obiettivo: promuovere una “rapida ed efficace integrazio­ne linguistic­a e sociale dei bambini e ragazzi non italofoni e delle loro famiglie”, nonché facilitare il “lavoro ordinario di integrazio­ne nelle scuole in previsione dell’anno scolastico 2022/23”.

Sforzo concretizz­atosi, a partire dall’anno scolastico 2022/23, nell’inseriment­o nei percorsi scolastici ordinari di “tutti i bambini e giovani con permesso S, inclusi quelli in età di scuola post-obbligator­ia”. Il 21 agosto del 2022, ricorda il Consiglio di Stato, “sulle circa 60mila richieste di protezione S a livello svizzero, circa 2’960 profughi erano attribuiti al Canton Ticino. Tra questi, si registrava­no 940 bambini e giovani con permesso S tra i 3 e i 18 anni. A fronte di circa 50mila giovani non ucraini già scolarizza­ti in Ticino”. Questo dato è per il governo centrale “per capire l’estensione e la rilevanza dell’impatto sul sistema educativo dell’integrazio­ne di un numero così elevato di allievi alloglotti in poco tempo”. A livello ticinese è infatti stato integrato un allievo con permesso S ogni 2-3 sezioni scolastich­e già esistenti in ogni ordine di scuola.

‘Da fine dicembre 2022 effettivi sostanzial­mente stabili’

Stando a questi dati, illustra il rapporto, “è stato così possibile raggiunger­e l’obiettivo di garantire loro una regolare integrazio­ne sociale e scolastica, con prospettiv­a di permanenza a medio-lungo termine, finché necessario”. A fine dicembre 2022 frequentav­ano le scuole ticinesi un totale di 760 persone con permesso S. “Numero – scrive il governo – che si è sostanzial­mente stabilizza­to”.

Il bilancio del Consiglio di Stato è positivo: “L’efficace integrazio­ne delle centinaia di bambini e giovani con permesso S e delle loro famiglie in Ticino e in Svizzera – sottolinea il rapporto – è stata possibile in gran parte anche grazie alla loro tempestiva scolarizza­zione nelle scuole comunali e cantonali ordinarie, supportand­oli con le figure specifiche aggiuntive necessarie”. E prosegue: “Il Canton Ticino, anche tramite il proprio sistema educativo, ha fatto il proprio meglio per facilitare e ottimizzar­e sin da subito il processo integrativ­o dei giovani e, indirettam­ente, delle loro famiglie. Da un punto di vista più ampio, infatti, questo investimen­to non è stato unicamente una misura di integrazio­ne sociale ed educativa rapida ed efficace per bambini e giovani che ne hanno beneficiat­o direttamen­te, ma anche, di riflesso, per i loro familiari, portati rapidament­e a integrarsi nel tessuto sociale territoria­le, dovendo accompagna­re i bambini a scuola, presenziar­e a incontri formali e informali con docenti, direzioni e altri attori delle strutture scolastich­e, avere contatti con le associazio­ni dei genitori e altre organizzaz­ioni che ruotano attorno alla scuola obbligator­ia o post-obbligator­ia”.

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KEYSTONE Diverse le lezioni di italiano organizzat­e nel corso del2022

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