‘Soluzione imperfetta, utile a chi non ce la fa’
«Ho 78 anni, ho due figli e due nipoti e risiedo in un comune della cintura luganese in un’abitazione di mia proprietà. Ci vivo sola, da quando è morto mio marito alcuni anni or sono. La casa, che avevamo costruito alla fine degli Anni Settanta, oggi è pagata poiché siamo riusciti a estinguere l’ipoteca.
Dopo essermi sposata, avevo fatto saltuarie sostituzioni in ufficio poi, cresciuti i figli, ho avuto un impiego a tempo parziale per una ventina d’anni. Oggi ho un’entrata mensile che arrotondo a 6’400 franchi: 2’450 della mia Avs; poco meno di 1’200 dal mio secondo pilastro e quasi 2’800 dall’istituto di previdenza del marito, che aveva lavorato a tempo pieno fino a 65 anni. In banca ho circa cinquantamila franchi di risparmi; non ho un terzo pilastro.
Ovviamente non beneficio di sussidi (e ci mancherebbe altro); perciò tutte le voci di uscita sono a mio carico. Le principali, in un anno, sono: 11mila franchi circa di premi cassa malattia (900 fr./mese); 6’800 di imposta cantonale e altrettanti di imposta comunale, 1’800 di imposta federale diretta; 335 di canone radio-tv; oltre ad alcune centinaia di franchi che devolvo in beneficenza. Per la casa nel 2023 ho pagato oltre 5’500 franchi in assicurazione, luce, acqua e gasolio; l’automobile, all’infuori di benzina e manutenzione, mi costa circa mille franchi all’anno tra imposta di circolazione, assicurazione, vignetta.
Ho sia il telefono fisso che il cellulare e ancora per il 2024 ho scelto di rinnovare l’abbonamento a laRegione che, pur scontato per i pensionati, è cresciuto fino a quattrocento franchi. Mi posso permettere di andare regolarmente dal parrucchiere e nella spesa di alimentari ci stanno, quando c’è l’occasione, pranzi o cene che cucino con piacere per i miei cari. In generale non sono una persona dalle grandi esigenze: a volte esco per un cena al ristorante o, più raramente da quando non c’è più mio marito, faccio una piccola vacanza. Tengo molto ad avere e, quando non ci sarò più, lasciare tutto a posto dal punto di vista finanziario. Quindi, pagato quel che devo e con un occhio ai risparmi (perché, specialmente alla nostra età, chi lo sa come possono andare le cose?), se e quando ne ho modo ‘passo qualcosa’ a figli o nipoti; sperando che ne facciano buon uso (ride, ndr).
Ci sono mesi in cui l’ammontare dei pagamenti è di diverse migliaia di franchi (ad esempio quando, se riesco, saldo le imposte in una volta sola) e mesi di assai meno. Finora sono riuscita a gestire entrate e uscite in modo tale da non dover attingere al capitale proprio: né per le spese correnti, né per quelle extra come possono essere lavori di manutenzione che una casa di quasi cinquant’anni richiede, riparazioni della vettura o altro.
Non ho ancora votato per corrispondenza: un po’ perché preferisco portare la scheda al seggio, un po’ perché esitavo tra il ‘sì’ e il ‘no’. Parto da una premessa: se guardo alla mia situazione, che mi consente di vivere con un certo agio, troverei ingiusto e perfino egoistico ‘pretendere’ una 13ª Avs. Il progetto su cui dobbiamo esprimerci non mi trova d’accordo per la distribuzione ‘a pioggia’: della 13ª usufruirebbe anche chi non ne ha alcuna necessità e lo ritengo scorretto. Preferirei una soluzione che preveda un tetto delle entrate, sotto il quale destinare la 13ª e oltre il quale no. Una certa preoccupazione su come verrà finanziata c’è; sebbene in termini di spese sempre più elevate che ci ricadono addosso, ce ne siano di quelle che mi scocciano di più: dalla benzina all’imposta di circolazione (nel mio caso aumentata di 50 franchi nel 2024) al cibo. E poi, se devo dirla tutta, a farmi davvero arrabbiare sono cose come i miliardi che la Confederazione trova per tirare fuori dai guai aziende portate sull’orlo del fallimento da mega manager, ai quali vanno comunque cospicui bonus. In quei casi allora sì che i soldi ci sono... Da un lato quella proposta in votazione è a mio parere una soluzione imperfetta; d’altro lato ritengo che la 13ª sarebbe utile per una certa fascia di popolazione. Sebbene molti non ne parlino (forse per vergogna, sicuramente per dignità), i poveri ci sono anche da noi! E, dunque, tenendo conto di tutto, voterò a favore».
* nomi noti alla redazione