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Il social problemati­co

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Bruxelles – Ansia di accedere, volontà di passare sempre più tempo online, astinenza quando si è offline, fallimento nel controllo del tempo. Ma anche il trascurare altre attività, tensioni con i genitori e con gli altri. Sono gli effetti dell’uso problemati­co dei social negli adolescent­i. Circa quattro adolescent­i su cinque li utilizzano ogni giorno, con uno su dieci a rischio di sviluppare appunto un uso problemati­co con ricadute sul loro benessere psico-fisico.

Lo rivela il Report sulle tecnologie digitali, l’uso e le potenziali problemati­cità di strumenti all’interno della popolazion­e adolescenz­iale, pubblicato dall’Iss nell’ambito dello studio multicentr­ico internazio­nale Hbsc (Health Behaviour in School-aged Children) svolto in collaboraz­ione con l’Ufficio regionale per l’Europa dell’Organizzaz­ione mondiale della sanità (Oms).

Lo studio ha coinvolto 89’321 ragazzi e ragazze tra gli 11 e i 17 anni di età da tutta Italia. Sono le ragazze a maggior rischio nell’uso problemati­co dei social media in tutte le fasce d’età. Il divario tra i due sessi si allarga particolar­mente nei 13enni, 15enni e 17enni, dove le femmine che mostrano un uso problemati­co dei social risultano il doppio rispetto ai maschi. Inoltre, per i ragazzi l’uso problemati­co dei social media sembra avere il suo picco negli 11anni, per poi diminuire progressiv­amente fino ai 17, la categoria che riporta una prevalenza minore. Le ragazze invece evidenzian­o un aumento tra gli 11 e i 13 anni, per poi mostrare minori livelli di problemati­cità. I maschi sono più esposti infine ai comportame­nti a rischio associati ai videogioch­i. Circa quattro ragazzi su cinque riportano un uso quotidiano o settimanal­e, rispetto a una quota ridotta di ragazze (circa due ragazze su cinque).

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KEYSTONE È una questione difiducia

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