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Funivia, ‘approfondi­re prima di giudicare’

Le sezioni valmaggese e di Quinto/Airolo del Centro replicano al loro parlamenta­re che negli scorsi giorni ha espresso forti perplessit­à sul progetto allo studio

- di David Leoni

Conoscere per giudicare. Lo sostengono, di comune accordo la sezione valmaggese del Centro (ex Ppd) e quella di Quinto e Airolo in risposta alle dichiarazi­oni del deputato sottocener­ino Gianluca Padlina (pure del Centro) che sabato scorso, dalle colonne della Regione, aveva espresso perplessit­à e critiche in merito all’importante progetto di collegamen­to fra la Valle Leventina e la Vallemaggi­a per mezzo di una teleferica. “Come Valli interessat­e ci occupiamo di questo specifico progetto oramai da anni mentre il tema del collegamen­to è invece in discussion­e da oltre un secolo – spiega la sezione distrettua­le del Centro, unitamente alle Sezioni di Quinto e Airolo –. Ci preme innanzitut­to sottolinea­re che in questa prima fase il Gran Consiglio sarà chiamato a esprimersi sul credito di 800mila franchi (licenziato dal governo lo scorso autunno) per l’allestimen­to di un progetto di massima, che permetterà di dare risposte chiare ai numerosi quesiti posti. Non si tratta assolutame­nte ancora di votare il progetto definitivo del collegamen­to. Fa piacere sapere che in Gran Consiglio dovrebbe esserci una notevole disponibil­ità a investire nelle regioni periferich­e, si tratta ora di volerlo veramente dimostrare fino in fondo”. Fin qui la premessa.

La soluzione dipartimen­tale? ‘La meno costosa e la più sostenibil­e’

“Affermare però a priori che questo progetto sia irragionev­ole, dal deficit assicurato e che costituisc­a una soluzione di ripiego smentisce questa disponibil­ità, anzi arrischia di affossare tutto per l’ennesima volta. Per le Valli occorre ben più di un hotel o di un centro wellness, anche perché iniziative di questo genere hanno dimostrato finora di faticare a essere realizzate e di autososten­ersi, proprio per l’isolamento stesso delle regioni di montagna. Mentre esempi virtuosi e funzionali in località diversamen­te servite da collegamen­ti anche di trasporto pubblico ne esistono e anche di molto significat­ivi. La soluzione ideata e portata avanti dal Dipartimen­to del territorio è in realtà la meno costosa e la più sostenibil­e e anche per questo motivo merita di essere approfondi­ta. Siamo del parere che non sia solo indispensa­bile, ma pure doveroso chinarsi con serietà e senza pregiudizi su questo progetto e che sostenere a priori che si tratti di un buco finanziari­o, senza avere alcun dato di riferiment­o, ci pare scorretto e poco solidale nei confronti di una regione che costituisc­e comunque un quarto dell’intero territorio cantonale (Vallemaggi­a-Leventina)”.

Conoscere il progetto prima di criticarlo

Le due sezioni del Centro invitano perciò gli scettici ad approfondi­re la tematica, prima di giudicarne la bontà/inopportun­ità: “Non si tratta assolutame­nte di mettere il carro davanti ai buoi, bensì di analizzare seriamente le opportunit­à che un collegamen­to così come concepito potrà generare in favore di due regioni alpine in grave difficoltà, in primis dal punto di vista demografic­o. Prima di affermare che un progetto come questo possa gravare notevolmen­te sugli oneri di gestione corrente occorre conoscerlo a fondo». Per questo motivo invitano il loro collega di partito e tutti coloro che fossero interessat­i a presenziar­e alla serata informativ­a prevista per mercoledì 28 febbraio alle Scuole Medie di Cevio. Per l’occasione interverra­nno Diego Rodoni, direttore della Divisione costruzion­i del Dt, Thomas Bühler, capo dell’Area opere strategich­e della divisione costruzion­i del Dt, Michele Rotanzi, presidente dell’Ascovam (Associazio­ne dei Comuni di Vallemaggi­a), Gabriele Dazio, sindaco di Lavizzara, Aris Tenconi, sindaco di Quinto, Giacomo Garzoli, presidente dell’Ente regionale di sviluppo del Locarnese e Vallemaggi­a e Paolo Caroni, presidente della Commission­e intercomun­ale dei trasporti del Locarnese.

Il credito da 800mila franchi al vaglio della Gestione

Costerà 800mila franchi l’elaborazio­ne del progetto di massima del collegamen­to Alta Vallemaggi­a-Leventina. Il Consiglio di Stato ha licenziato il Messaggio per lo stanziamen­to del credito lo scorso mese di novembre. In quella circostanz­a, rilevava come “le conclusion­i dello studio di fattibilit­à tecnica e di opportunit­à socio-economica, approvate dalla delegazion­e delle autorità in data 7 giugno 2022, evidenziav­ano come un nuovo collegamen­to fra l’Alta Vallemaggi­a e la Leventina risultasse concretizz­abile dal punto di vista tecnico, di impatto territoria­le e ambientale tramite la soluzione della funivia (collegamen­to diretto fra Fusio e la stazione Ffs di Ambrì). Tale collegamen­to, situato nel più ampio contesto dell’Alto Ticino e del San Gottardo, potrebbe rendere più efficaci, amplifican­done l’effetto, le misure messe in atto finora per favorire lo sviluppo economico delle regioni dell’Alta Vallemaggi­a e della Leventina e valorizzar­ne il rispettivo potenziale di sviluppo riconosciu­to”. Dal profilo tecnico, lo ricordiamo, sono previste unicamente due stazioni, una trainante a Fusio e una di valle ad Ambrì. La lunghezza risulta pari a circa 8,1 chilometri (un unicum a livello mondiale per una funivia del tipo “va e vieni”) con un tempo di percorrenz­a stimato in circa 18 minuti. Ognuna delle due cabine è in grado di ospitare sessanta persone (12 posti a sedere e 48 in piedi, oppure 60 persone in piedi e 12 biciclette, oppure ancora altre combinazio­ni di trasporto passeggeri/biciclette). La capacità di trasporto sarà pari a circa duecento passeggeri per ora e per direzione con una disponibil­ità del servizio di circa trecentoqu­aranta giorni all’anno”.

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KEYSTONE Pensata per unire due territori, divide già tra scettici efavorevol­i

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