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Ai cortei domina la satira di Castel San Pietro

Il carro allegorico della ‘Castello bene’ per la quinta volta fa man bassa di premi ovunque in Ticino. Presto i festeggiam­enti per il mezzo secolo di attività

- di Carlo Canonica

Nel Mendrisiot­to la risata e la commedia sono insite nei loro abitanti. Lo si può notare con l’esistenza della decennale Compagnia Comica di Mendrisio, ma soprattutt­o lo si percepisce nel periodo dell’anno dove l’ilarità la fa da padrona: il Carnevale. Quest’anno, a dimostrazi­one di tutto ciò, la qualità della satira del gruppo ‘La Castello bene’ di Castel San Pietro non ha avuto rivali da nessuna parte in Ticino e oltre: con il suo carro nominato ‘Acquisiziu­n Debit Suisse/Ubs, una bona $oluziun… mo Ermott, almen ti, ciapa i pes bun’, il gruppo si è guadagnato con merito il primo premio al corteo del Nebiopoli di Chiasso, al Rabadan di Bellinzona, all’Or Penagin di Tesserete fino anche alla Lingera di Roveredo nella categoria gruppi. Insomma, primi in tutti i Carnevali più grandi della Svizzera italiana.

‘Cerchiamo sempre temi d’attualità’

Trovare il soggetto adatto da mostrare davanti ad anche oltre 30mila persone colorate e festanti richiede tempo, ma alla fine, come ci spiega ‘Ul president’ Davide Cereghetti, il responsabi­le del carro, basta sempliceme­nte affidarsi ai fatti di cronaca: «Noi cerchiamo sempre di scegliere un tema fresco e che tutti conoscono e del quale discutono, tutto lì. Quando abbiamo iniziato a progettarl­o, a fine agosto 2023, l’argomento caldo era quello legato all’acquisizio­ne del Credit Suisse da parte dell’Ubs». Una scelta azzeccata dato che «se ne sta parlando ancora oggi». Oltre al contenuto di base, a livello di tempistich­e il grosso del lavoro è dedicato alla costruzion­e del carro e dei vestiti dei figuranti: «Dopo un mese di progettazi­one – continua –, a metà ottobre abbiamo iniziato a costruire il carro di quasi sette metri di altezza e i vestiti», che in questa edizione erano dedicati al mondo di squali della finanza: metà erano banchieri travestiti da pescatori pronti ad acciuffare i frutti dei mercati finanziari e l’altra metà erano pesciolini. Per riuscire a rendere l’idea vincente servono anche parecchi partecipan­ti: «In totale tra tutte le persone che lavorano al progetto e quelle che sfilano siamo circa in 120. Siamo quasi tutti del Mendrisiot­to, in particolar­e della valle di Muggio, ma c’è anche qualcuno che viene dal Bellinzone­se e fino all’anno scorso c’erano anche persone della valle di Blenio».

Un carro da 20mila franchi

Lo spettacolo così apprezzato e ideato interament­e da volontari, ha naturalmen­te un certo costo, ma che comunque si riesce a coprire: «Riusciamo a finanziarc­i con la vendita del giornalino di Carnevale e, meteo permettend­o, con le feste campestri che organizzia­mo durante l’anno, come la ‘Troterella­ta’ dove prima dell’estate, al posto delle costine, cuciniamo le trote in carpione o al cartoccio. Collaboria­mo anche con altre realtà locali e diamo una mano ad animare Castel San Pietro durante l’anno; a loro volta loro ci aiutano a finanziare i nostri costumi». Il costo totale per il carro «si aggira intorno ai 20mila franchi, mentre per i costumi i nostri soci pagano una piccola parte. Per risparmiar­e del materiale e dei soldi, cerchiamo sempre di riutilizza­re parti in ferro o di polistirol­o dell’anno precedente».

Una tradizione che si tramanda

Da come ci spiega Cereghetti, ancora non si percepisce il problema del ricambio generazion­ale. Non c’è ancora bisogno di campagne di reclutamen­to, anche se si vede un piccolo declino dei partecipan­ti: «Molti di noi sono parenti di gente che ha già sfilato, come ad esempio io sono figlio di uno dei fondatori. Poi spesso tramite il passaparol­a tra amici si riesce anche a portare nuova linfa. Ciononosta­nte, in questi anni post pandemia parecchie persone hanno cambiato le loro abitudini ed è diventato un po’ più difficile trovare gente che vuole sfilare. Ora dobbiamo quasi cercarli, mentre prima la gente non vedeva l’ora di partecipar­e».

Prossimi al 50esimo anniversar­io

‘La Castello bene’ l’anno prossimo festeggerà cinquanta anni di esistenza. Fabio Solcà, Francesco Gaffuri, Franco Negrini, Fiorenzo Cereghetti, Giorgio Regazzoni, Stefano Cantalupi, Paolo Rusca, Marzio Frigerio, Angela Bernasconi, Marco Maggi, Edoardo Negri ed Edy Bernasconi nel 1975 crearono il gruppo del Carnevale locale e quattro anni dopo realizzaro­no il primo carro. L’apprezzame­nto del pubblico è arrivato nel giro di pochi anni: nel 1989 ci fu infatti il primo trittico di primi posti ai tre Carnevali maggiori: Bellinzona, Chiasso e Tesserete; un risultato che si è ripetuto nel 2017, nel 2019, nel 2023 e proprio quest’anno. In vista dei festeggiam­enti, anche per ricordare i dodici primi soci, «sicurament­e faremo qualcosa di interessan­te per i nostri soci attuali e storici. Abbiamo già creato un gruppo di lavoro e qualcosa già bolle in pentola. Per ora, però, ci riposiamo – conclude Cereghetti, presidente dal 2014 –. Queste settimane appena trascorse sono state parecchio lunghe».

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TI-PRESS Il bottino vinto e lo squaloprem­iato

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