‘Truppe occidentali a Kiev’, l’idea di Macron cade nel vuoto
Mosca: ‘Lo scontro con la Nato sarebbe inevitabile’
Parigi – L’invio di truppe occidentali in Ucraina, almeno per il momento, resta un tabù. La fuga in avanti di Emmanuel Macron, che ha posto il tema al vertice di Parigi sugli aiuti a Kiev, è stata fermata sul nascere dagli Stati Uniti, dall’Ue e da diversi Stati membri, tra cui l’Italia e la Germania. Parigi ha poi corretto il tiro, chiarendo che i militari europei sul terreno non sarebbero “belligeranti”, ma il Cremlino ha colto comunque l’occasione per mostrare i muscoli: nel nuovo scenario evocato dall’Eliseo un conflitto diretto con la Nato sarebbe “inevitabile”. Comprensibilmente positivi, al contrario, i commenti di Kiev, dove l’apertura francese viene considerata
“un buon segnale”. Dopo aver disertato la riunione del G7 presieduta da Giorgia Meloni a Kiev, Macron si è ripreso la scena riunendo a Parigi gli alleati (con Zelensky in collegamento) per rilanciare il sostegno all’Ucraina, al terzo anno di guerra. Il presidente francese ha annunciato la nascita di una coalizione per fornire missili e bombe di media e lunga gittata a Kiev, ma si è spinto anche oltre. Affermando che per “impedire la vittoria della Russia” non deve essere “più escluso” in futuro l’invio di soldati occidentali.
Stati Uniti ed Europa si sfilano
Macron ha spiegato che “oggi non c’è consenso sulle truppe di terra in via ufficiale”, come a voler dire che il tema sarebbe comunque oggetto di riflessione tra gli alleati, ma le prime reazioni sono apparse come una frenata. A partire dalla Casa Bianca. “Biden è stato chiaro sul fatto che gli Stati Uniti non invieranno soldati a combattere in Ucraina”, ha dichiarato la portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, aggiungendo che il presidente ritiene che “per la vittoria” siano necessari gli aiuti a Kiev bloccati al Congresso.
Neanche la Nato ha piani in questa direzione, ha spiegato il segretario generale Jens Stoltenberg. Sul fronte Ue un portavoce della Commissione ha precisato che la questione “non è stata discussa”. Perentorio invece è stato Olaf Scholz: “Ciò che è stato deciso tra noi fin dall’inizio continua a essere valido per il futuro”, vale a dire che “non ci saranno truppe sul terreno, né soldati inviati dagli Stati europei o dagli Stati della Nato sul suolo ucraino”. Una posizione riaffermata anche da Palazzo Chigi in una nota in cui si è ricordato che “fin dall’aggressione russa di due anni fa vi è stata piena coesione di tutti gli Alleati nel supporto da offrire a Kiev”.
Sulla stessa linea la Spagna e i Paesi del bloccoVisegrad, inclusa la Polonia, che non ha mai lesinato in aiuti militari a Kiev. Meno netta la posizione di Londra, che ha escluso soltanto l’invio di soldati “su vasta scala”. I britannici finora si sarebbero limitati a mandare in Ucraina istruttori o consiglieri militari.
La retromarcia
La sostanziale bocciatura incassata dai partner europei (a cui si è aggiunto anche il Vaticano) ha spinto il governo francese a sviluppare meglio il ragionamento di Macron. L’eventuale futura presenza di truppe occidentali in Ucraina “non andrebbe oltre la soglia della belligeranza”, ha spiegato il ministro degli Esteri Stéphane Séjourné, immaginando un impiego come in supporto agli ucraini per lo “sminamento”, il settore “cyber” e la “produzione di armi in loco”.
L’ipotesi di soldati occidentali sul terreno, come era prevedibile, ha provocato la reazione stizzita di Mosca. Il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, ha affermato che “in questo caso non dobbiamo parlare di probabilità, ma di inevitabilità” di un conflitto militare diretto tra la Nato e la Russia.
Il Tesoro Usa: ‘Usare gli asset russi come aiuti’
“Bisogna trovare il modo di sbloccare gli asset” della Russia congelati in occidente “per sostenere l’Ucraina”: ci sono tutti i motivi “di diritto internazionale, economici e morali” per farlo. Così la segretaria al Tesoro Usa Janet Yellen, a margine dei lavori del G20, lancia l’appello affinché si utilizzino i miliardi di dollari russi immobilizzati dopo l’invasione.