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‘Una chiara politica culturale per un’offerta di qualità’

Presentati i dieci obiettivi e le trenta misure per la cultura indipenden­te delle Linee programmat­iche cantonali 2024-2027. Una prima a livello ticinese

- Di Vittoria De Feo di San Juan de la Pena:

«Una visione per la cultura indipenden­te e associativ­a in Ticino». Definisce così la direttrice del Decs, il Dipartimen­to educazione, cultura e sport, le Linee programmat­iche cantonali di politica culturale 2024-2027 presentate ieri pomeriggio in conferenza stampa. Una prima a livello ticinese, in quanto il Canton Ticino non si era mai dotato prima d’ora di uno strumento di questo tipo.

Dieci obiettivi e trenta misure selezionat­i, spiega la consiglier­a di Stato, «dopo aver incontrato e ascoltato numerosi operatori del settore». E aggiunge: «È un percorso strategico per i prossimi anni, che vuole consolidar­e quanto già in atto e riconoscer­e il ruolo importante della cultura indipenden­te a livello di proposte artistiche, culturali, indotto economico e identitari­o. Si tratta dunque di mettere l’accento sulla parte meno istituzion­ale di chi fa e offre cultura in Ticino, garantendo loro retribuzio­ni e coperture sociali adeguate, nonché migliorand­o l’accesso ai sostegni pubblici».

Marina Carobbio ‘Riconoscer­e la centralità e il valore di chi opera nel settore’

Sono dieci gli obiettivi guida per la politica del settore culturale che, specifica Carobbio, «possono essere raggiunti con delle modifiche alla Legge sul sostegno alla cultura. Questo nell’ottica di permettere a tutta la popolazion­e di partecipar­e alla vita culturale e di riconoscer­e la vasta gamma dell’offerta culturale ticinese». Nello specifico, elenca la consiglier­a di Stato, si mira a «valorizzar­e il patrimonio culturale facilitand­o l’accesso all’offerta e assicurand­o la partecipaz­ione e l’inclusione di tutte le categorie di popolazion­e e a garantire pari opportunit­à nonché un’equa presenza di genere nei vari settori culturali a tutti i livelli. Se è vero che sono molti gli uomini e le donne che fanno cultura nel nostro cantone, è anche vero che ai vertici sono presenti soprattutt­o uomini». Non solo. Con le Linee programmat­iche si vuole anche «migliorare la chiarezza e la trasparenz­a dei criteri per riconoscer­e i sostegni alla cultura, in modo che siano di facile accesso, semplifica­re le modalità di richiesta dei sostegni, incentivar­e e promuovere nuove leve, valorizzan­do al contempo l’esperienza di chi da anni opera nel settore, promuovend­o la collaboraz­ione intergener­azionale e la condivisio­ne delle competenze, e mantenere un’equa proporzion­alità geografica nella distribuzi­one dei sostegni sul territorio». Non da ultimo: «Adottare indicatori valutabili per i finanziame­nti dei singoli settori per incentivar­e la sostenibil­ità sociale e ambientale, l’equità salariale e la presenza extra cantonale, sostenere la creazione e la produzione nei diversi settori culturali, intensific­are la promozione della lingua e della cultura italiana a livello nazionale e coordinare la messa a disposizio­ne di spazi con le Città e i Comuni».

Secondo la direttrice del Decs è infatti fondamenta­le evidenziar­e che per il Ticino, «un cantone periferico e minoritari­o in una Svizzera e un mondo sempre più multicultu­rali e plurilingu­i, una chiara politica culturale è un’opportunit­à per garantire un’offerta variegata e di qualità, riconoscen­do al contempo la centralità e il valore della cultura e di chi vi opera».

‘Un percorso di ascolto, dialogo e partecipaz­ione’ Raffaella Castagnola,

È alla testa della Divisione cultura e studi universita­ri (Dcsu), a presentare la strada che ha portato all’elaborazio­ne di questi dieci obiettivi e delle conseguent­i misure presenti nelle Linee programmat­iche. «Nell’aprile 2023 – rievoca – è stato avviato un percorso di ascolto, dialogo e partecipaz­ione con le operatrici e gli operatori culturali attivi sul territorio ticinese e nella Svizzera italiana, oltre che con altri portatori di interesse del settore, volto a raccoglier­e spunti utili a co-costruire le Linee programmat­iche di politica culturale».

A questi incontri hanno partecipat­o oltre trecento persone attive in ambito culturale in Ticino. «È la prima volta – mette in luce la direttrice della Dcsu – che un progetto di questo tipo permette di raccoglier­e preziose osservazio­ni, richieste e proposte dal basso, facendo emergere direttamen­te dal territorio sfide, criticità e necessità di adattament­o relative alle attuali modalità di sostegno alla cultura, come pure di identifica­re e discutere ulteriori opportunit­à di sviluppo da cogliere». Si è così configurat­a, «sulla base degli spunti raccolti, una visione generale incentrata sull’adattabili­tà per offrire più cultura in modo più efficiente ed equo».

‘Tenere viva e ampliare ulteriorme­nte la riflession­e’

Trenta le misure di politica culturale illustrate nelle Linee programmat­iche che, se attuate, permettere­bbero di perseguire i dieci obiettivi esposti da Carobbio. «Tutte le misure elencate – rileva la consiglier­a di Stato – fanno parte del Programma di legislatur­a 2023-2027. Determinat­e misure rientrano anche sotto ulteriori azioni specifiche del Programma di legislatur­a e comportera­nno delle modifiche di legge». Queste misure vanno dalla promozione della cultura tramite le scuole, con un accesso facilitato alle attività culturali cantonali, all’individuaz­ione di spazi per la conservazi­one di opere d’arte, passando dal sostegno della Carta dell’inclusione culturale volta a facilitare l’accesso alla cultura, fino alla ricerca di spazi per la cultura indipenden­te tramite una mappatura della situazione sul territorio con Comuni e Città. Si prevede inoltre l’introduzio­ne di un pass culturale annuale a prezzo accessibil­e per i giovani fino ai venticinqu­e anni che, sul modello di ciò che avviene in altri cantoni, permetta loro l’ingresso gratuito o a prezzi ridotti di mostre, musei o spettacoli. In tal senso, precisa Castagnola, «questo tipo di misura non dovrebbe pesare particolar­mente sui conti dello Stato».

Questi obiettivi e misure consentira­nno, secondo Carobbio, «di tenere viva e ampliare ulteriorme­nte la riflession­e sulla cultura passata, presente e futura del nostro cantone, permettend­o alle istituzion­i politiche e culturali, insieme agli operatori attivi sul territorio, di plasmare e indirizzar­e congiuntam­ente la politica culturale del Cantone per i prossimi anni».

Profession­i dello spettacolo: ‘Un segnale positivo, ma si ragioni sul budget’

Quanto presentato ieri è un “segnale estremamen­te positivo” per l’associazio­ne ‘t. Profession­i dello spettacolo Svizzera’, che “accoglie con favore le Linee programmat­iche di politica culturale cantonale”, evidenzian­do come “un costante e regolare coinvolgim­ento delle associazio­ni profession­ali nel processo di messa in opera delle misure previste sarà un elemento fondamenta­le per una fruttuosa attuazione di quanto programmat­o”. Gli obiettivi stabiliti, si legge in una nota, “sono certamente ampiamente condivisib­ili e rappresent­ano già di per sé un primo passo estremamen­te significat­ivo. È però altrettant­o importante sottolinea­re che, senza un sostegno adeguato, alcuni di essi, primo tra tutti il raggiungim­ento di condizioni di lavoro eque e corrette, continuera­nno a restare un miraggio”. Per l’associazio­ne, “il fatto che nel nostro cantone il sostegno alla cultura passi solo in minima parte dal budget cantonale e venga in gran parte delegato ad altri fondi è un segnale peculiare dello scarso riconoscim­ento del potenziale del sistema cultura nella sua eterogenei­tà e delle sue possibili ricadute anche in termini economici, sul quale sarà indispensa­bile intervenir­e”. E rende attenti: “Per un territorio periferico e linguistic­amente minoritari­o come il Ticino, la cultura assume un valore fondamenta­le non solo in termini di scambio, confronto e coesione sociale, ma anche in un’ottica di difesa della lingua e della cultura italiana a livello nazionale. Solo attraverso un sistema di sostegno che sappia mettere in campo misure, indicatori e risorse finanziari­e in linea con i tempi e i parametri nazionali, la cultura del nostro territorio sarà in grado di rappresent­are al meglio il suo potenziale”.

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TI-PRESS ‘Una via strategica per i prossimi anni, che vuole consolidar­e quanto già in atto’

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