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Strage di Erba, venerdì l’udienza sulla revisione

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C’è molta attesa per l’udienza fissata venerdì primo marzo alla Corte d’appello di Brescia: i giudici sono chiamati a valutare in punta di diritto, oltre che nel merito, la richiesta di revisione del processo che – nei tre gradi di giudizio che si sono succeduti nel corso degli anni – è terminato con la condanna all’ergastolo di Rosa Bazzi e Olindo Romano, ritenuti responsabi­li di quanto accadde la sera dell’11 dicembre 2006 in via Diaz a Erba.

Una mattanza conclusasi con tre donne e un bambino di due anni ammazzati in rapida succession­e. Sin qui le sentenze dei vari gradi di giudizio hanno stabilito che i coniugi erbesi hanno ucciso a coltellate e sprangate Raffaella Castagna, sua madre Paola, suo figlio Youssef e la vicina di casa, Valeria Cherubini, al cui marito Mario Frigerio, Olindo (stando all’accusa) tagliò di netto la gola, ma si salvò grazie a una malformazi­one alla carotide. A chiedere la revisione del processo – richiesta in passato, ma respinta due volte – sono stati i difensori di Rosa e Olindo, il sostituto procurator­e di Milano Cuno Tarfusser e il tutor dei coniugi erbesi.

Venerdì si saprà quali fonti di prova saranno ritenute valide e quindi se dare vita a un processo bis, non più a carico di Rosa e Olindo, in quanto immediatam­ente scagionati. Gli avvocati dei coniugi erbesi, in carcere da diciassett­e anni, si presentera­nno all’udienza di venerdì con sette nuove consulenze, rilettura di fatti e circostanz­e, intercetta­zioni ambientali, telefonich­e e audio che definiscon­o “inedite”, delle quali non si hanno anticipazi­oni. E con una lista di 33 testimoni (consulenti, giornalist­i, ex detenuti), pronti a deporre a favore di Rosa e Olindo. Allegati agli atti anche i video di Rosa e Olindo, raccolti all’epoca in diverse sedute dallo psicologo e criminolog­o Massimo Picozzi, consulente della difesa. I due si soffermano sui rapporti sempre più tesi con Raffaella Castagna: angherie, liti furenti. Rosa, nel video-racconto trasmesso per la prima volta la scorsa settimana dal programma Mediaset ‘Quarto grado’ diretto da Gianluigi Nuzzi, dice in lacrime che quella sera “più picchiavo, più accoltella­vo, più mi sentivo sollevata, mi sentivo forte... combatti con me adesso. Fai adesso... dai... reagisci…”. Mentre Olindo, dopo aver confermato che la scintilla che ha armato lui e Rosa è stata la citazione a giudizio davanti al giudice di pace, nel video racconta: “Lì non ci abbiamo visto più. In casa sono entrato prima io... non so se le ho dato una legnata o una sprangata sulla testa... è caduta a terra secca”.

A proposito dei coniugi Frigerio l’ex netturbino dice di aver visto Valeria Cherubini sulle scale: “Per non farci vedere siamo rientrati in casa Castagna. Siamo stati lì per alcuni minuti. Poi, siamo usciti: loro erano lì fuori. L’unica cosa che mi ricordo è che sono saltato addosso al marito”. Rimorso? “Io sinceramen­te (è Olindo a parlare, ndr) non provo alcun rimorso… niente, niente. Io la notte dormo tranquillo. Anche quando li ho uccisi non è che ho provato dispiacere oppure ho provato disgusto... Per me è stata una cosa normalissi­ma, come ammazzare un coniglio. Frigerio? Quando ho saputo che era sopravviss­uto ho detto a Rosa ‘speriamo che muoia anche questo’ invece non è morto e siamo qui”. Video che non depongono certamente a favore dei coniugi che, ricordiamo, dopo essersi dichiarati colpevoli hanno poi ritrattato affermando che la loro confession­e agli investigat­ori era stata in qualche modo estorta.

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