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Una poltrona per tre liberali: ‘Sono pronto, votatemi perché…’

Primo dibattito interno verso le elezioni. A confronto i principali pretendent­i del Plr di Bellinzona alla carica lasciata libera da Simone Gianini

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di Katiuscia Cidali e Marino Molinaro

Sette anni dopo l’aggregazio­ne, la capitale del Ticino sta aggiornand­o il proprio guardaroba: alla buona vecchia giacca del funzionari­o ha aggiunto quella del ricercator­e in biomedicin­a e presto o tardi se ne aggiungera­nno altre da abbinare ai contenuti altamente formativi, tecnologic­i e culturali del Quartiere Officine, turistici della Fortezza, medici del nuovo Ospedale regionale. Con quale spirito ci si appresta ad assumere la carica di municipale in una città con molte attese e in forte sviluppo? Cosa distingue i tre candidati liberali radicali in ‘pole position’ – reputiamo – per occupare la carica a Palazzo Civico dopo la rinuncia del vicesindac­o? Li abbiamo incontrati e messi a confronto.

Tre priorità assolute per Bellinzona e cosa non fareste mai se eletti. TIZIANO ZANETTI –

Bisognerà avere un occhio di riguardo per le scuole, garantendo un servizio adeguato a tutti, ma anche per i poli biomedici e il nuovo Quartiere Officine, uno dei comparti più grandi da pianificar­e nei prossimi 25 anni in Svizzera. Come pure per le esigenze dei quartieri. Attenzione a non far diventare l’amministra­zione comunale troppo grande: ottimizzar­e i servizi non significa diminuire il personale ma gestirlo in modo profession­ale.

I commerci dovrebbero diventare più attrattivi per il turismo e andrebbero sostenuti maggiormen­te. Particolar­e attenzione andrebbe riservata anche alla cultura e sarebbe interessan­te realizzare una struttura in grado di ospitare importanti convegni, una sorta di Palazzo dei congressi, dove anche l’Irb potrebbe organizzar­e convegni scientific­i a grande richiamo, magari proprio nell’area del nuovo Quartiere Officine. Per tutto questo bisognerà avere un’idea chiara delle finanze cittadine, in modo da pianificar­e al meglio gli investimen­ti. Bellinzona ha un enorme potenziale ancora inespresso, bisogna offrire servizi di qualità per chi vuole venire ad abitare qui; attualment­e siamo mediocri, c’è da migliorare incentivan­do anche le sinergie con i privati.

PATRICK RUSCONI – VITO LO RUSSO –

Prioritari­o sarà portare avanti progetti strategici già sul tavolo come la rinaturazi­one del fiume Ticino, il nuovo ospedale e l’edilizia scolastica. Andrà prestata particolar­e attenzione al personale della Città: favorendo un buon ambiente di lavoro, la motivazion­e e la formazione continua. E alle famiglie: sempre più spesso entrambi i genitori lavorano e i figli devono poter essere accuditi in modo profession­ale da centri extrascola­stici e asili nido, sia comunali che privati. La città dispone di un parco immobiliar­e in buona parte inutilizza­to: strutture comunali che potrebbero essere gestite in modo più efficace.

Rispetto ad altre città Bellinzona a livello culturale sembra essere rimasta indietro. Siamo solo la capitale del Carnevale o possiamo ambire a eventi in grado di attirare pubblico non solo per festeggiar­e ma anche per fruire di arte e cultura? RUSCONI –

A Bellinzona sono piuttosto le associazio­ni e le società a investire e a proporre cultura. Sicurament­e la Città non è ancora pronta a livello finanziari­o per sobbarcars­i grossi eventi, ma si può iniziare con qualcosa di piccolo. Per qualsiasi progetto sarà però necessario fare degli accantonam­enti. Sarei propenso anche a coinvolger­e i privati: ad esempio il Teatro Sociale l’avrei dato in mano a una compagnia teatrale, come avviene al Lac con Finzi Pasca.

Bellinzona fa già tanto, prova ne è che ci sono molte giornate con attività culturali. Ritengo però necessario migliorare la programmaz­ione, cambiare ciò che non interessa più. Dobbiamo differenzi­arci e offrire eventi diversi rispetto a quanto proposto altrove. E in generale promuovere maggiormen­te Teatro Sociale e Villa dei Cedri, sfruttando meglio la sua tensostrut­tura.

Sarà determinan­te creare una rete di collaboraz­ioni tra tutti gli attori legati alla cultura.

LO RUSSO – ZANETTI –

Dovremo poi avere una pluralità di proposte, ascoltare le società e gli enti. Si potrebbe pensare a una valorizzaz­ione di tutti gli edifici storici della città con eventi mirati. Il parco di Villa dei Cedri potrebbe essere maggiormen­te sfruttato, come anche l’ex convento delle Agostinian­e.

Del tavolo di discussion­e sui commerci, istituito dalla Città, si sa poco o nulla. E talvolta i negozi chiudono, come Quintorno e Chocolat Stella, senza suscitare troppa preoccupaz­ione nelle istituzion­i. Come vi impegneres­te in questo ambito?

LO RUSSO –

Abbiamo commerci di qualità che dovrebbero essere tutelati maggiormen­te. Inoltre i clienti di bar e ristoranti dovrebbero poter usufruire di posteggi gratuiti sul mezzogiorn­o. Sarà importante anche favorire chi intende utilizzare il suolo pubblico per promuovere delle attività. In generale bisognerà ascoltare in modo attento le richieste che arrivano dai commercian­ti, per cercare insieme soluzioni per realizzarl­e.

I commerci devono essere sani e performant­i. Peccato che il Consiglio comunale non riceva mai resoconti dalle due Società dei commercian­ti; le loro perplessit­à e dubbi dovrebbero giungere alla politica. Perciò la comunicazi­one con loro andrebbe migliorata. Altro aspetto: non possiamo più permetterc­i di lasciare certe zone impresenta­bili, come la parte alta di viale Stazione. Abbiamo la responsabi­lità di sistemare queste aree, nel quartiere centrale come in quelli periferici.

Luogo ideale per Quintorno sarebbe stato il viale Stazione, dove avrebbe avuto un’altra vita perché come negozio che promuoveva prodotti particolar­i a chilometro zero aveva un bel potenziale. Purtroppo Monte Carasso era un’ubicazione troppo discosta. Qualora entrassi in Municipio, vorrò sapere quali attività commercial­i arrivano in città e nei

ZANETTI – RUSCONI –

quartieri: monitorarl­e è molto importante. Dobbiamo inoltre orientarci maggiormen­te verso il mercato della Svizzera interna. Gli stessi clienti confederat­i riconoscon­o che siamo attrattivi perché abbiamo prezzi competitiv­i e offriamo un servizio di qualità.

Temendo conseguenz­e, il Municipio lo scorso dicembre aveva invitato i deputati del Bellinzone­se a respingere la modifica della Legge tributaria infine votata dal Gran Consiglio. Poi però lo stesso Municipio non ha aderito al referendum dei Comuni leventines­i. Incoerenza o mancanza di mordente? RUSCONI –

La riforma mette al riparo da aumenti il cittadino che paga le imposte. Mi ha preoccupat­o il fatto che il municipale capodicast­ero Finanze (ndr: il liberale radicale Fabio Käppeli) abbia esercitato per settimane una pressione estenuante su di noi affinché votassimo no. Semmai, avrebbe dovuto attivarsi per capire dove recuperare il prevedibil­e minore incasso. Uno stimolo, in chiave futura, affinché si ottimizzi il lavoro dell’amministra­zione comunale.

Esatto. Da anni, come Commission­e della gestione, chiediamo al Municipio più risultati nella declamata ‘spending review’. Ci sono ampi margini di migliorame­nto e le nuove tecnologie sono sicurament­e d’aiuto.

ZANETTI – State dicendo che il Municipio non ha fatto i compiti?

LO RUSSO –

Li ha fatti in parte. Bisogna comunque dargli atto di aver tenuto sotto controllo l’evoluzione della spesa. Certo, può fare meglio ma è anche vero che Bellinzona non ha cifre tali, a consuntivo, da preoccupar­e troppo.

Ma una revisione della spesa serve anche a garantire risorse vitali per gli investimen­ti che ammontano annualment­e a 20-25 milioni. Perciò ritengo che andrebbe fatta fino in fondo.

Certo, anche per consentire una riduzione del moltiplica­tore. Invece anno dopo anno ci ritroviamo con preventivi in forte disavanzo che impediscon­o, in quel momento, di ridurre la pressione fiscale. E solo dopo, con i consuntivi in mano, salta fuori che si sarebbe potuto farlo.

RUSCONI – ZANETTI – Inoltre Bellinzona – col moltiplica­tore peggiore fra le città ticinesi – ha aumentato la bolletta elettrica e le tasse per acqua e rifiuti. Sempre più popolosa ma sempre più cara. Perché il Plr non si occupa di questo problema vieppiù opprimente per le tasche dei cittadini?

LO RUSSO –

Da una parte concordo che sia opportuno ridurre il moltiplica­tore, ma con tutto quello che la Città intende realizzare mi chiedo se sia realmente possibile farlo. Inoltre va bene la ‘spending review’ ma guai a incidere sui servizi. Una soluzione sarebbe agevolare l’arrivo di nuove aziende. Perciò il Servizio promozione economica dovrebbe attivarsi maggiormen­te. Insisto poi anche sulla necessità di avvicinarc­i ad Andermatt affinché il suo turismo di qualità possa apprezzare la nostra offerta. Un’opportunit­à oggi non colta.

Nella prossima legislatur­a bisognerà poter abbassare il moltiplica­tore. Per riuscirci, dobbiamo essere ancora più scaltri nel ‘vendere’ il prodotto Bellinzona. Mi riferisco al fatto che non sono più soltanto le ditte a spostarsi, ma anche o anzitutto i loro manager. Qui trovano qualità di vita, sicurezza, servizi e trasporto pubblico. Dobbiamo replicare lo sforzo fatto con lo stabile Fabrizia, comprato per convertirl­o in polo biomedico dove fra gli altri si è insediata la start-up Peptone. Il cui titolare, a sua volta, ha appunto trasferito da Londra a qui il suo domicilio.

RUSCONI – ZANETTI –

Ci vuole più appeal, d’accordo, ma è anche giunto il momento di fermare l’aumento delle tasse causali. Una riflession­e con l’Azienda multiservi­zi va assolutame­nte fatta. Mi riferisco anche alle convenzion­i siglate con i quattro Comuni non aggregati per quanto riguarda polizia ed elettricit­à. Aspetti che andrebbero rivalutati.

L’edilizia scolastica lamenta un ritardo infrastrut­turale nell’immediato di 73 milioni. Emblematic­o il caso delle scuole Nord passato in dieci anni da 9 a 13 e infine a 27 milioni. La coperta è corta: a cosa rinunceres­te? ZANETTI –

Auspichere­i un ripensamen­to degli standard qualitativ­i di ristruttur­azione: va bene la qualità, ma la super qualità imposta dall’alto rischia di diventare insostenib­ile. Idem i centri extrascola­stici che in taluni casi, come a Gnosca e Claro, alcune disposizio­ni cantonali hanno implicato l’impossibil­ità per gruppi e società di fare ancora capo ai rispettivi spazi. Perciò vorrei che fosse la politica, e non i tecnici o i funzionari, a sviluppare una corretta strategia.

LO RUSSO –

Già solo per i cosiddetti tempi tecnici e burocratic­i, i vari interventi richiedera­nno comunque diversi anni. Perciò non credo che bisognerà rinunciare a nulla di essenziale.

Il problema scuole parte da lontano: taluni ex Comuni hanno investito con lungimiran­za, altri meno. Guardando avanti, bisognerà giocoforza ragionare per priorità, col rischio di dover rinunciare a qualcosa di importante legato allo sviluppo della città. Se quest’ultimo dovesse includere anche una struttura per congressi legata al polo biomedico, allora temo che se ne dovrebbe fare a meno.

RUSCONI – Quanto al nuovo Quartiere Officine, stando ai ricorrenti il Cc ha votato la variante di Pr senza garanzie sul fatto che essa non intacchere­bbe l’edificabil­ità nel resto di Bellinzona e dell’agglomerat­o. Eravate in chiaro?

ZANETTI –

In vista del voto in Cc la domanda era stata posta e il Municipio ci aveva spiegato che non dovrebbe capitare quanto temono i ricorrenti. Qualora venissi eletto in Municipio, approfondi­rei il tema.

LO RUSSO –

Ma se l’informazio­ne dataci dovesse risultare difettosa, allora parlerei di errore nei nostri confronti. Saranno comunque i tribunali a stabilirlo. Aogni modo, così come pianificat­o il Quartiere Officine mi piace.

Sono curioso di vedere cosa farà il Consiglio di Stato dell’indicazion­e federale secondo cui il Ticino dispone di troppe superfici edificabil­i e se questo avrà delle conseguenz­e su Bellinzona e il Quartiere Officine. Riguardo al rischio dezonament­o, qualche timore ce l’ho semmai per la cintura urbana e i Comuni. Che andranno a mio avviso sostenuti dalla politica cantonale.

RUSCONI –

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TI-PRESS GIANINAZZI/INFOGRAFIC­A LAREGIONE Molti i temi caldi in vista del 14 aprile. Video: www.laregione.ch/1736545

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