Domani il funerale ‘nascosto’ di Navalny
La moglie Yulia al Parlamento Ue: ‘Putin è un mafioso sanguinario, non un politico. Va combattuto come un criminale, non con le note diplomatiche’
Mosca – Domani il tempio dell’Icona della Madre di Dio ‘Placa i miei dolori’, nel quartiere di Maryno, zona sud-est di Mosca, diventerà un nuovo luogo simbolo della lunga battaglia di Alexei Navalny. È lì, infatti, che si celebreranno i funerali del principale oppositore di Vladimir Putin, in un giorno lavorativo, lontano dai luoghi iconici della capitale russa. Subito dopo le esequie Navalny verrà sepolto nel vicino cimitero di Borisov.
L’annuncio della celebrazione dei funerali è arrivato nel giorno in cui Yulia Navalnaya si è rivolta alla Plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo. “Putin è un maledetto mafioso, e così va combattuto”, ha scandito la vedova, quasi a indicare all’Ue una strada diversa attraverso la quale sconfiggere lo Zar.
I contestatori silenziosi
Un breve video sula storia di Navalny, insignito del Premio Sacharov nel 2021, ha fatto da introduzione all’ingresso di Navalnaya, accolta da un lunghissimo applauso. Sui social, nel frattempo, è partita subito la caccia a chi, tra gli eurodeputati, non celebrava la presenza di Yulia nell’emiciclo. E alcune immagini di Jordan Bardella, capodelegazione dei lepenisti, che non muove le mani e resta seduto, hanno fatto il giro del web. Allo stesso tempo i liberali non hanno mancato di sottolineare “le diverse assenze” tra le destre.
Con voce ferma Navalnaya ha ribadito innanzitutto un concetto: è stato Putin a uccidere Alexei, “torturato per tre anni, fatto morire di fame in una minuscola cella di cemento, tagliato fuori dal mondo esterno”. Il punto, per lei, è che Putin non è né un autocrate né un dittatore. Non ha semplicemente lo status di leader politico. Lo Zar è uno “bloody monster”, ha detto in inglese, usando anche la parola mafioso. Partendo da questo presupposto – è stato l’invito di Yulia – la strategia dell’Ue deve cambiare: basta con le risoluzioni, le note diplomatiche, le sanzioni, “bisogna smettere di essere noiosi”, inventare soluzioni sempre nuove, come faceva proprio Navalny, che “sconfisse con la fantasia” l’assedio sempre più opprimente del regime.
Non solo. Navalnaya ha invitato l’Ue ha sminare la rete criminale di Putin nel Vecchio continente, ancora puntellato di suoi complici. L’uomo del Cremlino “è il capo di una di una banda criminale organizzata, cercate i suoi consociati nei vostri Paesi”, è stata la richiesta rivolta all’aula.
Colpire al cuore del sistema dello Zar, alla sua corruzione: Navalnaya è apparsa pronta a riprendere la strada del marito. Lo farà da fuori il suo Paese origine. Domani non ci sarà, ai funerali di Alexei. E chissà chi e quante persone si recheranno alle 14, ora locale, in questa chiesa moscovita finora sconosciuta. “Non so ancora se il funerale sarà pacifico o se la polizia arresterà coloro che sono venuti a salutare Alexei”, ha avvertito la moglie.
Oggi parla lo Zar
Il braccio destro di Navalny, Ivan Zhdanov, sostiene che i familiari del dissidente avrebbero voluto che i funerali si svolgessero oggi e sospetta che gli sia stato impedito perché lo stesso giorno è in programma il discorso di Putin sullo stato della nazione. Racconta inoltre che la madre di Navalny, Lyudmila, avrebbe voluto seppellire il figlio al cimitero Troyekurovskoye di Mosca, ma che le autorità non gliel’abbiano consentito continuando fino all’ultimo a premere per un funerale “segreto”. Il cimitero Troyekurovskoye è lo stesso in cui riposano la giornalista Anna Politkovskaya e il dissidente ed ex vice premier Boris Nemtsov: due voci critiche che denunciavano apertamente la deriva autoritaria della Russia di Putin.