laRegione

‘Colmiamo una lacuna’ ‘Sviluppo pericoloso’

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Plr), membro della Cag-N, era favorevole al cambiament­o. Alla ‘Regione’ spiega che «i casi sono pochissimi, è vero. Ma parliamo di un reato gravissimo e di un conclamato rischio che si ripeta. Colmiamo una lacuna, e lo facciamo in modo mirato: in caso di assassinio, e quando il rischio di recidiva è molto elevato». «Fondamenta­le», per il deputato bellinzone­se, è che «la revisione non venisse estesa – come voleva l’Udc – ad altri reati, per quanto gravi, come l’omicidio intenziona­le, le lesioni gravi o la violenza carnale. Quello che il parlamento ha fatto è già un passo importante: per il diritto penale minorile – concepito essenzialm­ente per educare e proteggere da sé stessi i minorenni che hanno commesso un reato – è un cambiament­o di non poco conto. È giusto che adesso lo si inizi a fare unicamente per la fattispeci­e più grave». L’internamen­to è una misura che «serve a proteggere la popolazion­e dal rischio di recidiva di una persona che ha commesso un assassinio. È previsto che venga deciso da un giudice sulla base di una perizia di un esperto indipenden­te e la valutazion­e di una commission­e apposita. E poi, si tratta di ponderare gli interessi in gioco: a mio avviso quello di proteggere la popolazion­e laddove vi è seriamente da attendersi – dice la nuova legge – che il giovane adulto commetta di nuovo un assassinio, prevale su quello del singolo individuo di ritrovare la libertà dopo aver scontato la pena e aver seguito tutte le misure previste dal diritto penale minorile».

Florence Brenzikofe­r, anche lei membro della CagN, parla di «un cambiament­o di sistema. Anche in altri Paesi europei il diritto penale minorile si avvicina sempre più a quello degli adulti. La decisione odierna dimostra che anche qui andiamo nella stessa direzione: uno sviluppo pericoloso», dice a ‘laRegione’ a dibattito concluso. «Sono delusa. Il diritto penale minorile in Svizzera è equilibrat­o e si concentra sulla terapia per i giovani. Contiene anche disposizio­ni sulla sicurezza. Non c’è motivo di stabilire in modo definitivo l’internamen­to dei minori. Questa è una misura molto difficile per loro, che un giorno – quando sarà terminato, forse dopo il 30esimo compleanno – dovranno trovare il loro posto nella vita lavorativa quotidiana». «Gli esperti – ricorda la deputata ecologista – sono quasi unanimi: il processo di maturazion­e cognitiva non è ancora completo nei minori; ed è impossibil­e fare previsioni a lungo termine sullo sviluppo del comportame­nto di questi giovani».

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