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Imposta di circolazio­ne, il Centro attacca: ‘A quanti è aumentata?’

Passalia, Agustoni e Dadò interpella­no il Consiglio di Stato

- di Jacopo Scarinci

Il dossier della nuova imposta di circolazio­ne è ben lontano dall’essere archiviato dal dibattito, almeno per quanto riguarda il Centro, partito che nel 2017 lanciò l’iniziativa popolare per un nuovo calcolo basato sulle emissioni di CO2 approvata dal popolo nell’autunno del 2022. Con i deputati Marco Passalia (primo firmatario), Maurizio Agustoni e Fiorenzo Dadò, infatti, i centristi prendono carta e penna e interpella­no il Consiglio di Stato – leggasi, il Dipartimen­to delle istituzion­i – in merito alla formula che, presentata il 18 ottobre 2023 e poi votata dal Gran Consiglio, per quanto riguarda l’imposta del 2024 avrebbe portato a diversi aumenti che cozzerebbe­ro con, invece, un gettito previsto che nelle intenzioni rimane stabile a circa 80 milioni di franchi.

‘Abbiamo già detto più volte che il nuovo calcolo non era conforme all’iniziativa’

Passalia e cofirmatar­i partono proprio dall’autunno scorso, e dalla presentazi­one della nuova formula da parte del governo: “Il tempo per gli approfondi­menti è stato poco sia in Commission­e della gestione, sia all’interno dei gruppi parlamenta­ri. Inoltre, la Sezione della circolazio­ne non ha risposto a tutte le domande poste invocando il fatto che l’imposta non era ancora stata emessa”. Gli interpella­nti ricordano che “il Centro ha ribadito a più riprese che il nuovo calcolo proposto dal Dipartimen­to istituzion­i non fosse conforme all’iniziativa popolare del Centro votata dalla popolazion­e ticinese”. E ancora: “Oltre a non condivider­e l’introduzio­ne nel calcolo di due nuove variabili (potenza e peso a vuoto) perché ritenute non conformi all’iniziativa, il gruppo del Centro avrebbe voluto avere a disposizio­ne alcuni dati rilevanti e d’interesse pubblico”.

Ebbene, adesso che l’imposta di circolazio­ne per il 2024 è arrivata a tutti “sono centinaia i ticinesi confusi e arrabbiati per l’aumento di questa imposta sebbene ci sia stata una votazione popolare chiara. Quindi – si legge ancora nel testo dell’interpella­nza inoltrata al Consiglio di Stato – è senz’altro urgente e d’interesse pubblico che il governo risponda ad alcune domande”.

Che arrivano a raffica, e mirano a far luce su quanto stia davvero succedendo con questa imposta. “Per quanti veicoli (auto fino a 3’500 kg) si è verificato un aumento dell’imposta di circolazio­ne rispetto al 2023?”, chiedono Passalia, Agustoni e Dadò tanto per cominciare. Per poi, subito dopo, chiedere al governo “qual è stato l’aumento mediano dell’imposta di circolazio­ne (prendendo in consideraz­ione, ai fini della mediana, unicamente i veicoli per i quali vi è stato un aumento dell’imposta di circolazio­ne), quanti veicoli hanno avuto un aumento compreso tra 100 e 200 franchi, quanti veicoli hanno avuto un aumento di più di 200 franchi”.

In più, i tre granconsig­lieri del Centro vogliono sapere “quanti veicoli elettrici (anche in percentual­e sul totale) sono stati immatricol­ati in Ticino negli ultimi cinque anni, quanti mezzi sono usciti dal parco veicoli negli ultimi cinque anni e a quanto ammonta l’incasso dell’imposta di circolazio­ne per l’anno 2023”. La nuova formula è stata adottata, lo ricordiamo, per appianare le importanti disparità di trattament­o emerse fra i possessori di veicoli: l’utilizzo delle sole emissioni di CO2 come fattore del calcolo, in seguito all’introduzio­ne di diversi sistemi di misurazion­e a livello mondiale, comportava infatti valori diversi anche su vetture simili o addirittur­a uguali, a seconda dell’anno d’immatricol­azione del veicolo. La modifica interessa unicamente le automobili e le automobili pesanti, in quanto per tutti gli altri generi di veicolo le formule restano invariate.

 ?? TI-PRESS ?? ‘Il governo risponda urgentemen­te’
TI-PRESS ‘Il governo risponda urgentemen­te’
 ?? TI-PRESS ?? Il primo firmatario Marco Passalia
TI-PRESS Il primo firmatario Marco Passalia

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