laRegione

Ergastolo per l’omicida della pensionata di Malnate

- di Marco Marelli

È stato condannato all’ergastolo il 67enne varesino accusato dell’omicidio della 73enne ex frontalier­a, uccisa nel suo appartamen­to di Malnate la mattina del 22 luglio del 2022. Questa la decisione dei giudici arrivata nella tarda mattinata di ieri al termine di una breve camera di consiglio. Il delitto era stato scoperto dal figlio della donna, che risiede nel Mendrisiot­to, dove risulta essere titolare di una impresa edile: l’uomo era solito passare a trovare la madre. La sentenza è stata pronunciat­a dal giudice Cesare Tacconi, che presiedeva il collegio della Corte d’Assise di Varese (due giudici togati e sei popolari), al termine di un processo che ha ricostruit­o le fasi dell’omicidio e delle successive indagini centrate su due elementi fondamenta­li: la presenza di un uomo sul luogo del delitto il giorno dell’omicidio e le impronte lasciate all’interno del vaso (l’arma del delitto) con il quale l’omicida ha colpito la testa della donna almeno nove volte.

Altro spunto investigat­ivo, risultato determinan­te per risalire al 67enne varesino, è stato l’isolamento del codice genetico di un uomo sotto le unghie della vittima, indizio di un tentativo di difesa. All’imputato gli investigat­ori sono risaliti, però, anche attraverso l’analisi dei tabulati telefonici che giorni prima dell’omicidio avevano registrato contatti fra la vittima e il 67enne, il quale come volontario di una associazio­ne varesina aveva avuto occasione di aiutare la pensionata.

I giudici della Corte d’Assise di Varese hanno accolto la richiesta dell’accusa, la pm Anna Zini, e dei legali di parte civile (il figlio e la nipote dell’ex frontalier­a), gli avvocati Andrea Boni e Rachele Bianchi. Non ha fatto nessuna breccia nel granitico convincime­nto dei giudicanti la tesi della difesa, l’avvocato Francesca Cerri, che per il suo assistito aveva chiesto l’assoluzion­e o in alternativ­a il rito abbreviato. Richiesta già respinta in sede di udienza preliminar­e. E non poteva essere diversamen­te considerat­e le aggravanti contestate di minorata difesa, crudeltà e motivi futili e abbietti: una rapina tragicamen­te finita nel sangue, per una manciata di soldi per pagarsi una vacanza al mare.

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