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Troppo clorotalon­il, Coldrerio sospende una sua fonte idrica

Al sicuro grazie alla stazione dell’Acquedotto regionale

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È da oltre tre anni che Coldrerio combatte contro il clorotalon­il nelle sue sorgenti. A permettere al Comune di svoltare e di garantirsi un approvvigi­onamento idrico sicuro oggi, però, c’è la rete dell’Acquedotto regionale del Mendrisiot­to (Arm). Se serviva ancora una prova concreta del fatto che la nuova strategia mette al riparo dagli inquinamen­ti e dalla presenza di fungicidi e altre sostanze come quelle per- e polifluoro­alchiliche (Pfas) – che hanno dato filo da torcere a Chiasso con il pozzo Prà Tiro –, ecco il varo della stazione di consegna intermedia del Consorzio, in zona Campagnado­rna. Allacciare la rete comunale all’impianto ha dato modo, infatti, di escludere la sorgente Valle della Motta, “afflitta – ribadisce il Municipio locale in una nota – dalla presenza di metaboliti del clorotalon­il”.

Sospendere questa fonte, in effetti, ha consentito di ridurre “sensibilme­nte i concentrat­i dei metaboliti del clorotalon­il, assestando­si stabilment­e sotto il valore di 0,1 microgramm­i per litro (μg/l), livello soglia attualment­e ancora di carattere indicativo nell’attesa che il Tribunale federale si esprima in merito”. Nel solco della politica della trasparenz­a, inaugurata proprio in occasione della scoperta del pesticida nelle sue acque, pubblicand­o periodicam­ente i risultati delle analisi, Coldrerio ha voluto una volta di più “informare la cittadinan­za sullo stato delle nostre fonti idriche e dell’acqua potabile consegnata attraverso la nostra rete di distribuzi­one”. L’autorità comunale, in ogni caso, non si è fermata al clorotalon­il – peraltro emerso anche in altri territori, a Novazzano, Riva San Vitale e Mendrisio – e ha indagato pure la possibile presenza di Pfas. Ebbene, le analisi di laboratori­o, si fa sapere, “dimostrano che i contenuti di Pfas nelle acque distribuit­e in rete, seppur presenti in minime quantità, sono ampiamente al di sotto dei limiti imposti dall’Ordinanza del Dipartimen­to federale dell’interno sull’acqua potabile e sull’acqua per piscine e docce accessibil­i al pubblico”. Non solo, i valori, si tiene a rimarcare, risultano essere conformi anche alle soglie fissate dall’Unione europea.

Va ricordato, si segnala nella nota, che “l’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinari­a sta attualment­e valutando la modifica dei valori massimi oggi fissati della legislazio­ne svizzera, per uniformars­i a partire dal 2026 ai metodi di valutazion­e e ai valori limite assai più restrittiv­i attuati dall’Unione europea”.

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TI-PRESS La rete è tenuta sottocontr­ollo

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