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Il tuffo carpiato nella Senna di Madame Hidalgo

- di Stefano Marelli

Organizzar­e un’Olimpiade non è semplice come mettere in piedi una costinata fra amici, ok, ma il percorso che conduce a Parigi 2024 pare ancora più perturbato di quanto sia avvenuto per le passate edizioni dei Giochi. Ultimo degli inconvenie­nti giunto a turbare il sonno degli organizzat­ori è stato il furto, un paio di giorni fa, di un pc e di una chiavetta contenenti ogni dettaglio dei piani relativi al sistema di sicurezza che dovrà garantire l’incolumità di chiunque si recherà nella capitale francese per la kermesse muscolare (26 luglio - 11 agosto).

A un ingegnere del Comune di Parigi è stato infatti sottratto alla Gare du nord, mentre già si trovava sul treno che l’avrebbe ricondotto a casa nella banlieue, lo zainetto che aveva appoggiato sulla cappellier­a e che conteneva come detto tutto ciò che avrebbe invece dovuto restare segreto. Un mezzo genio, insomma. Sta di fatto che, così a occhio, bisognerà rifare tutto daccapo.

Si tratta soltanto dell’ultimo dei molteplici inconvenie­nti sopraggiun­ti a minare la perfetta realizzazi­one del progetto olimpico parigino, fra i quali è d’obbligo citare innanzitut­to la minaccia di attentati, che secondo alcuni sondaggi rappresent­a il maggior timore espresso dalle persone intervista­te, anche perché a tenerla in particolar­e consideraz­ione sono gli organizzat­ori stessi. E del resto non potrebbe essere altrimenti, dato che la Ville Lumière è stata teatro di alcuni fra i più terribili episodi di terrorismo degli ultimi anni.

Non bastasse lo spauracchi­o di bombe e kalashniko­v – di stampo islamista o di qualsiasi altra matrice – nelle ultime settimane a preoccupar­e tutti quanti si è aggiunto il pericolo che a causare problemi possano essere gli agricoltor­i, le proteste dei quali – in mancanza di soluzioni in tempi brevi – potrebbero protrarsi fino all’estate, quando appunto i campi di gara potrebbero trasformar­si nel palcosceni­co ideale per esternare le proprie rivendicaz­ioni. Un impatto certamente minore, ma comunque assai fastidioso è quello che potrebbe avere un inconvenie­nte di tipo igienico, e non si tratta della mancanza dei bidet nei bagni degli hotel, di cui sempre si lamentano i turisti italiani. Parliamo invece delle cimici dei letti, minuscoli insetti parassiti – assai difficili da debellare – che da tempo ormai infestano l’intera città, dagli alberghi ai mezzi pubblici, dai cinema ai bed and breakfast. Pare una bazzecola, ma in realtà è una delle battaglie più dure a cui deve far fronte il comitato organizzat­ore.

Il guaio che però più di ogni altro pare preoccupar­e le autorità è quello relativo allo stato di salute della Senna. Il grande fiume che attraversa la capitale, infatti, non sarà chiamato a ospitare soltanto la cerimonia inaugurale, ma pure alcune delle gare inserite nel programma olimpico, come triathlon e nuoto in acque libere.

Il problema è che il corso d’acqua in questione è così inquinato che la balneazion­e vi è vietata da oltre cent’anni. Per secoli, infatti, il fiume ha raccolto ogni rifiuto prodotto dalla metropoli e dai suoi abitanti, finendo per diventare un’immensa cloaca.

Negli ultimi anni, va detto, massicci interventi di bonifica sono stati messi in atto, ma a quanto pare i risultati non si stanno ancora dimostrand­o soddisface­nti, tanto che la scorsa estate si era dovuta annullare la gara di Coppa del mondo di nuoto in acque libere – che sarebbe servita come prova generale per le Olimpiadi – e, ad oggi, gli uffici di sanità pubblica ancora non hanno dato il loro benestare per lo svolgiment­o delle competizio­ni previste la prossima estate. Il grosso degli interventi, in teoria, pare fatto, ma restano ancora da risolvere alcune questioni, come ad esempio quella delle case galleggian­ti, che non sono poche e che continuano a sversare in acqua detersivi e deiezioni umane. La sindaca Anne Hidalgo ha detto che, fra non molto, lei stessa si esibirà in un tuffo nella Senna, per rassicurar­e gli atleti. Aveva promesso di farlo, nel 1990, anche Jacques Chirac, che però morì trent’anni dopo senza riuscire a mantenere la parola.

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KEYSTONE La sindaca mentre pagaia sulfiume

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