laRegione

Acqua svenduta da piccoli politici

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Dei cagnoni della Svizzera interna sfruttano le acque del nostro Cantone, ce le pagano troppo poco e in cambio ci rivendono la corrente elettrica, con essa generata, a prezzi esorbitant­i. Per sovrammerc­ato rovinano il corso dei nostri fiumi non garantendo un deflusso minimo accettabil­e; lo fanno da anni e andranno avanti a farlo. Quanto sopra, in parole povere, è quel che capisce un lettore medio dalla polemica iniziata da Bruno Storni sulle colonne de laRegione. Poi gli hanno fatto eco più di uno con dotte dupliche e repliche. Fin qui siamo quasi tutti d’accordo, bene. Secondo il Dadò, tagliando giù di grosso con il coltello la sua presa di posizione, i cagnoni che ci sfruttano sarebbero quasi tutti socialisti e il Bruno Storni farebbe bene a tirar su il telefono e dirgliene quattro: così si risolvereb­be tutto. Ma dai, che siano tutti socialisti i cagnoni d’Oltralpe che ci sfruttano, è difficile da credere, sebbene qualcuno di certo ci sarà pure… che a svendere le acque ticinesi tanto tempo fa siano stati i socialisti, pare però storicamen­te impossibil­e. Che il Bruno Storni da solo risolva tutto con una telefonata è fantapolit­ica. Abbiamo un problema con le nostre acque? Certo che sì. Come lo si risolve? Magari mettendoci assieme nell’interesse del Ticino, invece di dimostrarc­i diffidenti tra di noi oltre che aggressivi in stile Dadò? Uh, che uggia certe polemiche partitiche da paese stravecchi­o! Il Problema del Ticino, che viene impoverito dall’arroganza dei cagnoni di fuori, è quello di avere dei politici piccoli piccoli che, anziché pensare all’acqua come bene comune, tirano l’acqua al proprio mulino inteso come partito e visibilità personale. Ahimè!

Gianni Delorenzi, Vacallo

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